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Battesimi: Conoscere la tua vera identità

Battesimi: Conoscere la tua vera identità

 

BATTESIMI: CONOSCERE LA TUA VERA IDENTITA’

Casavatore, 02/04/2017                                                                                                                                   PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

Nel corso del tempo, tutti gli uomini s’interrogano circa la propria identità. Questo è dovuto al fatto che dopo la caduta nel peccato, staccandosi dal Padre, Adamo l’ha perduta è di conseguenza anche tutta la sua discendenza. Per noi è di vitale importanza conoscere le nostre origini, e lo possiamo fare attraverso il libro della Genesi, in cui sono scritte le intenzioni originali di Dio.

Sappiamo che all’atto della creazione Dio creò dal nulla lo spirito dell’uomo, non il suo corpo, che formò in seguito servendosi della terra. L’uomo, dunque, è stato creato a immagine di Dio nel suo essere spirituale. Nel linguaggio corrente, erroneamente si usa identificare una persona con l’attività che svolge, ad esempio si usa dire che uno è avvocato o medico, anziché dire che svolge il lavoro di avvocato o di medico.

La parola ‘identità’ deriva dal latino ‘identitas’, a sua volta derivante da ‘idem’, pronome che vuol dire ‘lo stesso, il medesimo’. In altri termini, identificarsi vuol dire sentirsi lo stesso di qualcuno che diventa il proprio modello e a cui ci si ispira perché si vuole essere come lui.

Col nostro ragionamento umano, però, non possiamo capire chi siamo, solo Colui che ci ha creati può rivelarcelo.

Adamo era stato creato all’immagine di Dio ed era sulla terra per rappresentarLo. Purtroppo fallì, il peccato lo separò da Dio e si rese necessario che sulla terra venisse il secondo Adamo, Gesù Cristo, a mostrarci qual era l’intenzione originale di Dio per noi, a rappresentare il Padre sulla terra e farceLo conoscere. A causa del peccato, l’uomo non è stato più capace di rappresentare Dio sulla terra, perché il peccato che gli è congenito non rappresenta Lui, ma l’avversario. L’uomo è divenuto orfano, ha perso l’identità originale e acquisito un’identità diabolica. Dio lo aveva creato a Sua immagine, ma a causa della caduta perdette la paternità di Dio e acquisì quella di satana.

Quando è venuto sulla terra, Gesù trovò un popolo che aveva ricevuto la rivelazione della legge attraverso Mosé, ma non era nato di nuovo. Si era allontanato da Dio a tal punto che non riconobbe in Lui la Sua perfetta rappresentazione.

Senza la nuova nascita, avendo assunto l’identità del padre della menzogna, l’uomo è fuori dalla volontà di Dio e ha bisogno di riappropriarsi, attraverso Cristo, della propria vera identità.

Esaminando la parabola del Figliol Prodigo, ci siamo stupiti che un figlio pretendesse l’eredità dal padre mentre questi era ancora in vita. Nella cultura ebraica una simile pretesa costituiva un vero oltraggio verso il padre e meritava la morte. Quel figlio lasciò la casa paterna perché aveva consapevolezza dell’eredità, ma non dell’identità. Sapeva cosa aveva, ma non sapeva chi era. Mancava di identità. Il padre, nonostante questo gli concesse la Sua parte di eredità.

Possiamo comprenderlo dalle parole che disse al figlio maggiore quando, tornato dai campi, gli chiese un capretto: “Figlio, tutto quello che è mio è tuo”. Non disse: “Sarà tuo”. La Bibbia afferma che noi siamo eredi di Dio e coeredi Di Cristo ‘ora’, non in futuro. Questo ci dice che, se vogliamo usare ‘ora’ l’eredità che ci ha promesso, il Padre non ce lo impedisce.

Quello che ci fa liberi, però, è l’identità, non l’eredità. Il prodigo era vissuto nella casa paterna, ma non aveva ricevuto la rivelazione di chi era, allo stesso modo in cui c’è chi frequenta la chiesa, ma non ha la rivelazione di essere figlio di Dio. Per ricevere la rivelazione bisogna essere saldi nella verità. Questo avviene attraverso le prove di fuoco, che consentono alla verità di saldarsi dentro di noi e diventare parte del nostro patrimonio genetico spirituale.

Dopo aver conosciuto il Signore ed essere stati liberati dalla schiavitù di satana, inevitabilmente veniamo raggiunti dalle prove, che ci permettono di scoprire le nostre potenzialità e la nostra identità.

La differenza sostanziale tra identità e identificazione si evince dal questo verso:

Galati 2:20 “Io (in Adamo) sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io (in Adamo) che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me”.

Come un tifoso si identifica con la sua squadra, gioisce se essa vince, è triste se perde e vive le sue stesse emozioni perché si considera tutt’uno con essa, così noi siamo una sola cosa con Gesù in virtù del Suo sacrificio sostitutivo. La parola ‘con’ parla della legge spirituale dell’identificazione, in base alla quale gioiamo o soffriamo con la persona con cui siamo identificati. Prima Dio ci vedeva in Adamo, adesso ci vede in Cristo. Ma … anche noi dobbiamo vederci in Cristo, poiché quando pecchiamo usciamo fuori da Cristo e torniamo in Adamo.

Se noi siamo stati battezzati in Cristo, cioè siamo stati immersi nel Suo corpo, è segno che siamo stati crocifissi con Lui e con Lui siamo risuscitati. Siamo stati uno con Lui nella morte, affinché potessimo essere uno con Lui anche nella resurrezione e nella vita, per preparaci alla gloria futura. Non può esserci gloria senza risurrezione.

Il Padre non ci vede mai fuori da Cristo e noi dobbiamo vederci come ci vede Lui.

Con il battesimo in acqua siamo stati identificati con Cristo:

-Nella Sua morte (=separazione), cioè siamo stati separati dal sistema di questo mondo, dalla carne e dal peccato.

-Nel seppellimento: Colossesi 2:12 “essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti”.

-Nella risurrezione, in un nuovo cammino di vita, improntato alla giustizia e alla santità che procedono dalla verità.

-Nell’essere seduti con Lui nei luoghi celesti, in un luogo di autorità su tutte le circostanze della vita.

Il battesimo in acqua contiene un grande messaggio: siamo morti alla natura adamica e siamo una stessa cosa con Cristo.

Adamo era schiavo dei sensi naturali, Cristo vive nei sensi spirituali.

I credenti che continuano a vivere nei sensi naturali pur essendo nati di nuovo, non si identificano con la giusta paternità e continuano a vivere in Adamo, nonostante Dio abbia compiuto la Sua parte crocifiggendo la nostra vecchia natura adamica e liberandoci dal peccato.

Per ricordarci che siamo stati ricreati a immagine di Dio per rappresentarLo sulla terra, abbiamo bisogno di uno specchio, cioè della Parola di Dio. Essa ci dice chi siamo e ci ricorda qual è la Sua volontà, affinché ci comportiamo come vuole Lui, ma se cessiamo di specchiarci nella Parola dimentichiamo chi siamo, dimentichiamo che Dio è nostro Padre e che siamo Suoi figli, dimentichiamo lo scopo per cui ci ha creati.

 

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