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Il Rinnovamento della Mente 3°Parte

Il Rinnovamento della Mente 3°Parte

 

IL RINNOVAMENTO DELLA MENTE 3°Parte

Casavatore 25-05-2025                                                                              PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

In queste settimane stiamo affrontando insieme il tema del rinnovamento della mente, e ciò che è fondamentale comprendere fin da subito è perché questo argomento è così importante per la nostra vita cristiana. Sapete, ci sono vari motivi che abbiamo bisogno di capire, uno di questi è quando ci disponiamo a rinnovare la nostra mente. Il rinnovamento della mente è necessario e va ricevuto subito, nel presente, senza rimandare al domani. Tuttavia, c’è chi dice: “Vabbè, domani mi aprirò e rinnoverò la mia mente”, ma così facendo si rischia di sprecare tempo prezioso, perché solo accogliendolo oggi potremo entrare nell’ultima e nuova gloria che Dio ha stabilito. Una mente rinnovata può entrare nel proposito di Dio, perché nessuno accede a qualcosa di nuovo senza prima cambiare la propria mentalità. Quando siamo single ragioniamo in un certo modo e viviamo per noi stessi, ma sposandoci dobbiamo innanzitutto comprendere la necessità di cambiare mentalità. Prima tutto era centrato su di noi, ma poi qualcosa cambia: nostro marito o nostra moglie diventa il centro della nostra vita e l’attenzione si sposta. Questo ci fa comprendere quanto sia necessario rinnovare i nostri pensieri, smettendo di ragionare a senso unico e imparando a considerare la persona che Dio ha messo al nostro fianco. Un altro motivo per cui è necessario rinnovare la nostra mente è che esiste una guerra spirituale in atto proprio nella nostra mente, che la Bibbia identifica come il vero campo di battaglia. Pensieri di incredulità, paura e ansia sono segni evidenti del combattimento in corso; vincere nella mente è l’unico modo per entrare nel nuovo. Un forte risveglio nella Chiesa, con culti ogni giorno e ogni sera, richiederebbe un cambiamento delle nostre abitudini, e questo sarebbe possibile solo attraverso il rinnovamento della mente, perché senza di esso non possiamo essere realmente trasformati. L’essenza del cristianesimo è la trasformazione continua e finché siamo qui dobbiamo cambiare, perché altrimenti cadremo nella routine e nell’apatia, anche nelle cose di Dio; perciò il rinnovamento della mente è essenziale. Per conoscere la volontà di Dio dobbiamo rinnovare la nostra mente.

Romani 12:2; “E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.”

Se non cambiamo, non conosciamo la volontà di Dio per noi, che non è quella del profeta ma la Sua. Dobbiamo essere trasformati per avere la mente di Cristo, e solo la Parola di Dio, che ci cambia, ci apre gli occhi, fa luce sulla situazione e inizia l’opera, è il mezzo della nostra trasformazione. La Scrittura insegna che siamo esseri trini, composti di spirito, anima e corpo, creati a immagine di Dio, che è Spirito. Quando nasce di nuovo, il nostro spirito diventa una nuova creatura in Cristo, “le cose vecchie sono passate, tutto è diventato nuovo” (2°Corinzi 5:17). La nuova nascita avviene nel nostro spirito, mentre l’anima deve essere rinnovata, trasformata, liberata e cambiata attraverso un processo che permettiamo a Dio di operare nella nostra vita.

Giacomo 1:21; “Perciò, deposta ogni lordura e residuo di malizia, ricevete con mansuetudine la parola piantata in voi, la quale può salvare le anime vostre.”

Dobbiamo deporre ogni lordura, cioè ciò che portiamo nell’anima, non nello spirito già rinato, e prendere la decisione di lasciare andare i residui di malvagità ereditati dai nostri padri naturali. Poi il verso dice “ricevete”, cioè aprirci alla Parola senza analizzarla con razionalità, ma accoglierla con gioia, perché è Dio che ci parla. Riceverla con mansuetudine significa sottomettersi a un’autorità più alta, non essere deboli, ma essere persone forti che si sottomettono volontariamente alla volontà di Dio. Mosè, l’uomo più mansueto della terra, guidò il popolo d’Israele manifestando la potenza di Dio e si sottomise alla volontà divina. Era forte, ma riconobbe che la volontà di Dio era più alta della sua, come a dire: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta”, proprio come fece Gesù. Essere mansueti significa sottomettere la propria volontà a quella di Dio, riconoscendo che la Sua Parola ha sempre l’ultima parola; possiamo discutere, ma Dio ha sempre ragione, perché Egli dice: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” Chi non rinnova la mente vuole portare il mondo dentro la Chiesa, danneggiando sé stesso e gli altri, ma chi rinnova la mente comprende che la Parola di Dio ha autorità assoluta. Il verso letto in Giacomo riporta: "Ricevete con mansuetudine la parola che è stata impiantata", segno di un vero trapianto spirituale: abbiamo chiesto la Parola ed essa è stata piantata in noi, "la quale può salvare le anime vostre." Questo conferma che non si tratta del nostro spirito, già salvato, ma della continua trasformazione dell’anima. Dio disse a Giosuè: "Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca; meditalo giorno e notte... allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai." Al tempo c’era solo il Pentateuco, ma il principio rimane valido oggi: se meditiamo la Parola giorno e notte e la mettiamo al centro della nostra vita, non falliremo e prospereremo.

Giacomo 1:22; “E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi.”

Facitore significa mettere in pratica ciò che ascoltiamo, ma purtroppo la nostra cultura, ricca di nozioni e povera di applicazione, contrasta con il metodo “Lamad” seguito da Gesù, secondo cui si comprende solo ciò che si mette in pratica. I facitori vivono ciò che ascoltano, perché la Parola è vita; se ascoltiamo sulla preghiera, preghiamo, se si parla di guerra spirituale, la pratichiamo, vivendo ciò che Dio dice. Facciamo quello che ci viene detto e così permettiamo a noi stessi di camminare nella benedizione di Dio. Sapete, tra quello che conosciamo e quello che facciamo c’è un ponte chiamato “scelte”, perché siamo noi a decidere se mettere in pratica ciò che sappiamo o no, nessun altro può farlo al posto nostro. Spesso diamo la responsabilità agli altri, come Adamo ed Eva che si accusarono a vicenda e incolparono Dio, invece fu loro la mancanza di assunzione di responsabilità. Il ponte tra sapere e fare è la nostra scelta: decidere di dire 'so questo e lo metterò in pratica nel nome di Gesù', qualunque cosa accada, significa ubbidire alla Parola di Dio. La Bibbia dice: “Se uno sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17); quando permettiamo alla Parola di entrare nel nostro cuore, facciamo del bene sia a noi stessi che agli altri. Frequentiamo la chiesa, ascoltiamo un messaggio sul perdono e magari abbiamo qualcosa contro qualcuno, un fratello, una sorella in Cristo o un parente, ma la Bibbia dice che dobbiamo perdonare; allora comprendiamo la Parola e scegliamo di chiedere a Dio una strategia per riconciliarci. Preghiamo affinché lo Spirito Santo ci dia creatività nell’applicare la Parola, illuminandoci e guidandoci a fare il primo passo, magari chiamando quella persona. Nel confronto non presentiamo solo le nostre ragioni, ma assumiamoci la nostra parte di responsabilità, chiedendo perdono e riconoscendo che non possiamo vivere così davanti a Dio e a lui, in questo modo ubbidiamo alla Parola e portiamo beneficio alla nostra vita. Sapete, non importa quanti libri abbiamo letto o quanta conoscenza possediamo, ciò che davvero conta è vivere la Parola di Dio. La chiave della vittoria è l’ubbidienza nell'essere facitori e non solo uditori. Un uditore è chi ascolta una lezione ma non ricorda nulla o non mette in pratica ciò che ha ascoltato. È triste andare in chiesa, non ricordare cosa è stato detto e limitarsi a dire “È stato bello” senza applicare la Parola; essere solo uditori senza intenzione di mettere in pratica ciò che ascoltiamo è grave. Molti giudicano ciò che viene predicato, dicendo “Mi piace questo, ma non quell’altro,” mentre la Bibbia insegna che si mangiava il capretto intero, non solo la parte che piaceva; così anche la Parola di Dio va vissuta tutta, non solo ciò che ci fa piacere. Quando diventiamo facitori, affamati della Parola, dichiariamo di voler vivere ciò che riceviamo, con il cuore aperto ad accogliere la meravigliosa Parola di Dio. Quindi, dobbiamo cambiare atteggiamento, perché spesso si cerca di giustificarsi o di uscire dalle responsabilità. Entrare in un percorso formativo non significa solo superare esami, ma assorbire la Parola che ha il potere di trasformare la vita, perché chi si limita a essere uditore si illude: i suoi ragionamenti si oppongono alla verità, mentre la Parola di Dio cambia davvero. Non potremo mai giustificarci dicendo di non avere i mezzi per farlo, perché Dio ci ha dato la Sua Parola, il bene più prezioso, che contiene la potenza di trasformare la vita e i pensieri per vivere nella vittoria. Egli vuole rinnovare la nostra mente per portarci dalla mediocrità alla vittoria, da una mentalità di povertà a una di progresso e crescita, da una mentalità conformata a una trasformata dalla volontà di Dio. Non permettiamo mai a niente e a nessuno di rubare dalla nostra vita la passione per Gesù, per Dio, per venire in chiesa, per adorare il Signore, per stare alla Sua presenza e per servire i fratelli nel corpo di Cristo. Non cerchiamo di essere furbi, ma diventiamo servi e serve dell’Iddio vivente, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere, come ha insegnato Gesù. Alimentiamo continuamente la nostra fede con il fuoco della passione per Cristo, perché una mente che vive nel fallimento è conformata al presente secolo malvagio, mentre Dio ci chiama a essere trasformati. In Giacomo abbiamo letto che dobbiamo essere facitori e non solo uditori, perché chi è solo uditore inganna sé stesso, non gli altri. Immaginiamo di avere nella nostra casa da dieci anni una dieta con i “7 passi per dimagrire”: la guardiamo, la riponiamo senza metterla in pratica, ma se vogliamo dimagrire dobbiamo seguirla, altrimenti ci stiamo ingannando. La nostra prima preghiera deve essere di non cadere nell’inganno, perché ascoltare senza mettere in pratica equivale a ingannare noi stessi.

Giacomo 1:23-24; “Poiché, se uno è uditore della parola e non facitore, è simile a un uomo che osserva la sua faccia naturale in uno specchio; 24 egli osserva sé stesso e poi se ne va, dimenticando subito com'era.”

Dio vorrebbe guarirci e liberarci, ma spesso siamo così distratti e altrove da non apprezzare davvero la Parola, disonorandola e restando incapaci di ricevere la Sua opera. La Parola è come uno specchio: ci dice di pregare, perdonare, cambiare, gioire anche nelle difficoltà, perché la nostra vita non dipende dalle circostanze ma da Dio, e per questo noi a costo di ogni costo serviremo l’Eterno. La Parola ci mostra cosa cambiare e migliorare, insegnandoci, per esempio, che i figli devono onorare i genitori non solo moralmente, ma anche economicamente, come ribadito dall’apostolo Paolo nel Nuovo Testamento con il comandamento accompagnato da una promessa. Quando riceviamo la Parola, dobbiamo obbedire, perché non è un uomo che parla, ma Dio stesso.

AMPL. Giacomo 1:25; “Ma chi esamina attentamente la legge perfetta che è la legge della libertà, Egli resta fedele, perseverando in essa senza diventare un uditore negligente che dimentica, ma un facitore attivo che obbedisce, sarà benedetto e favorito da Dio in tutto ciò che fa.”

Se vogliamo la benedizione e il favore di Dio, non possiamo essere solo uditori, ma dobbiamo vivere la Parola. La Bibbia è la nostra fonte di sapienza soprannaturale, più importante di ogni ministero, e dobbiamo cercarla e applicarla.

Luca 6:46; “Ora, perché mi chiamate, "Signore, Signore", e non fate quello che dico?”

Sono parole serie di Gesù che ci richiamano alla realtà: chiamarLo Signore senza ubbidirgli equivale a ingannare noi stessi e ad andare incontro alla correzione, perché Dio corregge chi ama. Inoltre, quando ci ordina di perdonare marito, moglie e fratelli, molti resistono, dicendo che non meritano il perdono, ma la Bibbia ci insegna che dobbiamo perdonare, perché perdonando, noi stessi saremo perdonati.

Proverbi 29:17; “Correggi tuo figlio, egli ti darà conforto e procurerà delizie all'anima tua.”

La Bibbia ci insegna a non risparmiare la verga, perché la disciplina è necessaria per la crescita. Se non si educa il figlio, l’albero cresce storto e si pagano le conseguenze, infatti, un padre ha corretto suo figlio non per infliggergli una semplice punizione, ma perché aveva detto una menzogna, e lo ha fatto per il suo bene, perché lo ama.

Luca 6:47; “Chiunque viene a me, e ode le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi è simile.”

Così Gesù raccontò di un uomo che, sapendo quanto fosse importante avere una base solida, decise di costruire la propria casa scavando a fondo e posando le fondamenta sulla roccia più dura che trovò. Passarono giorni e giorni, finché arrivò una grande piena e l’acqua impetuosa del torrente si abbatté contro la casa, che però non si mosse di un solo centimetro perché era saldamente fondata sulla roccia. Dall’altra parte, un altro uomo volle costruire la sua casa, ma per fretta o superficialità la pose sulla terra senza scavare né mettere fondamenta solide. Quando arrivò la piena, il torrente si abbatté con forza e la casa cadde subito, sbriciolandosi e lasciando dietro di sé solo rovine. La “roccia” rappresenta il rinnovamento della mente secondo la Parola di Dio, mentre la “terra” simboleggia una mente non rinnovata, senza fondamento stabile e vulnerabile alle difficoltà. Questa è la ragione per cui tante persone frequentano la chiesa per anni, ma alla prima difficoltà scompaiono accusando pastori o fratelli, perché non hanno fondato la loro vita sulla roccia. Alcuni dicono che nella chiesa non c’è amore misurandolo come se esistesse un “amorometro”, ma la vera prova è la solidità della fede nelle difficoltà, perché Gesù ha detto che la crisi arriva per tutti e che ciò che conta è dove è fondata la casa. Due case, simili nell’aspetto, sono a confronto: una costruita in fretta sulla terra, l’altra con pazienza e cura sulla roccia; la prima crolla al primo torrente, mentre la seconda resiste, perché la differenza sta nella Parola custodita nel cuore. Sapete, l’uomo saggio ascolta i consigli e ubbidisce alla Parola, come è riportato nel libro dei Proverbi:

Proverbi 12:15; “La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio.”

Non trascuriamo la Parola che ha il potere di cambiare la vita. Molti sono stati consigliati di non lasciare la loro casa spirituale, ma non hanno ascoltato, seguendo i propri pensieri. Dio è Padre e ha stabilito padri spirituali nella Chiesa, e non si sbaglia nel collocarci in una casa spirituale: se avesse voluto farci nascere altrove, lo avrebbe fatto. La nostra benedizione è legata al posto dove Dio ci ha messo, perché questa è la sapienza della Parola che ci apre gli occhi e ci fa comprendere la nostra condizione.

 

 

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