Il Rinnovamento della Mente 4°Parte
IL RINNOVAMENTO DELLA MENTE 4°Parte
Casavatore 01-06-2025 PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO
In queste settimane, stiamo trattando il tema del rinnovamento della mente e continueremo a farlo andando più in profondità, facendo degli esempi e vedendo come la mentalità influisce sul nostro modo di vivere. Ci sono modi di pensare che paralizzano il potenziale di Dio nella nostra vita e non ci permettono di manifestare ciò che Dio ci ha dato. C'è un potenziale glorioso nella parola di Dio, e quando permettiamo il rinnovamento della mente, questo potenziale arriva nel cuore e nella vita, e come abbiamo detto, cambia la nostra mente, il modo di pensare e il modo di vivere. Dopo la salvezza, la nuova nascita che riceviamo in Cristo, dobbiamo rinnovare la mente: la nuova nascita avviene nel nostro spirito, ma il rinnovamento della mente non è automatico. La Bibbia dice che noi siamo spirito, abbiamo un'anima e viviamo in un corpo. Non dobbiamo identificarci con il corpo, anche se il tempo passa e arrivano gli acciacchi, né dobbiamo identificarci con la nostra anima, ma con il nostro spirito, perché siamo esseri spirituali, creati a immagine e somiglianza di Dio. Uno studio scientifico curioso ha mostrato che il corpo umano perde 21 grammi al momento della morte, suggerendo che lo spirito ha un peso minimo, invisibile, ma reale: quando lo spirito lascia il corpo, l'essere umano smette di vivere.
2°Corinzi 5:17; "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove."
In Cristo siamo una nuova creatura: il nostro spirito è stato rigenerato, trasformato da uno spirito morto nei peccati a uno spirito risuscitato e nuovo, come scritto in Ezechiele: "Io gli darò un cuore nuovo e metterò le mie leggi nel loro cuore". Questo è il risultato della rinascita spirituale di cui Gesù parlò a Nicodemo, dicendogli che, se non fosse nato di nuovo, non avrebbe potuto né vedere né entrare nel Regno di Dio. Quando siamo nati di nuovo, il nostro spirito è diventato perfetto, anche se ha bisogno di crescere. Il nostro spirito è simile al nostro corpo: ha una testa, occhi, braccia, gambe e piedi, ma è invisibile, perché rappresenta la parte spirituale della nostra vita ed è composto da comunione, intuizione, comunicazione e percezione. La comunione avviene nello spirito, poiché i veri adoratori adorano il Padre in spirito; da questa comunione nasce l’intuizione, che ci permette di comprendere le cose attraverso lo spirito, a differenza dell’anima che è razionale. La comunicazione e la percezione, che seguono, sono fondamentali per la nostra vita spirituale e la nostra crescita. Per questo, dobbiamo crescere nello spirito e imparare a muoverci secondo lo spirito, perché questa è la nostra vera natura in Cristo. Sapete, la prima parola che arriva nella nostra vita è da Dio, la riceviamo attraverso intuizioni e percezioni, e su quella dobbiamo fondarci, perché il cielo e la terra passeranno, ma le parole di Dio non passeranno mai, mentre la seconda parola, spesso, viene dall’inferno per cercare di confonderci. Tuttavia, spesso entriamo nella seconda parola perché iniziamo a ragionare, a processare mentalmente quello che abbiamo ricevuto, e alla fine non ubbidiamo, seguendo invece ciò che la nostra mente non rinnovata ci dice. È fondamentale che cresciamo nello spirito: quando il nostro spirito cresce, anche la comunione con Dio cresce, l’intuizione cresce, la comunicazione cresce, la percezione cresce. L’anima, invece, composta da volontà, emozioni e mente, non è stata rigenerata al momento della nuova nascita come lo spirito, ma ha bisogno di essere guarita, liberata e trasformata. Queste aree non sono nuove: devono essere rinnovate attraverso un processo continuo di cambiamento per allinearsi alla volontà di Dio. Quanti di noi, dopo aver conosciuto Cristo, ancora combattono con i vecchi pensieri? Tutti quanti. Questo dimostra che la rinascita spirituale non è avvenuta nella mente, e che dobbiamo rinnovarla. Combattiamo ancora con sentimenti come la rabbia e con la difficoltà di sottomettere la nostra volontà a quella di Dio. Dopo la salvezza, la cosa più urgente e importante è rinnovare la mente ogni giorno. Dio ha un progetto per la nostra anima: trasformare il nostro modo di pensare, guarire le emozioni ferite e condurci ad avere la mente di Cristo. Spesso, emozioni legate a esperienze passate generano ricordi dolorosi, ma lo Spirito Santo desidera guarirci e liberarci completamente. A volte basta un luogo, una persona o una parola per riaprire vecchie ferite, ed è proprio in quei momenti che riconosciamo il nostro bisogno di guarigione, liberazione e trasformazione. Il corpo è quello che vediamo esteriormente, ma Paolo ci incoraggia in 2°Corinzi 4:16: “Perciò noi non ci perdiamo d’animo.” Anche se il nostro uomo esterno va in rovina, i capelli cadono e la forza diminuisce, dobbiamo identificarci con l’uomo interiore che si rinnova di giorno in giorno. Dio ha stabilito un ordine di priorità: la mente è la prima area da rinnovare perché decide come gestire emozioni e volontà. Infatti, chi controlla la nostra mente controllerà la nostra vita: i pensieri la governano, e se non è rinnovata, ordinerà al corpo di peccare e alle nostre emozioni di vendicarsi.
Romani 8:6; “Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace.”
I pensieri carnali portano alla morte, i pensieri spirituali alla vita e alla pace. Il nostro progetto è rinnovare la mente ogni giorno per acquisire la mente di Cristo: abbandonare i vecchi pensieri e accogliere i pensieri di Dio, perché la condizione della mente determina la condizione della nostra vita. Come viviamo non è colpa di nostro marito, di nostra moglie, dei fratelli o della Chiesa, ma dipende dai nostri pensieri, perché la nostra vita è il risultato di ciò che pensiamo: "come l’uomo pensa nel suo cuore, così egli è" (Proverbi 23:7); cioè quello che pensiamo è ciò che diventiamo. Se manteniamo una mentalità di povertà, vivremo da miserabili; se coltiviamo il vittimismo, vivremo come vittime; se non rinnoviamo la nostra mente, vivremo nel fallimento, senza realizzare il proposito che Dio ha preparato per noi. È importante avere un concetto equilibrato di noi stessi, perché un’idea troppo bassa ci porta a discriminare noi stessi, mentre una troppo alta ci porta a discriminare gli altri; tuttavia, Dio ci ama tutti allo stesso modo e ha compiuto la stessa opera per tutta l’umanità.
Romani 12:3; “Infatti, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che si trovi fra voi di non avere alcun concetto più alto di quello che conviene avere, ma di avere un concetto sobrio, secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno.“
La grazia e la fede sono doni di Dio a cui dobbiamo solo ubbidire, ricordando che la stessa opera che Lui vuole compiere in noi desidera realizzarla anche nella vita dei nostri fratelli, perciò la nostra sobrietà deve essere equilibrata e non basata su un concetto basso o alto di noi stessi, ma sulla grazia di Dio presente nella nostra vita. Parliamo ora di modi di pensare che spesso paralizzano il potenziale di Dio nella nostra vita. Il primo modo di pensare è la mentalità della limitazione: se abbiamo una mentalità limitata, saremo limitati in tutto, pensando di non riuscire, di non essere capaci, di non farcela. Quante volte ci siamo trovati davanti a sfide e abbiamo dichiarato parole di sconfitta? Questo è un modo di pensare che porta distruzione. L’opposto è la mentalità di espansione: Dio vuole che ci espandiamo, come dice Isaia, stendendo i pioli, allungando la tenda. Dobbiamo acquisire la mentalità illimitata di Dio per affrontare le sfide della vita con fede, perché niente è impossibile per chi crede; se invece ci vediamo limitati, finiamo per limitare anche l’opera di Dio nella nostra vita. Il secondo modo di pensare è la mentalità dell’impossibile: iniziamo una nuova cosa o un nuovo lavoro e subito pensiamo che non ce la faremo, troviamo scuse, pensiamo all’impossibilità. Anche quando dobbiamo pregare per qualcuno, spesso pensiamo che non accadrà nulla, ma dobbiamo credere che Dio è l’Iddio delle cose impossibili. I sensi di colpa limitano Dio: se litighiamo con il coniuge e poi dobbiamo andare a parlare di Gesù, non dobbiamo bloccarci, ma andare. Sappiate che Dio non confermerà mai la persona, ma confermerà sempre la Sua parola. La cosa più difficile per Dio è cambiare la mentalità di un popolo, perché non è coinvolta la Sua sovranità, ma la nostra volontà. Israele uscì dall’Egitto ma non cambiò la sua mentalità, rimanendo schiavo e non entrando nella terra promessa, dimostrando che una mentalità limitata impedisce a Dio di compiere le Sue promesse nella nostra vita. Loro sono usciti dalla schiavitù, ma non hanno mai abbandonato quella mentalità, rimanendo con l’attitudine da perdenti, al punto che, su circa due milioni di persone uscite dall’Egitto, solo due sono entrate nella terra promessa. Eppure, Egli li ha chiamati Israeliti, cioè coloro che pensano come Lui pensa; infatti, Israele significa principe di Dio. Ma loro non hanno permesso a Lui di trasformare il loro modo di pensare. Sapete, a volte noi incolpiamo Dio perché le cose non succedono, ma Dio ci sta dicendo: abbiamo bisogno di cambiare la nostra mentalità, di acquisire i suoi pensieri. Purtroppo, non avendo mai cambiato la loro mentalità, si sono continuati a vedere come prima, e per questo non sono entrati nella terra promessa. Per Dio è stato più facile liberarli dalla schiavitù degli egiziani che cambiare la loro mentalità, così come per noi è stato più facile farci nascere di nuovo che trasformare la nostra mente, perché in questo serve la nostra volontà. Il rinnovamento della mente è una nostra responsabilità; perciò il nostro compito è cambiare la mentalità e acquisire quella di Dio nella nostra vita. Un altro motivo è la mentalità della stanchezza, che ci porta a dare sempre la colpa alla chiesa, ai fratelli o al pastore, ma la responsabilità di cambiare i nostri pensieri è solo nostra. C’è poi la mentalità della mediocrità, che ci fa pensare in modo mediocre nel vestire, nel parlare e nel mangiare, cercando sempre il risparmio, mentre Dio è l’Iddio dell’eccellenza. Quando facciamo qualcosa, dobbiamo farlo al cento per cento, lodando Dio con tutta la nostra forza come Davide che danzava davanti all’arca, e offrendo, lodando e servendo con tutto il cuore. Il modo in cui Lo serviamo riflette chi Egli è per noi: non è degno della nostra mediocrità, ma della nostra eccellenza. Rifiutiamo quindi la mentalità dell’impossibilità e della limitazione. Anche la mentalità della povertà è un ostacolo, perché la povertà è un modo di pensare, una cultura, uno spirito. Siamo figli del Padrone del cielo e della terra, “Mio è l’oro, mio è l’argento” (Aggeo 2:8).
2°Corinzi 8:9; “Voi conoscete infatti la grazia del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.”
Gesù si è spogliato di tutto affinché noi potessimo ricevere ricchezza: lo dice la Bibbia. Ora, questo non significa che saremo tutti milionari ma significa avere una mentalità di progresso. Dalla nostra conversione stiamo lavorando per mantenere una mentalità di progresso, non solo nel lato finanziario, ma anche nella vita spirituale, e nessuno può lamentarsi dicendo di essere ignorante o di non aver studiato, perché Dio non ha figli ignoranti. Quando noi bramiamo la presenza di Dio e vogliamo avere progresso nella nostra vita spirituale, Dio è in accordo con noi. Parliamo di progresso nella vita spirituale, nella famiglia, nello spirito, nell’anima, nel corpo e in ogni area della nostra vita. Rimuoviamo dalla nostra vita la mentalità di mediocrità e accogliamo quella d’eccellenza che Dio ci ha donato; richiede sudore e sacrificio, ma alla fine ci riusciremo, alla fine lo realizzeremo. La Bibbia, nel libro dei Proverbi, si rivolge al pigro dicendo: “Va' dalla formica, o pigro, considera le sue abitudini e diventa saggio.” (Proverbi 6:6), sottolineando che essa non fa nulla di straordinario, ma si accorda con le altre formiche. Anche noi dobbiamo imparare da lei, che lavora intensamente e non si rilassa mai, perché se desideriamo progresso in ogni area della nostra vita, famiglia, lavoro, corpo e vita spirituale, dobbiamo impegnarci con costanza, evitando ogni forma di mediocrità. Se non stiamo progredendo, il problema è la nostra mente, è una mentalità che ci sta limitando. L’opposto del progresso positivo, che è una cosa divina, è la conformità: ci adattiamo alla malattia, all’infermità, al mal di schiena, alla scarsità nella nostra casa, alle circostanze e alla povertà.
Romani 12:2; “E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.”
Questo si chiama progresso: la parola predicata ci sfida a cambiare, crescere, progredire e ad acquisire la visione di Dio nella nostra vita, trasformando il nostro stile di vita. Sapete, noi non andiamo in Chiesa per accontentarci, ma per essere sfidati dalla Parola, perché sappiamo di potercela fare, consapevoli del grande potenziale che abbiamo dentro e certi di poter realizzare ciò che Dio ha preparato per la nostra vita. Un’altra mentalità è quella del “cessazionismo”, una dottrina che afferma che i doni soprannaturali dello Spirito Santo, come il parlare in altre lingue, la profezia, le guarigioni, i miracoli, i segni e i prodigi, siano cessati con la morte dei dodici apostoli o con la conclusione del Nuovo Testamento. In altre parole, questa dottrina sostiene che Dio non compia più miracoli, non possa più prosperare, guarire o trasformare la nostra vita, ma questa è una grande bugia dell’inferno. Infatti, la Parola di Dio dice in Ebrei 13:8: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre”, perciò Egli continua a guarire, liberare, prosperare e trasformare, perché non è cambiato. Un altro motivo è che quando non rinnoviamo la nostra mente, la nostra condotta verrà modificata. Dio ha un grande proposito per la nostra vita, vuole fare grandi cose per noi, però senza rinnovamento della mente è come se noi camminassimo nel giogo sbagliato. Il giogo è quell’affare che mettono due buoi, con il più giovane che viene guidato dal più anziano, mostrandogli la via. Senza rinnovamento, è come se venissimo guidati nel fallimento, fuori dal proposito di Dio, perché la nostra condotta cambia e limita le prospettive del nostro futuro. Nel futuro ci vediamo malati, poveri, tristi e limitati, perché tali sono i nostri pensieri; ma quando rinnoviamo la mente, iniziamo a vedere il nostro futuro migliore del nostro presente. Non ci sarà progresso nella nostra vita senza rinnovamento, perché prima lo vediamo nella mente e poi lo viviamo nella pratica: prima lo concepiamo mentalmente e poi lo realizziamo concretamente. L’ultima cosa da ricordare è che quando non rinnoviamo la nostra mente, abortiamo il proposito di Dio per la nostra vita. In altre parole, Dio ci dirà: “Io ti ho chiamato a servirmi in quest’area specifica”, e noi risponderemo con una risata, ma sarà una risata d’incredulità, perché non ci crediamo. Questa è la ragione per cui, senza il rinnovamento della mente, rischiamo di allontanarci dal proposito che Dio ha per noi, impedendo così che la Sua volontà si compia pienamente nella nostra vita.