L'Adorazione che porta la Gloria
L'ADORAZIONE CHE PORTA LA GLORIA
Casavatore 03-11-2024 PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO
La settimana scorsa abbiamo trattato un tema fondamentale per la nostra vita, relativo alla lode e all’adorazione, dando inizio a una nuova serie di insegnamenti che approfondiranno questo argomento. Quindi, prepariamoci a entrare in una comprensione più profonda dell’adorazione autentica che ci conduca a un rapporto più intimo con Dio. Il Pastore ha iniziato raccontando che durante il Revival 2024 a Monza, l'apostolo Lirio Porrello ha condiviso un messaggio che ha risuonato con quanto discusso nel mese di ottobre: una chiamata a una “transizione verso l'ultima gloria”. Questa è una transizione spirituale che ci prepara per un risveglio caratterizzato dalla gloria di Dio, un risveglio che non dipenderà da un singolo leader o profeta, ma sarà portato avanti dall'intera Chiesa, chiamata a manifestare la gloria di Dio in tutta la Sua pienezza. Desideriamo essere pronti affinché, quando Dio si muove, possiamo rispondere senza esitazioni, con cuori allineati alla Sua volontà.
Salmo 37:4; “Prendi il tuo diletto nell’Eterno ed egli ti darà quel che il tuo cuore desidera.”
Uno dei rischi più gravi per la Chiesa di oggi è la tendenza a trasformare l’adorazione in un semplice intrattenimento. Molte congregazioni, forse per cercare di attrarre persone o di mantenere la loro attenzione, stanno mettendo al centro spettacoli e programmi, anziché una vera adorazione. Tuttavia, Dio non ci ha chiamati a fare intrattenimento, ma a essere veri adoratori, che Lo onorano in spirito e verità, poiché l’autentica adorazione si fonda non solo sul talento musicale, ma sull’unzione divina.
Isaia 10:27; 27 In quel giorno avverrà che il suo carico sarà allontanato dalle tue spalle e il suo giogo dal tuo collo; il giogo sarà distrutto dall'unzione dell'olio».
L’unzione di Dio spezza i giogo e trasforma profondamente le persone, portandole a una comunione autentica con Lui. Senza unzione, anche il talento migliore rimane sterile, incapace di produrre cambiamenti reali nei cuori delle persone. Quando l’unzione è presente, tuttavia, persino il più semplice dei canti può diventare un canale di trasformazione e liberazione per coloro che ascoltano. L’unzione è ciò che porta la presenza di Dio nella nostra lode, ed è ciò che fa la differenza tra un’esibizione e un’adorazione che tocca il cuore di Dio. Un altro errore comune è trasformare l’adorazione in un momento dedicato ai nostri bisogni personali. Sebbene sia naturale che ci siano momenti di preghiera in cui portiamo le nostre necessità a Dio, la vera adorazione dovrebbe sempre essere centrata su Dio stesso, non su di noi. Alcuni canti toccano il cuore in modo emotivo, ma non lodano direttamente Dio. La vera adorazione dovrebbe mettere Dio al centro, non le nostre richieste o emozioni. Per esempio, alcuni canti possono evocare sentimenti forti e toccare i nostri cuori, ma Dio desidera che Lo adoriamo per Chi Lui è, non solo per ciò che può fare per noi. Nella Scrittura troviamo un avvertimento sull’importanza di un’adorazione che sia stabilita e ordinata da Dio stesso. La storia di Nadab e Abihu, figli di Aronne, raccontata in Levitico, è un esempio di cosa accade quando si offrono atti di adorazione che Dio non ha comandato.
Levitico 10:1; 1 Poi Nadab e Abihu, figli di Aaronne, presero ciascuno il proprio turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra l'incenso e offrirono davanti all'Eterno un fuoco illecito, che egli non aveva loro comandato.
Questo episodio ammonisce la Chiesa a fondare ogni atto di adorazione sui comandi di Dio, evitando così di offrire un "fuoco estraneo" non gradito e mantenendo un’adorazione autentica che rifletta una vita realmente consacrata. Dio stesso, attraverso Mosè, sottolinea che coloro che si avvicinano a Lui devono farlo in santità e obbedienza, affinché Egli sia glorificato davanti al Suo popolo. Infatti, questo concetto di “fuoco estraneo” viene ulteriormente approfondito, spiegando che rappresenta un tipo di adorazione priva di santità e obbedienza, basata unicamente su performance o emozioni. Inoltre, l’assenza della potenza di Dio è una caratteristica del fuoco estraneo; infatti, un’adorazione che si limita al talento umano, senza essere accompagnata dalla potenza dello Spirito, può toccare solo le emozioni dei presenti ma non trasformarli. Gesù ci ha insegnato che Dio cerca persone che non si limitino a compiere azioni esteriori, ma che adorino in spirito e verità, con sincerità e autenticità. Nel Vangelo di Matteo, Gesù cita Isaia per mettere in evidenza l’importanza di avere un cuore sincero nella lode.
Matteo 15:7-8; 7 Ipocriti, ben profetizzò di voi Isaia, quando disse: 8 "Questo popolo si accosta a me con la bocca e mi onora con le labbra; ma il loro cuore è lontano da me.
La vera adorazione nasce da un cuore puro e desideroso di conoscere Dio, perché non è sufficiente cantare o parlare di Lui; è fondamentale che la nostra lode rifletta la nostra fede e il nostro amore per Lui, esprimendo il nostro profondo desiderio di avvicinarci a Dio. Nel Libro dell’Apocalisse impariamo che l'obiettivo di Dio è una vera adorazione continua, che si esprime attraverso una lode completamente centrata su di Lui.
Apocalisse 4:8; 8 I quattro esseri viventi avevano ognuno sei ali e intorno e dentro erano pieni di occhi; e non cessano mai, né giorno né notte, di dire: «Santo, santo, santo è il Signore Dio, l'Onnipotente, che era, che è e che ha da venire!».
In questo passaggio, gli esseri celesti adorano Dio senza mai cessare, mostrando che l’adorazione deve essere totalmente rivolta a Lui, senza distrazioni o compromessi. In cielo, l’adorazione è esclusivamente centrata sulla santità e maestà di Dio, senza alcun riguardo per i bisogni individuali degli esseri celesti; anche noi siamo chiamati a fare lo stesso, lodandolo e glorificandolo con tutto il cuore. Dio ha donato a molti di noi talenti da usare per lodarlo, ma è l’unzione che trasforma la lode in qualcosa di potente, capace di spezzare i gioghi, guarire e liberare le anime. In Apocalisse Dio viene descritto come il Creatore che merita tutta la gloria e l’onore:
Apocalisse 4:11; 11 «Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create».
Vivere per dare gloria a Dio ci consente di adorarlo in modo autentico e di sperimentare la Sua potenza, perché un’adorazione genuina significa dare gloria a Dio con la propria vita e mantenere un atteggiamento costante di rispetto e onore verso di Lui. Un altro tema fondamentale in atto oggi è la transizione della Chiesa da semplice tempio, che serve, a sposa di Cristo, che adora. Questo cambiamento di identità è descritto come un passaggio cruciale per la comunità cristiana, che deve imparare a vivere la propria relazione con Dio con un cuore innamorato e fedele. La Chiesa è chiamata a non essere solo un luogo fisico dove si svolgono attività di culto, ma a diventare la sposa innamorata di Cristo, che vive nella Sua presenza e attende il Suo ritorno. Questa trasformazione implica un cambiamento di mentalità: non si tratta solo di compiere doveri religiosi, ma di vivere ogni giorno in adorazione e intimità con Dio. Questo farà sì, che nelle attività quotidiane, noi possiamo sentire il desiderio spontaneo di lodare Dio, segno che lo Spirito Santo ci sta attirando verso la Sua presenza. Essere sposa di Cristo significa avere un cuore che si muove verso Dio, pronto a rispondere alla Sua chiamata in qualsiasi momento. Nell’adorazione c’è un potere che Dio ha posto nel suono della nostra voce; infatti, un ulteriore segno di questa transizione è il rilascio di un nuovo canto, un suono che glorifica Dio e risveglia il cuore della sposa. La storia del crollo delle mura di Gerico è un esempio perfetto di come il suono, se guidato da Dio, può trasformare una situazione impossibile. Israele camminò in silenzio intorno alle mura di Gerico per sei giorni, ma al settimo giorno, al suono dello shofar e al grido del popolo, le mura crollarono, dimostrando così che c’è potenza nella lode espressa con fede e ubbidienza. Ogni volta che adoriamo con sincerità, Dio si muove e cambia l’atmosfera spirituale intorno a noi, mentre la nostra voce, unta dallo Spirito Santo, diventa un veicolo di potenza capace di abbattere le mura spirituali e aprire nuove porte. Nella Bibbia troviamo tre arcangeli principali: Michele, il capo dell’esercito celeste; Gabriele, il messaggero; e Lucifero, che originariamente era l’adoratore. Sebbene Lucifero avesse inizialmente un ruolo sacro, quando si ribellò divenne Satana, perdendo il suo proposito e il suo ruolo. Questo ci ricorda l’importanza dell’adorazione e della fedeltà al proposito che Dio ha per noi, perché altrimenti rischiamo di perdere la nostra vera identità. Nei Salmi c’è un passo che ci esorta a cantare un nuovo canto al Signore:
Salmo 40:3; 3 Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico a lode del nostro DIO; molti vedranno questo e tremeranno, e confideranno nell'Eterno.
Dio desidera darci nuovi canti, segno di una Chiesa risvegliata e pronta a vivere in comunione con Lui, canti che hanno il potere di scacciare le tenebre e risvegliare il popolo. Sapete, tra i ministeri della Chiesa, il gruppo di lode è quello più attaccato dal nemico, perché il diavolo è consapevole del potere della musica nel condurre i cuori verso Dio. Per questo motivo è fondamentale che il gruppo della lode rimanga puro e unito, evitando ambizioni personali o desideri di esibizione, perché l’adorazione deve essere una risposta sincera a Dio, non una ricerca di approvazione umana. Quando il gruppo della lode rimane fedele alla propria chiamata, la presenza di Dio si manifesta in modo tangibile nella comunità, portando guarigione, liberazione e miracoli. Dio chiama la Chiesa a non rimanere statica; per questo, dobbiamo comprendere che il suo risveglio spirituale si basa su tre elementi fondamentali: “rivelazione”, “adorazione” e “preghiera continua”. Senza una rivelazione costante di Dio, la crescita spirituale della Chiesa è limitata, perché Egli non può manifestarsi in una comunità che non riceve rivelazione, essendo la Sua presenza legata a una costante apertura alla novità dello Spirito. Quando la Chiesa adora Dio con sincerità, è in grado di ricevere nuove rivelazioni su di Lui, e questo permette alla comunità di sperimentare livelli più profondi di conoscenza e intimità con Dio. In altri termini, il livello di rivelazione di una Chiesa determina il grado di manifestazione della potenza divina. Una comunità che conosce Dio solo come Salvatore sperimenterà un aspetto limitato della Sua presenza, ma una Chiesa che conosce i vari aspetti di Dio può vivere una comunione più completa con Lui. La Bibbia usa circa 300 nomi per descrivere Dio, ognuno dei quali rappresenta un aspetto del Suo carattere e delle Sue opere, e noi ne conosciamo solo 7; conoscerli significa scoprire chi Egli è e cosa compie, poiché ogni nome svela una parte della Sua natura. Ricordiamo Giacobbe: da "imbroglione", Dio lo trasformò in "Israele", ossia "principe di Dio", cambiando così anche il suo carattere. Lo stesso accadde con Pietro, il cui nome originario, Simone, significava "canna" e rappresentava l'instabilità, ma Dio lo ribattezzò Pietro, ovvero "pietra", come simbolo di stabilità. Un'adorazione profonda e autentica ci permetterà di comprendere chi è Dio attraverso i Suoi nomi, consentendoci di entrare in una relazione più intima con Lui e di abbracciare le diverse dimensioni della Sua essenza. Gesù stesso ha insegnato l’importanza di avvicinarsi a Dio con il cuore di un bambino.
Matteo 21:16; 16 e gli dissero: «Senti tu ciò che questi dicono?». Gesù disse loro: «Sì! Non avete mai letto: "Dalla bocca dei bambini e dei lattanti, tu ti sei procurato lode"?».
I bambini rappresentano un modello di adorazione pura, non contaminata da pensieri carnali o da ambizioni umane. Dio cerca un’adorazione semplice e sincera, che nasca da un cuore grato e libero dalle preoccupazioni, ed essere come bambini significa abbandonare la complessità dei pensieri mondani per presentarsi a Lui con un cuore puro e trasparente. La Bibbia insegna che Dio apprezza una lode spontanea e genuina, che scaturisce dalla semplicità, perché questo tipo di adorazione ci consente di entrare in una comunione profonda con Lui, sperimentando la Sua presenza in modo tangibile.
Giovanni 4:22; 22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei.
Gesù disse queste parole alla Samaritana, per ricordarci che molte persone adorano ciò che non conoscono, e questo accade perché dentro di noi c'è un desiderio innato di adorare. La parola "adorazione" è collegata al concetto di valorizzare; quindi, ciò che noi consideriamo di valore è ciò che adoriamo. Dobbiamo dare a Dio il valore che merita e adorarlo, evitando di attribuire la nostra adorazione a cose come il denaro, il lavoro e le cose materiali, che non meritano la nostra venerazione. Nel verso successivo di Giovanni, Gesù rivela l’essenza dell’adorazione autentica quando afferma:
Verso 23; 23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede.
Questo passaggio enfatizza che Dio cerca adoratori che non siano focalizzati su sé stessi, ma che pongano il Padre al centro della propria adorazione. L’adorazione in “spirito e verità” è pura, non influenzata dai desideri personali, e invita a vivere una relazione trasparente con Dio, senza nascondere nulla. Adorare in spirito indica fare spazio a Dio in ogni aspetto della propria vita, lasciando che il Suo Spirito operi senza ostacoli. Gesù chiarisce che l’adorazione non può essere basata solo sulle emozioni o sui propri bisogni, ma un autentico adoratore si avvicina a Dio con sincerità e umiltà, lasciando da parte ogni pretesa. Quando adottiamo questa mentalità, diventiamo sempre più conformi all’immagine di Dio, avvicinandoci al Suo carattere e alle Sue virtù; infatti, più la nostra adorazione cresce, più riflettiamo l’amore, la compassione e la pazienza di Cristo. Una Chiesa trasformata è direttamente legata al livello di adorazione dei suoi membri, influenzando la loro stessa natura.
2°Corinzi 3:18; 18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.
Questo principio evidenzia che diventiamo simili a ciò che adoriamo, perché l’adorazione di Dio ci conduce a una conformità sempre maggiore con il Suo carattere e la Sua gloria. Dio non cerca semplicemente musicisti o cantanti, ma adoratori che, riflettendo il cuore di Cristo, si trasformano in ambasciatori della Sua presenza. Quando noi adoriamo Dio con sincerità, ci avviciniamo al Suo cuore e sviluppiamo qualità divine, come l’amore e la compassione, che ci permettono di testimoniare il Suo messaggio al mondo. Dio desidera che il Suo popolo si immerga in questa trasformazione, diventando una testimonianza visibile della Sua natura e vivendo una relazione fondata sull’amore e la fedeltà.