La Verità sulla Seconda Venuta di Gesù
LA VERITÀ SULLA SECONDA VENUTA DI GESÙ
Casavatore 21-09-2025 PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO
Cominciamo subito con il leggere qualche verso:
Matteo 24,44: "Perciò anche voi siate pronti, perché nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà»."
Apocalisse 1:7; "Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo hanno trafitto; e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, amen.”
Questo parla della seconda venuta di Gesù, e quindi noi trattiamo questa realtà, “La Verità sulla Sua Seconda Venuta”, per non essere ingannati dalle bugie che ci sono attorno, perché Gesù ha detto che la verità è quella che ci rende liberi. Noi sappiamo che la Bibbia parla del rapimento, e quando avverrà il mondo intero catturerà quel momento, i cellulari, le telecamere di sicurezza e i videocitofoni registreranno la grande scomparsa. Il mondo sarà scioccato per i filmati che diventeranno virali, le persone scomparse davanti agli occhi della gente saranno riprese dalle telecamere, e questo evento non sarà una teoria ma realtà. Quando Cristo verrà per il Suo popolo avverrà in un batter d’occhio, i morti risusciteranno, milioni lasceranno questo pianeta in un istante, ma milioni saranno lasciati indietro. Ci sarà caos sulla terra ma gioia nei cieli, questo sarà il rapimento, e anche se non sappiamo quando avverrà è fondamentale sapere cosa dice la Bibbia su questo giorno. La domanda è: se avvenisse oggi, saremmo pronti? Quante persone hanno bisogno di prepararsi per il rapimento e per il ritorno di Gesù? Noi abbiamo la responsabilità di predicare loro l’evangelo che cambia la vita e il destino eterno dalle tenebre alla luce, dal regno di Satana al Regno di Dio, e questo dobbiamo averlo nel cuore. Quindi, dobbiamo parlare della verità sulla seconda venuta di Gesù per essere pronti, ma non solo per noi stessi, vogliamo che tanti si preparino al ritorno glorioso di Gesù. Nella seconda epistola di Pietro capitolo tre ci poniamo la domanda: a quanti interessa il tema degli ultimi tempi? È importante perché Dio vuole che comprendiamo la verità che ci rende liberi, mentre nel mondo ci sono milioni di bugie. Molte notizie di oggi parlano degli ultimi tempi, e se conosciamo la Parola riconosciamo che si tratta di questi tempi. Negli ultimi cinquant’anni gli scienziati hanno studiato meteoriti e asteroidi con il rischio che possano colpire la terra, e cercano soluzioni per deviarli, ma noi sappiamo da Apocalisse 8 che questo accadrà, e nessuno potrà fermarlo. Lì vediamo quattro fasi: cadranno come pioggia sulla terra colpendola, causeranno distruzione, un terzo delle acque sarà contaminato e milioni moriranno, infine un fumo oscurerà sole e luna. Noi, però, non dobbiamo avere paura, perché ciò che è scritto succederà, ma c’è una verità più grande. E oggi ne parliamo non come persone che non conoscono i fatti, ma come persone che hanno ricevuto da Dio autorità spirituale e autorità biblica per trattare questo argomento. Questo è importante perché oggi ci sono tante persone che compaiono sui social o su YouTube e iniziano a insegnare e a dire cose sugli ultimi tempi che non sono in coerenza con la verità, sono pensieri umani, situazioni che nascono dagli uomini ma non dal cuore di Dio. Ora quello che dobbiamo comprendere è che abbiamo una casa spirituale, un pastore e degli anziani, e non dobbiamo restare nell’ignoranza riguardo la teologia, ma presentare le nostre domande, parlare e confrontarci, perché ci sono una scuola di formazione e luoghi preparati da Dio per noi. In questo modo non ripetiamo ciò che ascoltiamo su YouTube, perché non ci interessa cosa dicono lì; a noi interessa solo ciò che dice la Parola di Dio, perché l’unica verità che ci renderà liberi è esclusivamente la Parola di Dio. Quindi, non dobbiamo spaventarci ma renderci conto che non abbiamo motivo di temere per le cose che stanno per accadere sulla terra, perché quello che è scritto nell’Apocalisse, capitolo 8, non riguarda la Chiesa, la quale sarà già rapita in cielo, ma dobbiamo pensare a chi rimarrà. Non lo facciamo commiserandoci ma predicando loro la verità, perché la verità è ciò che li renderà liberi; così come noi abbiamo la certezza che Gesù ritornerà e che saremo con lui per l’eternità, anche loro hanno bisogno di ricevere questa certezza. Questo è possibile anche per loro, e il periodo di riferimento sarà quello dei famosi sette anni, le cinquanta settimane di Daniele, la quarantanovesima settimana che si è fermata con la venuta di Gesù. Noi viviamo nel tempo della grazia, e la Scrittura dice: “Se oggi udite la voce del Signore non indurite il vostro cuore”, e ancora “chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”. Gli angeli non conoscono ciò che noi abbiamo sperimentato passando dalla morte spirituale alla vita, perciò non saranno loro a predicare, ma siamo noi ad avere questa responsabilità. Se amiamo i nostri figli, i nostri parenti, i nostri amici, la nostra città e la nostra nazione, non li lasceremo nell’ignoranza, ma predicheremo loro la verità, strappando anime dalle tenebre per portarle alla luce. Questo è il vero amore, non parole ma fatti: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unigenito Figlio affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna”, perciò c’è urgenza di predicare l’evangelo oggi, non domani. In 2°Pietro 3:2-9 l’apostolo ricorda di tenere presente la parola dei profeti e il comandamento di Gesù Cristo, perché la natura umana dimentica. Egli dice: “Prima di tutto dovete sapere questo: che negli ultimi giorni verranno degli schernitori”, persone che si beffano di Dio e che camminano secondo le proprie concupiscenze, rifiutando di pentirsi, volendo essere dio di sé stessi come accadde nell’Eden quando il diavolo disse: “Voi non morrete affatto, anzi sarete come Dio”. Essi diranno: “Dov’è la promessa della sua venuta?”, sostenendo che tutto continua come dall’inizio della creazione, ma dimenticano volontariamente che Dio creò i cieli e la terra, che il mondo perì nel diluvio, e che ora i cieli e la terra sono riservati al fuoco per il giorno del giudizio. Dio non distruggerà più con l’acqua, come mostrato dal segno dell’arcobaleno, ma con il fuoco. Questa consapevolezza ci chiama a rimanere saldi nella Parola, a non lasciarci distrarre dagli schernitori e a predicare con urgenza, perché il ritorno di Cristo è certo, e noi dobbiamo essere trovati pronti e fedeli nel compiere la volontà di Dio.
Verso 8; "Ora, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: che per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno."
Non dice che un giorno è come cento o dieci anni, ma come mille anni, e mille anni come un giorno. L’apostolo Pietro ci presenta la prospettiva di Dio, che è l’unica verità. Da quando Gesù è venuto la prima volta sono passati circa duemila anni, quindi nella prospettiva di Dio sono appena due giorni, ed è per questo che quando gli schernitori chiedono: "Dov’è la sua seconda venuta?", dobbiamo capire che per Dio il tempo scorre diversamente. Il verso successivo, spiega che il Signore non ritarda, Egli è puntuale, come lo fu con Lazzaro, perché Dio non arriva mai in ritardo.
Verso 9; “Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento.”
Ogni giorno Dio offre opportunità alle famiglie, agli amici e alle nazioni che non credono, affinché si pentano e confessino Gesù come Signore. È per misericordia che Gesù non è ancora tornato, ma la sua promessa è sicura: Egli ritornerà. Il ritorno di Gesù è più certo delle nostre certezze naturali, ed è garanzia per la nostra vita, poiché se ci sono circa trecento profezie sulla sua prima venuta, ve ne sono il doppio sulla seconda, e come la prima volta è venuto quando nessuno se l’aspettava, così sarà anche al suo ritorno, quando rapirà la sua Chiesa e tornerà per la seconda volta. Gesù ha parlato del suo ritorno in molti modi, e un esempio lo vediamo nel momento della sua crocifissione, quando fu istituito un tribunale per accusarlo. In Matteo 26 leggiamo che Gesù venne arrestato e processato sia dai Romani che dai Giudei. Nel processo romano fu accusato perché si era proclamato re, ma per i Romani non poteva esserci un altro re oltre Cesare, mentre noi sappiamo che Egli è il Re dei re e il Signore dei signori, colui che ha vinto la morte. Nel processo dei Giudei, invece, cercarono testimoni per accusarlo, ma non ne trovarono e ricorsero a falsi testimoni.
Matteo 26:62; "Allora il sommo sacerdote, alzatosi, gli disse: «Non rispondi nulla a ciò che costoro testimoniano contro di te?»."
Gesù non rispose, sapendo che erano menzogne.
Verso 63-64; "Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote replicò dicendo: «Io ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se sei il Cristo, il Figlio di Dio». 64 Gesù gli disse: «Tu l'hai detto! Anzi io vi dico che in avvenire voi vedrete il Figlio dell'uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo»."
Queste parole confermano la sua seconda venuta.
Verso 65; "Allora il sommo sacerdote stracciò le sue vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; quale bisogno abbiamo più di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia."
In quel momento il sommo sacerdote lo consegnò a Pilato per essere crocifisso. Il sommo sacerdote si agitò così tanto perché Gesù stava citando Daniele 7:13-14, dove il profeta ebbe una visione notturna e dice: “Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; …” Gesù usa spesso questa espressione riferendosi a quanto profetizzato da Daniele, “… egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. 14 A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto»”. Questo è il motivo per cui il sommo sacerdote si strappò le vesti, perché Gesù si identificava come il Messia, vero uomo e vero Dio, a cui appartengono gloria e regno e che tutte le nazioni serviranno. Noi siamo parte del Suo Regno, non importa la nostra provenienza o l’aspetto, perché Gesù ha detto che verrà sulle nuvole nella gloria e ritornerà come ha dichiarato, testimoniando profeticamente le parole di Daniele e identificandosi come il Figlio dell’uomo. Non solo Gesù, ma anche gli apostoli hanno testimoniato della sua venuta. Pietro parla della seconda venuta nelle sue epistole, Giovanni scrive l’Apocalisse, che significa rivelazione e non deve farci paura perché Dio rivela i tempi della fine. Paolo, nella seconda lettera ai Tessalonicesi, chiarisce il ritorno del Signore, scrivendo perché i credenti erano confusi da falsi insegnanti che dicevano che Gesù non sarebbe più tornato o che era già tornato.
2°Tessalonicesi 2:1-3; "Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui, 2 di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto."
Paolo esorta a non lasciarsi ingannare da false lettere, profezie o spiriti, perché il giorno di Cristo non era venuto allora e non è ancora venuto oggi.
Verso 3; "Nessuno v'inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e prima che sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, cioè l’anticristo".
Anche gli angeli parlano della seconda venuta infatti, nel libro degli Atti, durante l’ascensione, quaranta giorni dopo la risurrezione, Gesù fu portato in cielo sul monte degli Ulivi.
Atti 1:9-11; "Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu sollevato in alto; e una nuvola lo accolse e lo sottrasse dai loro occhi. 10 Come essi avevano gli occhi fissi in cielo, mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono loro, 11 e dissero: «Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che è stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo»."
Egli è andato in cielo accolto da una nuvola e ritornerà sulla nuvola per rapire la sua chiesa. È glorioso sapere che abbiamo la testimonianza di Gesù che parla del Suo ritorno, la testimonianza degli apostoli, degli angeli, dello Spirito Santo e della Chiesa. Apocalisse 22:17 dice: “E lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ode dica: «Vieni». …”; lo Spirito Santo testimonia nel nostro spirito che Gesù deve ritornare, non è una favola, è la verità. Noi dobbiamo dichiarare a chi non è salvato che Gesù sta tornando e invitarli a prepararsi, perché il nostro amore ci spinge a predicare la verità affinché non rimangano nei guai e possano arrendersi a Cristo. La Chiesa, attraverso il credo apostolico, conferma che Gesù è salito in cielo, siede alla destra del Padre e ritornerà per giudicare vivi e morti; qualsiasi profezia o persona che dica il contrario è da respingere, perché Gesù sa esattamente che deve tornare e tornerà per rapire la Sua Chiesa per portarla con sé per l’eternità. Le profezie bibliche mostrano ciò che accadrà sulla terra: milioni di persone moriranno durante i sette anni di tribolazione, tre anni e mezzo di tribolazione e tre anni e mezzo di grande tribolazione, quando Satana si mostrerà e porterà distruzione. Per questo, non dobbiamo vivere egoisticamente pensando solo a noi, ma dobbiamo far conoscere la verità a chi ci sta attorno, perché oggi è il tempo della grazia, della pazienza e della misericordia di Dio. La Chiesa del primo secolo predicava la Parola ovunque, affrontando persecuzioni e martirio, vivendo l’urgenza del ritorno imminente di Gesù. La Chiesa di oggi, invece, ha perso questa aspettativa, vivendo nel futuro e nell’indifferenza, pensando che Gesù tornerà tra anni o millenni, e così non ha l’aspettativa del Suo ritorno imminente. Se comprendessimo questo segreto, predicheremmo ovunque e a chiunque, perché Gesù sta tornando. Egli ci ha insegnato a vivere nel presente, a non vivere nell’ansia o nell’incertezza del futuro, ma a predicare la Parola insistentemente, a tempo e fuori di tempo, senza rilassarci. Leggendo gli Atti, vediamo come gli apostoli e la Chiesa del primo secolo vivevano con urgenza e aspettativa, salutandosi dicendo “Maranatha”, “Gesù ritorna”, così anche noi dobbiamo essere pronti seguendo questo esempio, vivendo ogni giorno con consapevolezza e zelo per il ritorno del nostro Signore.
Sei tu pronto?
