Rhema 2025

RHEMA 2025 – LINE UP
Casavatore 05-01-2025 PREDICAZIONE: APOSTOLO LIRIO PORRELLO
Come ogni anno, ci uniamo online alla Chiesa di Palermo guidata dall'Apostolo Lirio Porrello per ricevere la parola Rhema che Dio ha preparato per noi, una parola che ci guiderà lungo tutto il 2025. Prepariamoci ad accogliere questa parola nel nostro cuore, pronti a lasciarci trasformare dalla Sua presenza e ascoltiamo con attenzione, perché questa è una parola speciale, che porterà direzione e rivelazione per la nostra vita, quindi, apriamoci pienamente a ciò che Dio vuole comunicarci. La parola che definirà quest’anno è “LINE UP”, che significa “Allinearsi” alla volontà divina, permettendo che il Suo volere si realizzi sulla terra come in cielo. Secondo il calendario ebraico, ci troviamo nell’anno 5785: questo numero comincia e termina con il 5, un simbolo di “grazia” che corrisponde anche alla lettera ebraica “He”, formata dall’unione della “Dalet” e della “Yod”. Nell’alfabeto ebraico, ogni lettera è associata a un valore numerico e possiede un significato profetico e simbolico. Sommando le cifre 5+7+8+5 otteniamo 25: ci troviamo dunque in un anno caratterizzato da una doppia grazia, dal soffio divino, dal vento dello Spirito e da una grande raccolta. Se analizziamo le lettere che compongono il santo tetragramma YHVH (“Yod, He, Vav, He”), scopriamo che i loro valori numerici sono 10+5+6+5=26; la lettera “He” compare due volte. Sommandole otteniamo 2+6=8, che rappresenta l’infinito. L’infinito di Dio è quindi celato nel Suo nome stesso. Inoltre, sommando i valori delle due lettere che formano la “He”, cioè la “Yod” e la “Dalet”, otteniamo 4+10=14, questo numero rappresenta la perfezione dell’ordine divino.
Matteo 1:17; 17 Così, tutte le generazioni da Abrahamo fino a Davide sono quattordici generazioni; e da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.
I tempi sono sotto il controllo di Dio, e il numero 14, che ha segnato esattamente le generazioni di questi eventi fondamentali, simboleggia tre aspetti principali:
1. La mano, che rappresenta l’azione; Dio desidera stendere la Sua mano per operare nella nostra vita, essendo il motore di ogni cambiamento, ma rimanendo immutabile; 2. L’oro, simbolo della natura divina e delle realtà celesti; 3. Davide, poiché la somma delle lettere del suo nome, “DVD”, è 14, e ovunque egli andasse portava la perfezione e l’ordine divino.
La quattordicesima lettera dell’alfabeto ebraico, “Nun”, ha un valore numerico di 50, che rappresenta il Giubileo e la Pentecoste. Quest’anno vedremo un incremento della manifestazione dello Spirito Santo e dei Suoi doni. Davide, ottavo figlio, incorpora nel suo nome sia l’infinito di Dio (8) che la perfezione del Suo ordine divino (14).
2°Samuele 5:20; 20 Così Davide andò a Baal-Peratsim, dove li sconfisse, e disse: «L'Eterno ha aperto un varco tra i miei nemici davanti a me, come un varco aperto dalle acque». Per questo chiamò quel luogo: Baal-Peratsim.
Davide comprese che la vittoria non era attribuibile alle sue capacità, ma al potere di Dio, e per questo rinominò quel luogo. Quest’anno i luoghi che un tempo rappresentavano la sconfitta diventeranno simboli di vittoria, trasformando il negativo in positivo, e ciò che necessitava dell’intervento divino sarà raggiunto dalla Sua mano. Davide riconobbe che l’Eterno aveva aperto per lui un varco, segnando l’inizio di qualcosa di nuovo.
1°Samuele 16:23; 23 Ora, quando il cattivo spirito da parte di DIO investiva Saul, Davide prendeva l'arpa e la suonava con la mano; allora Saul si sentiva risollevato e stava meglio, e il cattivo spirito si allontanava da lui.
Laddove regna l’ordine di Dio, il disordine non può esistere. Come già menzionato, la lettera “He” rappresenta il “soffio”, che nella Bibbia è citato in due momenti cruciali: quando Dio plasmò l’uomo e gli insufflò il soffio della vita, e quando Gesù soffiò sui discepoli per rigenerarli in una nuova creazione.
Genesi 2:7; 7 Allora l'Eterno DIO formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente.
Il soffio rappresenta impartizione di vita, poiché il soffio di Dio porta vita e ordine dove non ve n’è.
Giovanni 20:22; 22 E, detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.
Quando Dio soffia, si percepisce un suono e non un rumore; a Pentecoste si udì non un rumore di vento, ma un suono di vento impetuoso, perché Dio è armonia. Per chi è spiritualmente morto nei falli e nei peccati, esiste un processo necessario per avvicinarsi a Lui, conosciuto come: Ravvedimento.
Atti 2:37; 37 Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?». 38 Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.
Il pentimento coinvolge le nostre emozioni, portando rimorso e dispiacere per le azioni sbagliate commesse. Esso nasce dalla grazia di Dio che si manifesta attraverso l’ascolto della testimonianza, ma è preceduto dalla resa che conduce al pentimento. Il ravvedimento, invece, si riferisce alle nostre azioni. Mentre il pentimento è un moto emotivo, il ravvedimento rappresenta una scelta deliberata di cambiamento. Il pentimento ti fa guardare con dispiacere al passato, mentre il ravvedimento ti orienta verso un futuro rinnovato. Senza l’ascolto della Parola, senza pentimento e senza ravvedimento, è impossibile entrare in una relazione autentica con Dio e percepire la Sua presenza nella nostra vita.
“Line Up” significa: pentimento e ravvedimento in allineamento con la volontà di Dio, pronti a collaborare pienamente con lo Spirito Santo.
Matteo 6:10; 10 «…venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà in terra come è fatta in cielo.»
Quando ci allineiamo al cielo, diventiamo portatori dell’armonia celeste sulla terra. La lettera “He” simboleggia anche il “vento”, una delle manifestazioni dello Spirito Santo. Guardando alla storia del popolo d’Israele in Egitto, notiamo come si trovasse di fronte a situazioni apparentemente impossibili; fu lo Spirito Santo a intervenire, trasformando ciò che sembrava irrealizzabile in realtà.
Esodo 14:21-22; 21 Allora Mosè stese la sua mano sul mare; e l’Eterno fece ritirare il mare con un forte vento orientale tutta quella notte e cambiò il mare in terra asciutta; e le acque si divisero. 22 Così i figli d’Israele entrarono in mezzo al mare all’asciutto; e le acque formavano come un muro alla loro destra e alla loro sinistra.
Questo episodio rappresenta un potente esempio della forza dello Spirito Santo: basti pensare alla straordinaria energia necessaria e alla potenza del vento per dividere il mare e mantenerlo aperto per il tempo richiesto al passaggio dell’intero popolo. Questo evento dimostra che con lo Spirito Santo ogni cosa è possibile, poiché la Sua potenza è in grado di eliminare tutte le impossibilità.
Esodo 10:13-15; 13 Allora Mosè stese il suo bastone sul paese d’Egitto; e l’Eterno fece levare un vento orientale sul paese tutto quel giorno e tutta la notte; come venne la mattina, il vento orientale portò le locuste. 14 E le locuste salirono su tutto il paese d’Egitto e si posarono su tutto il territorio d’Egitto in gran quantità. Non c’era mai stato un simile flagello di locuste prima e non ce ne sarà più un altro. 15 Esse coprirono la faccia di tutto il paese, tanto da oscurare la terra; e divorarono tutta la vegetazione del paese e tutti i frutti degli alberi che la grandine aveva lasciato; e non rimase più nulla di verde sugli alberi e sugli arbusti della campagna, per tutto il paese d’Egitto.
Il vento orientale simboleggia il giudizio, rivolto contro il faraone e l’Egitto; fu questo vento a portare le locuste, che distrussero ogni cosa.
Esodo 10:16-19; 16 Allora il Faraone chiamò in fretta Mosè e Aaronne e disse: «Io ho peccato contro l’Eterno, il vostro DIO, e contro voi. 17 Ma ora ti prego, perdona il mio peccato ancora una volta; e supplicate l’Eterno, il vostro DIO, perché soltanto allontani da me questo flagello mortale». 18 E Mosè uscì dal Faraone, e pregò l’Eterno. 19 Quindi l’Eterno fece alzare un vento contrario, un vento di ponente molto forte, che portò via le locuste e le precipitò nel Mar Rosso. Non rimase più neppure una locusta in tutto il territorio d’Egitto.
Il faraone, si pentì e si abbassò umilmente davanti a Dio, a Mosè e ad Aaronne; allora, in risposta alle preghiere di Mosè e Aaronne, Dio trasformò la direzione del vento: da un vento di giudizio (proveniente da est) a un vento di grazia (proveniente da ovest). La frase che segnerà quest’anno è: “Con l’aiuto di Dio, il vento sta cambiando direzione”. Il numero cinque, simbolo della grazia, ricorre frequentemente nelle Scritture. Ad esempio, notiamo che nel sacerdozio levitico di Aaronne, descritto nell’Antico Testamento, vi erano cinque tipi di sacrifici:
1. L’olocausto – Levitico 1; 2. L’offerta di cibo – Levitico 2; 3. Il sacrificio di pace – Levitico 3; 4. Il sacrificio per il peccato – Levitico 4; 5. Il sacrificio di riparazione – Levitico 5.
Inoltre, durante la celebrazione dello Yom Kippur, il giorno dell’espiazione, venivano osservati cinque tipi di digiuno:
1. Rinuncia al cibo e alle bevande; 2. Rinuncia all’uso di profumi e cosmetici; 3. Rinuncia al lavarsi e al fare il bagno; 4. Rinuncia all’uso di calzature in pelle; 5. Rinuncia ai rapporti coniugali.
Il sommo sacerdote, durante questa celebrazione, doveva eseguire il bagno rituale (mikveh) e cambiarsi cinque volte, seguendo un percorso di purificazione necessario per presentarsi davanti a Dio e intercedere per la grazia; un errore in questo processo poteva costargli la vita. Nel momento in cui entrava nel luogo santo, il sommo sacerdote doveva spruzzare con il dito il sangue sette volte sul lato est del propiziatorio, un gesto che simboleggiava la perfezione del sacrificio e indicava che "Gesù è il sole di giustizia".
Michea 6:8; 8 O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo DIO?
Quando sei umile, ti rendi disponibile a ricevere insegnamenti perché Dio conduce i mansueti e istruisce coloro che hanno un cuore umile.
Tito 2:14; 14 il quale ha dato sé stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere.
Il popolo di Dio deve essere lo specchio della Sua bontà sulla terra.
Ebrei 6:1-2; 1 Perciò, lasciando l’insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi, dell’imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno;
Non si può avvicinarsi a Dio senza attraversare il processo di ravvedimento, necessario per allinearsi alla Sua volontà e vivere una vita in santità. Questo percorso di ravvedimento è essenziale per sviluppare una piena fiducia in Dio; tuttavia, l'uomo spesso cerca scorciatoie, perché i processi di cambiamento non sono facili né desiderabili. Molti di noi continuano a vivere secondo schemi mentali e comportamentali radicati nell'infanzia, difficili da abbandonare. Affrontare un processo di trasformazione comporta sofferenza; il cambiamento è doloroso e, per questo, spesso lo accettiamo solo quando ne siamo costretti. Dio, in alcuni casi, permette situazioni che ci obbligano a cambiare, perché sebbene dichiariamo il desiderio di cambiare, spesso non vogliamo affrontarne il percorso. Dio non fa sconti sui processi di trasformazione, perché ciò che conta per Lui non è il processo stesso, ma il risultato che rimane in noi per l’eternità. Anche Gesù non ebbe alcuno sconto nel Suo processo, ma ciò che Lo salvò fu la Sua totale resa al Padre. Senza pentimento non può esserci ravvedimento, e senza ravvedimento non si può vivere una vita santa. Sebbene questo percorso sia doloroso, è indispensabile e non può essere abbreviato. Cinque benefici del pentimento associato al ravvedimento:
1. L’allineamento alla volontà di Dio rende fecondi.
Vivere distanti da Dio porta sterilità spirituale e, spesso, anche nella vita pratica; solo rimanendo in comunione con Lui possiamo portare frutto. Un esempio significativo è Abramo e Sarai, che attraversarono un momento di compromesso con la nascita di Ismaele. Tuttavia, quando Dio li visitò, li rese partecipi della Sua fecondità donando loro una parte del proprio tetragramma, la lettera “He”, simbolo di vita e di grazia, trasformandoli in Abrahamo e Sara, un gesto che non solo cambiò i loro nomi, ma anche il loro destino, rendendoli genitori della promessa.
Filippesi 1:7; 7 Ed è giusto che io senta questo di voi tutti, perché vi ho nel cuore, voi che tanto nelle mie catene come nella difesa e conferma dell'evangelo, siete tutti partecipi con me della grazia.
Dio ci ha resi partecipi della Sua natura divina:
2°Pietro 1:4; 4 attraverso le quali ci sono donate le preziose e grandissime promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza.
Non è possibile possedere sia le cose di Dio che quelle del mondo, perché quando partecipiamo della natura divina, diventiamo partecipi della Sua autosufficienza, della Sua salute e di tutte le risorse necessarie per adempiere alla Sua volontà, e questo stato si raggiunge tramite un percorso basato sulla fede.
2. Il pentimento per allinearsi alla Sua volontà porta guida.
Vivere lontani da Dio significa camminare nelle tenebre, senza avere una visione chiara del cammino davanti a noi. Tuttavia, Dio è un Dio che illumina e guida, pronto a dare direzione a chiunque scelga di allinearsi alla Sua volontà, abbandonando il proprio modo di pensare per abbracciare il Suo.
3. Il pentimento porta la mano di Dio nella nostra vita, il fuoco di Dio e la potenza di Dio.
Quando ci arrendiamo con umiltà, diamo spazio a Dio per intervenire nella nostra vita, permettendo alla Sua mano di operare, al Suo fuoco di purificarci e alla Sua potenza di manifestarsi in modo tangibile.
4. Il pentimento ci porta alla lode.
Una persona che si è pentita e arresa a Dio loda con spontaneità e gioia. Dio desidera condurci alla piena resa, perché chi è arreso non agisce secondo le proprie iniziative, ma si sottomette con fiducia alle iniziative divine. Attraverso questa totale dipendenza da Lui, Dio desidera rinnovare la tua vita.
5. Il pentimento porta alla rivelazione.
La lettera "He" simboleggia l’espressione "Eccomi, sono qui", un’affermazione che indica la presenza di Dio. Quando Lo invochi, Dio non mancherà mai di rispondere. Quando Mosè scese dal monte con le tavole della Legge, trovò il popolo intento ad adorare il vitello d’oro e, preso dalla rabbia, distrusse le tavole. Tuttavia, Mosè non si lasciò influenzare da ciò che era accaduto; invece, gridò a Dio con il desiderio ardente di vedere la Sua gloria. Non voleva essere condizionato dal caos e dal peccato che lo circondavano, ma anelava alla perfezione e alla gloria di Dio. L’obiettivo del nemico è distrarci, facendoci concentrare su ciò che è male e negativo attorno a noi. Tuttavia, se fissiamo lo sguardo sulla gloria di Dio, le circostanze perderanno importanza; al contrario, se ci concentriamo sulle circostanze, non riusciremo a vedere la gloria. Mosè gridò a Dio proprio per contemplare la Sua gloria, al di là delle difficoltà e delle situazioni circostanti.
Marco 10:21; 21 Allora Gesù, fissandolo nel volto, l’amò e gli disse: «Una cosa ti manca; va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, prendi la tua croce e seguimi».
Questo giovane ammirava Gesù e Lo apprezzava profondamente. Gesù lo osservò con amore, e le Sue istruzioni, frutto di quel profondo amore, erano finalizzate a trasformare le sue priorità: scegliere tra le sue ricchezze o la fonte di tutte le ricchezze; tuttavia, il giovane non comprese. Scelse di amare le sue ricchezze più di Dio, dimostrando che, nonostante dichiarasse di amare Dio, il suo cuore era maggiormente attaccato ai beni materiali. Il momento più triste fu quando, per andarsene, dovette distogliere lo sguardo dall’amore di Gesù. Sebbene Gesù lo amasse e gli avesse insegnato con pazienza, il giovane si rattristò, abbassò il capo e si allontanò. Era distratto e dava la priorità ad altre cose invece che a Dio, così Gesù cercò di riorientare il suo cuore offrendogli un proposito, ma il giovane scelse di non seguirlo, dimostrando che, quando il cuore è colmo di altro, non si riesce a vivere una resa autentica; al contrario, Pietro ci offre un esempio diverso. Quando si trovava nella barca, nel mezzo della tempesta, fece a Gesù una richiesta che toccò profondamente il Suo cuore: il desiderio di andare da Lui camminando sulle acque. Gesù si compiacque di questa fede e lo invitò. Pietro fissò lo sguardo su Gesù e cominciò a camminare sulle acque, ma nel momento in cui si distrasse e distolse lo sguardo, cominciò ad affondare. È importante notare che le onde e il vento erano già presenti mentre camminava, ma non lo condizionarono finché i suoi occhi rimasero su Gesù. La lezione fondamentale è questa: il problema non sono le circostanze, ma dove stai dirigendo il tuo sguardo. La vera fede non ignora le circostanze, ma ti permette di guardare alla soluzione invece che al problema. Se ti scoraggi, è perché hai smesso di contemplare Dio e hai cominciato a focalizzarti sulla "montagna" davanti a te. La soluzione non è contemplare la montagna, ma parlarle con fede. Dio non nega la realtà delle tue difficoltà, ma ti chiama a fissare gli occhi su di Lui, che vive dentro di te ed è la risposta a tutti i tuoi bisogni. Pietro, inizialmente, camminava saldamente sulla Parola, stabile nei cieli, ma poi si distrasse e perse la concentrazione. Il vero motivo dello scoraggiamento non è rappresentato dalle circostanze, ma dalla prospettiva che scegli di adottare. In ogni situazione, puoi scegliere di vedere una difficoltà o un’opportunità per manifestare la grazia e la gloria di Dio. Un esempio lo troviamo in Saul e Davide. Saul, di fronte a Golia, vide una minaccia insormontabile, mentre Davide vide un’occasione per dare gloria a Dio. Saul guardava alle proprie capacità, Davide al Patto con Dio. Ogni gigante, ogni circostanza, ha il suo punto debole. Sta a noi scegliere come guardare e come affrontarlo.
Ebrei 12:2; 2 tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.
Gesù affrontò la croce, ma non si concentrò sulla croce stessa, guardò oltre. Noi spesso ci scoraggiamo perché fissiamo gli occhi sulle circostanze, anziché su Dio, anche se sappiamo che quelle stesse circostanze possono essere trasformate da Dio in opportunità. Gesù, invece, guardava oltre: vedeva oltre la croce, oltre il seppellimento, vedeva la resurrezione e infine il Suo posto sul trono, alla destra di Dio Padre. Gesù non disprezzò la croce, non evitò il processo, ma lo attraversò senza alcun sconto, superandolo con lo sguardo rivolto alla gioia che Gli sarebbe seguita.
Dove stai guardando? Se ti sei distratto, torna a guardare Gesù, l’autore e il compitore della tua fede.