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Battesimi: La Rivelazione di Gesù 3°Parte

Battesimi: La Rivelazione di Gesù 3°Parte

 

LA RIVELAZIONE DI GESÙ 3°Parte

Casavatore 17-12-2023                                                                                     ORATORE: PASTORE ANTONIO RUSSO

Domenica sera abbiamo proseguito con il nostro tema sulla persona di Gesù, concentrandoci sulla Sua rivelazione, un argomento affrontato nelle ultime due settimane. Questa sera, però, esamineremo la nostra prospettiva su di Lui per comprendere in chi stiamo mettendo la nostra fede. Iniziamo con il riepilogare quanto detto nelle settimane precedenti, soprattutto le conclusioni tratte la settimana scorsa. Abbiamo concluso riflettendo sull'Apocalisse, un libro che contiene una realtà significativa che è importante comprendere. È essenziale sottolineare che l'Apocalisse non è incentrato sulla figura della bestia o del falso profeta. Infatti, nel primo verso del primo capitolo, è scritto "La rivelazione di Gesù Cristo", il che ci porta a considerare come Gesù sia rappresentato in tutti e 66 i libri della Bibbia, in ogni capitolo e in ogni versetto. La presenza di Gesù è evidente in ogni aspetto della Bibbia, in quanto tutto ha origine e sostegno attraverso di Lui. Nel discorso sull'Apocalisse, abbiamo esaminato le quattro diverse manifestazioni rappresentate da quattro esseri viventi, ognuno identificato come un leone, un bue, un volto umano e un'aquila. Questi quattro elementi ci rivelano vari aspetti della figura di Gesù: come il Leone della tribù di Giuda, simbolo del Sovrano Supremo, il bue che rappresenta il Servitore Eterno e l'Agnello di Dio che ha sacrificato sé stesso per la nostra redenzione, il Figlio dell'uomo associato al Messia, e l'aquila che simboleggia la verità, rappresentando Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Ora ci soffermiamo sul passaggio del Vangelo di Matteo, nel capitolo 16, in cui Gesù inizia a rivelarsi. Il termine "rivelare" implica la graduale rimozione del velo, un processo che inizia nella nostra vita ma progredisce costantemente, portando il velo a essere sempre più rimosso fino a scomparire del tutto. Quando arriviamo a questo punto, iniziamo a comprendere chi è Gesù, colui di cui molti si domandano: chi è quest'uomo che fa miracoli? Chi è colui che compie opere così potenti? Quindi nel Vangelo di Matteo, nei versetti dal 13 al 19, Gesù inizia chiedendo ai Suoi discepoli cosa pensino di Lui le persone. Essi Gli risposero che alcuni lo consideravano Elia o un profeta, ma ciò che a Lui interessava era comprendere quale fosse la loro opinione su di Lui, ossia la loro comprensione o percezione di Gesù. Simon Pietro, invece, identifica Gesù come il Cristo, il Figlio dell'Iddio vivente, e Gesù sottolinea che questa rivelazione non deriva da conoscenze umane, ma dall'intervento del Padre celeste. Questo evento, illustrato nella Bibbia, rivela che Gesù non è soltanto una figura storica, ma l'Onnipotente.

Il racconto evidenzia l'autorità e il potere rappresentati dalle "chiavi" del Regno dei Cieli, permettendo ai credenti di legare o sciogliere questioni sulla terra come malattie o povertà, che non esistono in cielo. Questo concetto sottolinea l'autorità data a tutti i credenti di utilizzare il potere spirituale per cambiare la realtà terrena. Questa sera parleremo della fede in Gesù e il Suo ruolo come fondamento della nostra vita. Ognuno ha una fede implicita, anche coloro che affermano di non credere, perché anche il non credere è un atto di fede. È fondamentale comprendere in cosa e in chi si crede, perché il semplice atto di credere non è sufficiente. Infatti, se la nostra fede è posta in qualcosa di non affidabile, finirà per deluderci, causando frustrazione e confusione, al contrario, se la nostra fede è fondata su Cristo, avremo stabilità nella vita. Gesù un giorno parlò di due case, rappresentanti la vita delle persone, una era costruita sulla roccia e l'altra sulla sabbia, entrambe affrontarono inondazioni, terremoti e difficoltà, ma solo una, quella fondata sulla roccia, rimase in piedi. Questo ci apre gli occhi su dove stiamo edificando la nostra vita e se la costruiamo su qualcosa di non solido, la nostra fede verrà scossa e crolleremo. La nostra fede, invece, deve essere fondata in Gesù Cristo, perché solo con una fede genuina in Dio, possiamo affrontare le difficoltà e i problemi che si potranno presentare. Qualche anno fa, durante la situazione del Covid, molti si sono isolati per paura e molti cristiani hanno smesso di frequentare la chiesa, rivelando che la loro vita era stata fondata su una fede incerta. Coloro che sono rimasti saldi hanno dimostrato di aver basato la loro fede in Cristo, nonostante le difficoltà e le sfide incontrate durante quel periodo. La fede in Cristo non è semplicemente un'opinione, ma una verità che libera e porta appagamento, perché è basata sulla persona di Gesù, il Figlio dell'Iddio vivente e l'Unto di Dio. Quindi, è fondamentale conoscere in chi e in cosa si ha fede, perché ciò determina dove edifichiamo la nostra vita. Sapete, l'apostolo Paolo, in modo chiaro, afferma che, se presentasse un evangelo diverso da quello di Cristo, scrittura riportata in Galati, allora predicherebbe una falsità. Egli sottolinea di porre la sua vita nella prospettiva giusta, non offrendo un'opinione, ma condividendo la verità che rende liberi. Guardate cosa scrive Paolo, nella lettera ai Corinzi:

1°Corinzi 2:1-4; 1 Anch'io, fratelli, quando venni da voi, non venni con eccellenza di parola o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio, 2 perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso. 3 Così io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore. 4 La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,  

Paolo, un tempo istruito nella Torah ma senza la rivelazione di Gesù, cambiò radicalmente dopo averla ricevuta. Egli indica la differenza tra la sapienza umana, basata su insegnamenti terreni, e l'insegnamento spirituale fondato sulla dimostrazione di Spirito e potenza. L’Apostolo incoraggia a conoscere personalmente Gesù attraverso l'esperienza di salvezza, guarigione, liberazione e provvidenza, sottolineando che queste esperienze non derivano solo da testimonianze altrui, ma dalla dimostrazione dello Spirito e della potenza in noi. Paolo fa un discorso sconvolgente quando parla che la sua predicazione non consisteva in parole persuasive di umana sapienza, ma perché dice in dimostrazione? La risposta la troviamo al verso successivo della scrittura che abbiamo appena letto:

Verso 5; 5 affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio.

Dobbiamo fondare la nostra fede non sulla sapienza degli uomini, perché quest'ultima è transitoria e instabile, per questo soggetta a cambiamento. Gli insegnamenti terreni possono variare nel tempo: ciò che viene affermato oggi, potrebbe essere smentito domani. Tale instabilità è evidente anche nella letteratura contemporanea, dove i primi testi vengono contraddetti dai successivi, generando una mancanza di fondamento. Quindi, è essenziale che la nostra fede non sia costruita sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio, espressa attraverso dimostrazioni di Spirito e potenza. In chi o in cosa dovremmo porre la nostra fede? Iniziamo col comprendere cosa evitare, per poi decidere dove porla.

1) Nelle tradizioni degli uomini.

Dobbiamo evitare di porre la nostra fede nelle tradizioni umane, che si tramandano di generazione in generazione senza la comprensione del motivo. Le tradizioni, sono come il passaggio di qualcosa di mano in mano senza capirne il significato, vengono trasmesse senza una reale consapevolezza. Le persone le seguono solo perché sono state educate o insegnate in quel modo, senza comprendere il perché di certe azioni. Queste tradizioni negative si riscontrano spesso anche nelle chiese, dove le persone compiono determinate azioni senza conoscere il motivo. Ad esempio, con la festività del Natale, spesso si celebra senza comprendere veramente il significato della nascita del Re dei re, del Salvatore del mondo, Gesù Cristo. Questo agire per tradizione, senza comprenderne il vero significato, rappresenta un'abitudine nociva da evitare nella nostra fede. Stiamo parlando di questo perché la tradizione ha una grande potenza nella nostra vita e nella nostra mente, essa ha la potenza di annullare la Parola di Dio, infatti, guardate nel Vangelo di Marco, cosa è scritto:

Marco 7:13; 13 annullando così la parola di Dio con la vostra tradizione, che voi avete tramandata. E fate molte altre cose simili». 

Dobbiamo evitare di mettere fede nelle tradizioni, ma piuttosto porre la nostra fede nel Signore Gesù. Quando le tradizioni vengono tramandate da una generazione all'altra senza una comprensione reale del loro significato, possono svuotare il vero valore delle pratiche. Un esempio è la storia di una donna che, seguendo la tradizione familiare, tagliava a metà il coniglio prima di cucinarlo. Nessuno, però, conosceva il motivo dietro tale gesto, perché si trattava di un comportamento trasmesso senza una comprensione profonda. In realtà, la bisnonna della donna tagliava il coniglio in due parti perché il tegame in cui lo cucinava era di dimensioni ridotte e non poteva metterlo intero; quindi, era necessario dividerlo in due pezzi per farlo stare all’interno. Questo episodio evidenzia come le tradizioni possano essere seguite senza una vera comprensione, ma solo perché tramandate così nel tempo. Infatti, durante il periodo natalizio, molti si interessano maggiormente ai festeggiamenti, ai regali e alle tradizioni, perdendo spesso di vista il vero significato della nascita di Gesù Cristo. Le tradizioni tramandate di generazione in generazione annullano l'importanza che si deve alla Parola di Dio. Per questo non dobbiamo basare la nostra fede sulle tradizioni, ma a concentrarsi su Gesù, riconoscendolo come guaritore, provvisore e come colui che sana le difficoltà familiari. Quindi abbandoniamo quelle abitudini ereditate e concentriamoci sulla necessità di una crescita personale, di una comprensione del proposito divino per la propria vita e dell'importanza di adempiere a tale proposito. A quante persone è stato insegnato che Gesù non guarisce più, che faceva miracoli solo in passato e non li fa più oggi? Questa è una tradizione umana che annulla la potenza di Dio, perché Gesù è lo stesso ieri, oggi e per sempre; Egli non cambia mai. Sapete, le molteplici scuse che tendiamo a usare per non servire Dio o non adempiere alla Sua volontà, come non frequentare la chiesa a causa di varie motivazioni, annullano la forza della Parola divina. Gesù stesso affrontò persone con scuse simili, dimostrando come queste fossero solo ragioni insufficienti e ridicole. L'importanza sta nel non permettere a queste scuse di impedirci di obbedire a Dio, perché la Sua Parola è immutabile e non ha bisogno di una nuova versione, Essa è stabile nei cieli.

2) Nella sapienza degli uomini.

Non dobbiamo fondare la nostra fede sulla sapienza umana, perché essa è instabile e spesso ciò che apprendiamo è contrario alla volontà di Dio e contrasta con l'opera divina. Sapete, l'educazione che abbiamo ricevuto, pur essendo utile per comprendere il mondo che ci circonda e affrontare il presente, non è il fondamento della nostra fede. Anche se l'istruzione può aiutare nella vita quotidiana, non può guarire, produrre prosperità o sostituire la fede in Dio. La sapienza umana è mutevole, mentre Dio rimane costante nel Suo essere e nelle Sue promesse. La nostra fede non può essere posta nella scienza, nei medici o nella sapienza umana, ma deve essere basata unicamente su Dio e su Gesù Cristo, perché solo in Lui troviamo la stabilità e la certezza eterna.

3) Nella religione.

Sapete, non stiamo trattando una religione, perché Gesù non ha mai proposto una religione; infatti, Egli non è stato il creatore di un sistema religioso, ma ha annunciato il Regno di Dio. La religione, ideata dall'uomo per avvicinarsi a Dio, tende spesso ad allontanarlo, essendo fragile e limitata, portandolo verso un atteggiamento di povertà caratterizzato dall'avarizia. Gesù, invece, ha insegnato che le strade nel cielo sono d'oro, e persino una piccola parte di quel marciapiede celeste sarebbe sufficiente per vivere in modo dignitoso per tutta la vita. Dunque, possiamo dedurre che coloro che si aggrappano alla religiosità si rivelano tra le persone più avare che si possano incontrare.

Quindi, abbiamo parlato di dove non dobbiamo fondare la nostra fede, indicando che non dobbiamo porla sulle tradizioni, sulla sapienza umana o sulla religione. Ma allora, su chi bisogna fondare la nostra fede?

1) Nella persona e nel nome di Gesù Cristo.

Questo perché Egli è colui che ha dato origine alla nostra fede, il capitano della nostra fede, il creatore della nostra fede. Prima di conoscere Gesù, ciascuno di noi possedeva un certo tipo di fede, ma nel momento in cui abbiamo creduto in Lui, abbiamo riposto la nostra fiducia in Cristo.

Ebrei 12:2; 2 tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.

Il nostro sguardo e la nostra fiducia devono essere rivolti interamente a Cristo; Egli è l'autore e il perfezionatore della nostra fede, stimolandola e portandola a compimento. La fede non è solo un concetto, ma un dono che Dio ci offre per affrontare le sfide con coraggio. Quando mettiamo la nostra fiducia in qualcos'altro, finiamo per essere delusi e confusi; quindi, dobbiamo agire con fiducia nelle promesse di Dio e sulla Sua volontà, senza lasciar spazio alla paura. Gesù ha insegnato che se, con fede, comandiamo a una montagna di spostarsi e di buttarsi nel mare e non dubitiamo nel nostro cuore, ciò che diciamo accadrà. Questo vuol dire che, dobbiamo parlare alla montagna delle nostre difficoltà con fede, invocando il nome di Gesù, e allora vedremo la gloria di Dio operare nella nostra vita.

2°Corinzi 5:7; 7 Camminiamo infatti per fede, e non per visione.

L'apostolo Paolo ci esorta a camminare per fede, il che implica vivere una vita soprannaturale, basata non su ciò che vediamo o sentiamo, ma sulle promesse e sulla volontà di Dio, permettendoci così di sperimentarle. A riguardo, Gesù insegnò sull'importanza della fede e della pazienza per ereditare queste promesse. Spesso ci si trova di fronte a un cuore incredulo e troppo razionale che va oltre la logica e impedisce l'esperienza del soprannaturale, mentre la fede, non richiede di vedere, sentire o comprendere, ma di agire sulla Parola di Dio. Parlando e agendo con fede, si accetta l'assoluta veridicità delle promesse di Dio; quindi, è fondamentale mettere la fede in Gesù, l'autore e il compimento della nostra fede, perché allontanarsi da Lui significa non aver fede. In altri termini, concentrandoci su Gesù, affronteremo ogni situazione con fermezza e convinzione nella Sua Parola.

Atti 3:16; 16 E per la fede nel nome di Gesù, quest'uomo che voi vedete e conoscete è stato fortificato dal suo nome; e la fede, che si ha per mezzo suo, gli ha dato la completa guarigione delle membra, in presenza di tutti voi.   

In chi stiamo mettendo fede per ricevere il miracolo? Metteremo fede in Gesù, perché Lui è lo stesso ieri, oggi e in eterno; Egli non cambia mai!

2° Nel sacrificio della croce.

La nostra fede va posta nel sacrificio della Croce, non una croce qualsiasi, ma in quella di Gesù, il luogo della Sua vittoria sul peccato, sulle malattie e sulla povertà. Gesù ha completato la Sua opera dichiarando “Tutto è compiuto”, questo è il nostro “pagato”. La nostra fede non risiede nella guarigione, ma nel Guaritore, colui che ha già pagato il prezzo. Sapete, Gesù ha fatto per noi ciò che succede quando qualcuno paga il conto al ristorante senza che ce ne accorgiamo: ha saldato il prezzo della nostra vita, compresi i nostri peccati e la nostra dissolutezza, per questo, la nostra fede è posta interamente in Lui e nel Suo sacrificio sulla Croce.

3° Nella potenza di Dio.

Per fondare la nostra fede sulla potenza di Dio, è fondamentale aver sperimentato la Sua potenza nella nostra vita, perché essa non è solo una teoria, ma va sperimentata concretamente. Pertanto, è fondamentale accumulare esperienze e sperimentare la potenza divina nella nostra vita, perché questo processo consolida la nostra fede nella realtà e nell'efficacia della potenza di Dio.

Concludiamo, ricordando qualcosa di quello che abbiamo discusso, abbiamo esplorato il concetto della fede e il suo ruolo rispetto a varie sfere della vita umana. Si è riflettuto su dove collocare la nostra fede e sui pericoli che possono derivare dal porla in tradizioni, sapienza umana o religiosità anziché nella potenza e nelle promesse di Dio. Abbiamo anche evidenziato l'importanza di mettere la nostra fiducia in Gesù, riconoscendolo come fondamento della nostra fede e come colui che ha compiuto il sacrificio che ci ha liberati e sanati. Inoltre, abbiamo notato che la fede non si basa solo su concetti teorici, ma richiede un'esperienza personale e una dimostrazione concreta nella nostra vita quotidiana della potenza divina. Infine, abbiamo detto che fondare la nostra fede sulla Parola di Dio e sull'opera compiuta da Gesù, diventa imprescindibile per vivere una vita di autentica fede e speranza. 

 

 

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