Come affrontare il disaccordo 2°Parte
“COME AFFRONTARE IL DISACCORDO 2°Parte”
Casavatore 13-05-2021 PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO
Oggi continueremo a parlare sul disaccordo e di come affrontarlo alla luce della Parola di Dio. In questo caso, stiamo parlando, di una parte della Scrittura che ci indica qual è il “modo di Dio” che noi dobbiamo adottare per preservare dalla rottura, il vincolo coniugale in particolare e quelli familiari in generale. Naturalmente i principi contenuti nella Scrittura sono applicabili a tutte le relazioni, non soltanto a quelle familiari. Infatti, in ogni contesto sociale, possono sorgere divergenze di opinione e contrasti di vario tipo, dovuti alle diverse formazioni educative e culturali, alle diverse estrazioni sociali ed anche alle diverse generazioni di appartenenza. Il testo preso in riferimento, riguardo alle indicazioni che ci danno le Scritture, lo troviamo nella lettera agli Efesi.
Efesini 4:25-32; 25 Perciò, messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. 26 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; 27 e non date luogo al diavolo. 28 Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno. 29 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l'edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano. 30 E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione. 31 Sia rimossa da voi ogni amarezza, ira, cruccio, tumulto e maldicenza con ogni malizia. 32 Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo.
In questi versetti, l’apostolo Paolo parla di sette principi, che sono applicabili a tutte le relazioni, a partire da quelle tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra parenti e amici e come detto prima da differenze generazionali e culturali. La volta scorsa ci siamo fermati ai primi due principi:
1° principio: ESSERE SINCERI
Vso. 25 “Messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo”.
Un’altra traduzione dice: “Siate aperti l’uno verso l’altro, con rispetto, con dolcezza e con amore”. Paolo ci esorta ad essere aperti e sinceri, a dire la verità sempre con rispetto reciproco e con amore. Questo perché, qualche volta, la sincerità detta nell’ira e in modo rabbioso, non ci fa vedere il male che le nostre parole fanno agli altri.
2° principio: CONTROLLARSI, MANTENERE LA CALMA
Vso.26-27 27 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; 28 e non date luogo al diavolo.
Se Paolo dice “adiratevi”, vuol dire che in noi può sorgere uno stato d’ira, che non è sempre condannabile, anzi talvolta l’ira può essere positiva se è diretta contro il male, contro il peccato, contro qualcuno che vuol nuocere alle persone a noi care (Santa ira e ira distruttiva senza senso). Quando ci troviamo in questo, possiamo facilmente dare spazio al nemico: perché egli userà le nostre parole per suscitare, nella persona che le riceve, amarezza, rabbia e perfino odio e vendetta. A riguardo, la scrittura letta in Efesi al verso 27 dove dice “e non dare luogo al diavolo”, un’altra traduzione dice, “altrimenti darete un appiglio al diavolo”. Fare il male è facile perché oltre al nemico, c’è la nostra carne e il mondo ad influenzarci, ma fare il bene bisogna che lo impariamo e questo possiamo farlo attraverso la Parola di Dio. Ora parleremo degli altri cinque principi:
3° Principio: CERCARE IL MOMENTO GIUSTO
Vso. 26 … il sole non tramonti sul vostro cruccio.
La Scrittura ci esorta a risolvere le divergenze in giornata, affinché nel più breve tempo possibile svaniscano il risentimento, l’amarezza e la rabbia accumulati. Però, se l’ira non è ancora sbollita è meglio temporeggiare e attendere il momento più opportuno, piuttosto che voler discutere a tutti i costi provocando l’altro. Comunque è bene, non attendere troppo per non riflettere a lungo sui torti subiti e non fare lievitare l’amarezza. Questo perché, far durare a lungo stati d’animo negativi è nocivo anche per la salute, ma la scelta del momento giusto è spesso la chiave per risolvere i contrasti.
4° principio: ESSERE POSITIVI
Vso. 28 Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno.
In questo versetto l’apostolo Paolo non ci esorta soltanto a smettere di fare il male, ci sprona a fare il bene per aiutare gli altri. Inoltre, egli intende dirci che vedere gli errori altrui ed evidenziarli, senza proporre le soluzioni è sterile e squallido. Criticare e demolire è facile, tutti sappiamo farlo, ma la critica che non è accompagnata da soluzioni positive è inutile e crea amarezza, mentre è molto più impegnativo e intelligente suggerire le soluzioni.
5° principio: USARE IL TATTO DELLA GRAZIA
Vso. 29-30 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l'edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano. E non contristate lo Spirito Santo di Dio…”.
Paolo vuole dire che dobbiamo usare parole di edificazione che abbiano effetti benefici e conferiscano grazia in chi le ascolta e cioè parole che diano alle persone quello di cui hanno bisogno, non quello che meritano. In genere i matrimoni si costruiscono sulle parole d’amore e di apprezzamento che le coppie si scambiano, ma, allo stesso modo, in genere vengono demoliti dalle parole di accusa e di insulto che i coniugi si scambiano. Questo vuol dire che se noi, invece di pronunciare parole che conferiscono grazia, pronunciamo parole distruttive, offriamo al nemico l’opportunità di distruggere la nostra relazione matrimoniale e di conseguenza tutta la nostra famiglia, anche per più generazioni. Cosa vuol dire: “Non contristate lo Spirito Santo”…? Vuol dire che quando pronunciamo parole sbagliate, lo Spirito Santo s’intristisce e piange perché anch’Egli prova dei sentimenti e quando vede il fallimento delle relazioni, soprattutto nell’ambito familiare, Egli soffre.
6° principio: MANTENERE LA RISERVATEZZA
Vso. 31 Sia rimossa da voi ogni amarezza, ira, cruccio, tumulto e maldicenza con ogni malizia.
Dio non vuole che viviamo nell’amarezza, che meditiamo sulle offese subite e che contiamo gli insulti ricevuti, neppure quando crediamo di averne il diritto, perché saremmo portati a parlare male di chi ci ha offeso. Questo versetto contiene l’elenco di tutte le cose che dobbiamo eliminare per andare d’accordo con gli altri. Le parole “tumulto e maldicenza”, ci esortano a non pubblicizzare i nostri contrasti sia familiari che non, a non mettere in piazza i nostri problemi, a non mettere in cattiva luce l’altra persona e a liberarci di ogni tipo di malizia. È molto meglio parlare dei nostri problemi con chi è in autorità, che è chiamato a prendersi cura di noi e che può aiutarci, piuttosto che renderli di pubblico dominio.
7° principio: RIMETTERE TUTTO IN ORDINE
Vso. 32 Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo
Dio vuole che eliminiamo dalla nostra vita tutte le cose negative che danneggiano la qualità della nostra vita. I contrasti e le tensioni non mancheranno mai nella nostra vita di relazione, per questo dobbiamo imparare a gestirli, a saper controllare le nostre reazioni e a rimuovere da noi ciò che è male. Mettiamo quindi in ordine la nostra vita, desideriamo il bene dell’altro, siamo misericordiosi e perdoniamoci a vicenda, perché è il vero perdono che guarisce le relazioni. Questo vuol dire che quando permettiamo alla grazia di Dio di trionfare, noi recuperiamo la Sua gioia e vediamo le nostre relazioni restaurate. Questi principi divini, che abbiamo elencato, valgono per tutte le relazioni e possono beneficiarne tutti quelli che li conoscono e vogliono sottomettersi alla volontà di Dio.
Possiamo concludere dicendo che comunque c’è un principio generale che si può cogliere da questi versi dell’epistola agli Efesini. Questo principio, ci dice che nei momenti di disaccordo, bisogna comportarsi in modo da non ferire nessuno e di discutere il problema in modo civile, da persone mature, senza voler ad ogni costo far prevalere le proprie ragioni persino sulla volontà di Dio. Infatti, se entriamo nell’ottica di Dio, vedremo anche i peggiori disaccordi trasformarsi in momenti di crescita. Questo significa, che invece di mettere i motivi di attrito nelle mani del diavolo, che sa portare solo distruzione, li mettiamo in quelle di Dio, attraverso il perdono e la riconciliazione Egli ci farà superare i momenti di contrasto, ricostruirà le nostre relazioni e manterrà salda l’unità della famiglia.