• Media Archivio PDG Napoli
  • Media Archivio PDG Napoli

Come mantenere il fuoco del risveglio 1°Parte

Come mantenere il fuoco del risveglio 1°Parte

“COME MANTENERE ACCESO IL FUOCO DEL RISVEGLIO 1°Parte”

Casavatore 18-04-2021                                                                          PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

La prima cosa fondamentale da comprendere è che il risveglio incomincia prima dentro di noi e dentro le nostre vite. Una scintilla di risveglio è arrivata nel nostro cuore, il suo fuoco si è acceso, ma poi tocca a noi mantenerlo ardente. Quando Dio diede il tempio ad Israele, ma anche per quanto riguarda il tabernacolo, il primo fuoco che venne acceso nel candelabro e sull’altare dei sacrifici, venne dal cielo, però poi fu compito dei sacerdoti alimentarlo. Così è per la nostra vita, noi siamo i sacerdoti del nostro Dio, Lui ha acceso il fuoco nella nostra vita ed è nostra la responsabilità di tenerlo acceso. Questo deve avvenire non in base ai momenti o situazioni che stiamo vivendo, esso deve essere fatto quotidianamente e fedelmente, purtroppo, molti trovano scuse per non farlo, addebitano tutto al lavoro e a situazioni che stanno vivendo. Come abbiamo imparato, Il risveglio è prima personale e poi diventa pubblico in modo da potersi riversare nel cuore delle persone. La prima cosa che dobbiamo fare è imparare a parlare infatti, come Gesù dichiarò sulla Sua vita il proposito del Padre, che era quello di essere il Messia, anche noi dobbiamo dichiarare il proposito di Dio per noi sulla nostra vita. Quando non parliamo, quando non lodiamo e quando non adoriamo è perché siamo stati presi in un laccio, forse perché la depressione e la paura ci hanno ammutolito, ma quando lodiamo Dio, la lode ha una potenza soprannaturale di far cadere ogni barriera e sciogliere ogni laccio. Un giorno, Gesù andò a Nazaret ed entrò nella sinagoga, quindi aprì le scritture e lesse la lettura del brano in cui il profeta Isaia profetizza la venuta del Messia. Al tempo, nelle sinagoghe era solito che ci si alzava per leggere testi presi naturalmente dalle scritture. Prima di leggere il testo, cominciamo col dire che Gesù, anche se viaggiava, aveva come punto di riferimento Capernaum, appunto nella Galilea e quindi, era distante da Gerusalemme circa duecento chilometri, pensate che, essendo primogenito, per le tre feste principali, doveva recarsi lì tre volte l’anno. Lui era instancabile, sorretto e accompagnato dallo Spirito di Dio.

Luca 4:14-20; 14 E Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne ritornò in Galilea e la sua fama si sparse per tutta la regione all'intorno. 15 Ed egli insegnava nelle loro sinagoghe, essendo onorato da tutti. 16 Poi venne a Nazaret, dove era cresciuto e, com'era solito fare in giorno di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò per leggere. 17 E gli fu dato in mano il libro del profeta Isaia; lo aprì e trovò quel passo dove era scritto: 18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, 19 e per predicare l'anno accettevole del Signore». 20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si pose a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. 21 Allora cominciò a dir loro: «Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi».

Dopo aver letto Gesù si andò a sedere e tutti avevano gli occhi fissi su di Lui. Ci sono due motivi per cui lo guardarono fisso: Il primo è perché, dopo aver letto, si andò a sedere dove nessuno lo faceva infatti, la sedia dove si accomodò era patronale messa lì per far sedere il Messia quando sarebbe venuto. Il secondo, è perché Lui, dicendo che la scrittura si era adempiuta, rivelò di fatto di essere il Messia. Inoltre, a quest’ultima frase di Gesù: «Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi», alcuni hanno reagito credendo, altri no, tuttavia dalle Sue parole risulta chiaro che da quel momento non avrebbero dovuto più attendere il Messia. La parola: “Oggi” ha un significato anche per noi, infatti vuol dire: “Oggi per noi inizia una vita nuova, oggi è il giorno della liberazione, della grazia, della guarigione, del recupero della vista… oggi, non domani!”. Come allora lo Spirito del Signore era su Gesù, così oggi è su di noi. Egli ci ha unto per portare la buona novella a quelli che sanno di avere bisogno di Dio, per guarire chi ha il cuore ferito, per liberare chi è prigioniero di vizi e di cattive abitudini, per dare libertà a chi vive nell’oppressione, per aiutare le persone a vedere le cose con gli occhi di Dio, per predicare l’anno di grazia del Signore. Gesù rivelò di essere il Messia proprio a Nazaret, la città in cui era cresciuto e, come allora tutti avrebbero dovuto capire che il Messia era arrivato, così oggi noi dobbiamo prendere atto che il risveglio è già arrivato e dobbiamo solo viverlo e alimentarlo. Una persona che ama Dio riesce a contagiare gli altri infatti, chi è infuocato per Dio, mette fuoco nella vita delle altre persone, per questo Dio ha messo il fuoco nella nostra vita, per infuocare gli altri.

Come facciamo a mantenere il fuoco acceso?

Allo stesso modo in cui il fuoco naturale si ravviva mettendovi altra legna man mano che il tempo passa e tende a spegnersi, come fece l’apostolo Paolo quando, giunto naufrago a Malta, cercò di alimentare il fuoco che la gente del luogo aveva acceso per ristorare lui e quelli che erano con lui.

Atti 28:2; 2 Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una gentilezza non comune, perché accesero un gran fuoco e accolsero tutti per la pioggia che cadeva e per il freddo. 3 Ora mentre Paolo raccoglieva un gran fascio di rami secchi e li posava sul fuoco, a motivo del calore ne uscì una vipera e gli si attaccò alla mano. 4 Quando gli abitanti del luogo videro la serpe che gli pendeva dalla mano, dissero l'un l'altro: «Quest'uomo è certamente un omicida perché, pur essendo scampato dal mare, la giustizia divina non gli permette di sopravvivere». 5 Ma Paolo, scossa la serpe nel fuoco, non ne risentì alcun male.

Questo verso fa capire due cose: 1) Il fuoco del risveglio viene ravvivato se ognuno mette la propria vita su quel fuoco, perché i rami che ognuno mette, permette al fuoco di restare acceso e di alimentarsi inoltre, non è possibile trasferire l’esperienza del fuoco di Dio se prima non la si è fatta. 2) Quando c’è il risveglio vengono fuori le vipere. Questi sono degli attacchi diabolici, spirituali, che hanno un proposito, quello di andare contro il fuoco che Dio ha acceso nella nostra vita, per andare contro il risveglio. Il fuoco che Dio ha messo nella nostra vita, nessuna vipera lo potrà mai spegnere perché quello che viene da Dio è destinato a vincere.

Atti 2:3; 3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro.

In tutta la Scrittura il fuoco rappresenta lo Spirito Santo e poiché la Chiesa nacque nel giorno di Pentecoste, quando il fuoco dello Spirito si manifestò visibilmente, deve vivere nella consapevolezza della sua presenza, deve alimentarsi di esso e mantenersi infuocata.

Nell’Antico Testamento Mosè fece l’esperienza del roveto che ardeva senza consumarsi infatti, esso era un fuoco soprannaturale che sembra essere simbolo di risveglio, infatti quel fuoco passò dal roveto al cuore di Mosè e lo cambiò.

Esodo 3:2; 2 E l'Angelo dell'Eterno gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo a un roveto. Mosè guardò ed ecco il roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava.

Il fuoco nello spirituale brucia ma non si consuma aumentando la propria passione verso Dio, per questo Egli vuole che il fuoco dello Spirito sia sempre acceso dentro di noi, che sia sempre acceso nella nostra casa e nella nostra nazione. Durante l’Esodo, il popolo d’Israele aveva la consapevolezza che di giorno Dio manifestava la Sua presenza attraverso la nuvola che li proteggeva dal sole e di notte per mezzo di una colonna di fuoco che li riscaldava, li proteggeva, li guidava ed emanava chiarore.

Esodo 13:21; 21 E l'Eterno andava davanti a loro, di giorno in una colonna di nuvola per guidarli nella via, e di notte in una colonna di Fuoco per Far loro luce, affinché potessero camminare giorno e notte. 22 La colonna di nuvola non si ritirava mai davanti al popolo di giorno, né la colonna di fuoco di notte.

Generalmente il fuoco determina timore, specie quando si tratta di un fuoco grande, perché non è facile domarlo, allo stesso modo, quando si manifesta lo Spirito Santo, nessuno può fermare la Sua potenza e la Sua gloria.

Tre cose impediscono al fuoco dello Spirito di spegnersi, sia a livello personale che nazionale:

1) Una lode continua e appassionata. Viene precisato che la parola ebraica Tahillah, corrispondente a ‘lode’, in realtà vuol dire ‘lode cantata’, lode fatta con tutto il cuore e non per dovere, in ogni momento della giornata. La Scrittura afferma chiaramente che Dio dimora nelle lodi del Suo popolo.

Salmi 22:3; 3 Eppure tu sei il Santo, che dimori nelle lodi d'Israele.

Salmo 34:1; 1 Io benedirò l'Eterno in ogni tempo; la sua lode sarà sempre sulla mia bocca.

La lode è il linguaggio di chi vive nella grazia, nel favore di Dio, quindi dobbiamo preoccuparci quando ci riesce difficile lodare il Signore, perché è segno che stiamo spiritualmente male o che nella nostra vita c’è il peccato.

2) Mantenersi in ascolto della Parola di Dio e nutrirsi spiritualmente. Dio ci ha dato la Sua Parola per nutrirci e per alimentare il fuoco che è in noi, ma sta a noi prestare molta attenzione alla Sua Parola, perché ha sempre da dirci qualcosa d’importante per la nostra vita. Quindi sta a noi tendere l’orecchio e cogliere ciò che il Signore vuole dirci, perché molte volte vuole parlarci ma noi siamo sintonizzati … su un altro canale! Inoltre, quando la Parola è nel proprio cuore ed è unta dallo Spirito Santo, fa la differenza infatti, genera fede e permette a Dio di compiere miracoli. Il pastore afferma umoristicamente che, se Dio ci ha dato due orecchie e una bocca, è segno che dovremmo ascoltare il doppio di quanto parliamo, perché è ascoltando che si cambia, non parlando. Ogni credente è il risultato delle predicazioni che ha ascoltato e degli insegnamenti che ha ricevuto. Per questo è estremamente importante che tutti ricevano il messaggio della grazia e dell’amore, della potenza di Dio e della guarigione, ma soprattutto quello della salvezza, che ha una grande potenza guaritrice. Anche perché, quando si ha una relazione con Dio, si sta bene anche fisicamente, si fanno sonni tranquilli, si comincia a ragionare con la Sua mente e si vedono i problemi con i Suoi occhi.

3) Ministrare ai bisogni del popolo con l’unzione dello Spirito Santo. Quando le persone vanno in chiesa si aspettano di ricevere risposte da parte di Dio e se non ne ricevono, pian piano finiscono con l’allontanarsi. Gesù disse: Il Signore mi ha unto per evangelizzare, per guarire, per liberare dall’oppressione, ecc; questo le persone si aspettano e se ricevono secondo il loro bisogno, gioiscono, ma se i bisogni rimangono disattesi, alla lunga entrano nell’amarezza.

Concludiamo col dire che Dio vive in un cuore purificato, sanato e liberato, Egli non vive in un cuore amareggiato, ferito ed offeso, perciò oggi la Sua Presenza vuole guarire il cuore di ogni persona. Quindi dobbiamo mantenere il fuoco del risveglio acceso continuamente, in modo di permettere a Dio di ministrare nella vita e, attraverso di noi, nella vita degli altri. Questo perché Dio opera prima dentro di noi e poi si manifesta fuori di noi, attraverso la nostra testimonianza.

 

1
10
13
14
15
16
17
18
19
2
21
22
23
24
3
4
5
6
7
8
9

 

Resta in Contatto

Inserisci la tua email per rimanere aggiornato