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Dio opera miracoli attraverso chi crede

Dio opera miracoli attraverso chi crede

“DIO OPERA MIRACOLI ATTRAVERSO CHI CREDE”

Casavatore 15-04-2021                                                                          PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

Continuiamo a trattare il soggetto riguardante i miracoli e le basi spirituali e dottrinali necessarie per compierli. La volta scorsa, ci siamo fermati alle prime due delle quattro parole greche, che la Scrittura riporta, per indicare i miracoli. La prima parola è “Sémeion”, che vuol dire “segno” e che esso si rivolge all’intelligenza per fare comprendere qualcosa. Infatti, come sul piano naturale, ad esempio nelle malattie esantematiche, il tipo di macchie che compaiono sulla pelle fa capire di che malattia si tratta, e se non ci fosse quel segno si rimarrebbe confusi, così sul piano spirituale i segni fanno comprendere una verità. L’esempio biblico usato, fu quello dato da Gesù alle nozze di Cana infatti, con il Suo primo miracolo, Egli ci dà grandi insegnamenti su come si entra nel soprannaturale. Come riportato in Marco 16:17-20, i veri credenti si riconoscono dai segni che li accompagnano e che, affinché si manifestino, è necessario che qualcuno dichiari la Parola di Dio infatti, se non c’è chi dichiara la Parola non ci sono segni, perché Dio conferma solo la Sua Parola.

La seconda parola usata nella Scrittura per indicare un miracolo è “Terata”, che vuol dire “meraviglie”.

Essa indica lo sbalordimento che il miracolo suscita in chi lo vede (Luca 9:43). Gesù aveva cacciato un demone e tutti rimasero sbalorditi, perché nell’Antico Testamento mai nessuno aveva cacciato demoni, questo perché tutti avevano la natura adamica, quindi nessuno aveva autorità sul maligno. Nel Nuovo Testamento, invece, chi ha la natura divina può mettere satana sotto i propri piedi.

La terza parola è “Dunamis”, che vuol dire “opere potenti”.

Marco 6:2; 2 E, venuto il sabato, si mise ad insegnare nella sinagoga. E molti, udendolo, stupivano e dicevano: «Da dove vengono a costui queste cose? Che sapienza è mai questa che gli è data? E come mai si compiono tali potenti opere per mano sua?

Dio può fare opere potenti solo se trova una mano che collabora con Lui. Gesù le faceva perché era sempre obbediente e disponibile.

La quarta parola è “Erga”, che vuol dire “opere”.

Essa si riferisce alle opere del Padre celeste, che Gesù compiva incessantemente perché era costantemente connesso e sincronizzato con Lui e che vuole compiere attraverso ognuno di noi. Bisogna credere affinché si realizzano attraverso di noi perché Gesù già l’ha compiuto, anche se molte persone si disperano e danno a Dio la colpa che non si realizzano, ma quello che Dio ha detto è “sì” ed “Amen”. I miracoli non avvengono perché li chiediamo (ciò non vuol dire che non si debba pregare), ma perché li provochiamo agendo per fede nella Parola e utilizzando il nome di Gesù. I miracoli sono frutto della collaborazione obbediente degli uomini alla Parola di Dio.

Giovanni 5:36; 36 Ma la testimonianza che io ho è maggiore di quella di Giovanni; poiché le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle opere che io faccio testimoniano di me, che il Padre mi ha mandato.

Senza la collaborazione di ognuno di noi, Dio non può operare e l’uomo ha bisogno di Dio per ricevere il meglio nella propria vita; Dio vuole fare miracoli attraverso le persone.

Il Signore addestrò Mosè al soprannaturale facendogli usare quello che aveva.

Esodo 4:2-4; 2 L'Eterno quindi gli disse: «Che cos'è quello che hai in mano?». Egli rispose: «Un bastone». 3 L'Eterno disse: «Gettalo a terra». Egli lo gettò a terra, ed esso diventò un serpente, davanti al quale Mosè fuggì. 4 Allora l'Eterno disse a Mosè: «Stendi la tua mano e prendilo per la coda».

Dopo avere indotto Mosè a prendere consapevolezza che in mano aveva un bastone, l’Eterno gli comandò di gettarlo per terra, così egli obbedì e il bastone si trasformò in serpente. Mosè fuggì impaurito, ma quando Dio gli comandò di prenderlo per la coda, lui lo fece e il serpente tornò ad essere un bastone. Questo ci dice che quando Dio ci parla e noi obbediamo, i miracoli avvengono; non avvengono quando non ascoltiamo o non obbediamo a quello che vuole fare. Dio cerca sempre qualcosa che tu hai, e attira la tua attenzione; ma devi essere consapevole di quello che hai, altrimenti non lo potrai mai usare. Infatti, fino a quando non ti rendi conto di quello che hai nella tua mano, Dio non lo potrà usare, il primo impatto che avrai con il soprannaturale è la paura di mettere fuori le tue incapacità. Per entrare nel soprannaturale bisogna avere coraggio e superare le proprie paure, anche quello di dover sbagliare. Nella mentalità di Dio, l’errore che commettiamo è un processo di apprendimento per arrivare ad una trasformazione e a un cambiamento. Anche se si sbaglia, Dio ci incoraggia.

L’incredulità è un ostacolo che ci impedisce di operare nel soprannaturale, nella volontà di Dio e nei miracoli. Il primo miracolo che Gesù fece non fu quello che fanno vedere i vangeli non ispirati. Gesù ha iniziato ad operare a 30 anni ed il Suo primo miracolo è stato un segno all’interno della famiglia (quello di trasformare l'acqua in vino) ed è successo all’interno di un matrimonio.

Giovanni 2:7; 7 Gesù disse loro: «Riempite d'acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all'orlo.

Per quale motivo? Perché nell’intenzione originale di Dio, la famiglia deve dominare sulla Terra, per come Egli stesso l’ha stabilita. Inoltre, Gesù avrebbe potuto trasformare l’acqua in vino senza bisogno di nessuno, ma non lo fece, si servì di persone che Gli obbedirono, questo vuol dire che Egli si serve di persone disponibili.

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