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Dio opera miracoli attraverso i Suoi figli

Dio opera miracoli attraverso i Suoi figli

“DIO OPERA MIRACOLI ATTRAVERSO I SUOI FIGLI”

Casavatore 11-04-2021                                                                              PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

Il tema che tratteremo stasera, si propone di fornirci le basi spirituali e dottrinali necessarie per compiere miracoli. Quindi, cominciamo subito col dire che c’è differenza tra guarigione e miracolo: La guarigione si realizza attraverso un processo che inizia nel momento in cui si prega, ma giunge a compimento gradualmente. Il miracolo è un fatto istantaneo che richiede la collaborazione di chi lo riceve, perché la potenza miracolosa di Dio si attiva se noi compiamo la nostra parte fatta di fede e di obbedienza. Ma cos’è un miracolo? Un miracolo è un intervento soprannaturale, al di sopra delle leggi naturali e non spiegabile con la mente umana razionale, perché è un intervento divino.

Luca 19:37; 37 … tutta la folla dei discepoli iniziò con gioia a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano visto,

Il versetto, che abbiamo appena letto, dice che la folla lodava Dio “per le opere potenti”, mentre altre versioni dicono “per l’operazione di miracoli”. Comunque, c’è da cogliere un’importante lezione: i miracoli si verificano solo quando sono provocati da qualcuno, perché Dio ha scelto di farli con la collaborazione dell’uomo. Prima abbiamo detto che un miracolo è un fatto soprannaturale non spiegabile con la logica umana. Infatti, esso può essere anche un atto creativo, come quello che compì Gesù quando, servendosi della polvere della terra, restituì la cornea all’uomo cieco dalla nascita. In quell’occasione dimostrò di essere Dio, infatti si servì della polvere della terra, come fece il Creatore quando diede un corpo ad Adamo. Prima di ascendere al cielo, Gesù avvertì i discepoli che con la discesa dello Spirito Santo avrebbero ricevuto potenza, la DÙNAMIS, ossia un potere soprannaturale che avrebbe loro consentito di compiere miracoli. Questo vuol dire che anche noi, che pure abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, siamo abilitati a farli. Nel libro degli Atti è scritto infatti:

Atti 1:8; 8 “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra”

Per essere testimoni di Cristo bisogna essere credibili e per esserlo bisogna manifestare il soprannaturale nel nome di Gesù. Il fatto che lo Spirito Santo, il Testimone per eccellenza, abiti in di noi, ci abilita ad esserGli testimoni, ma i miracoli avvengono perché Egli è vivo, infatti a nulla servirebbe invocare il Suo nome se fosse morto. La potenza che abbiamo ricevuto, però, non opera automaticamente, deve essere attivata. Come un’auto non cammina sol perché ha la batteria carica, ma bisogna provocarne l’accensione e metterla in moto girando la chiave, così per attivare la potenza che è in noi occorre la chiave… questa chiave si chiama ‘fede’. Ora leggiamo un brano della prima epistola dell’apostolo Paolo ai Corinzi in cui sono citati i doni dello Spirito Santo.

1°Corinzi 12:1-11; 1 Ora, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza riguardo ai doni spirituali. 2 Voi sapete che quando eravate gentili, eravate trascinati dietro gli idoli muti, dietro l’impulso del momento. 3 Perciò vi faccio sapere che nessuno parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema», e che altresì nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.4 Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito, 5 Vi sono anche diversità di ministeri ma non vi è che un medesimo Signore. 6 Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. 8 A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; 9 a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti; 10 a un altro diversità di lingue, a un altro l’interpretazione delle lingue. 11 Or tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.

L’apostolo Paolo esortò i Corinzi a non essere ignoranti del mondo spirituale, non soltanto dei “DONI”. Infatti, nel verso 6 è scritto che Dio opera tutte le cose in tutti, ma dobbiamo sapere come opera, poiché Egli non fa nulla senza la nostra collaborazione. Dio ci dà l’input, ci fa conoscere la Sua volontà, ma per vedere la manifestazione dello Spirito dobbiamo assecondarLo e obbedirGli mettendo in azione la nostra fede. Lo Spirito ci ispira, ma non ci costringe, e per poter portare nel mondo visibile quello che già esiste nell’invisibile, ha bisogno che Gli crediamo e Gli obbediamo. Le cose invisibili diventano visibili attraverso l’impulso dello Spirito e l’obbedienza della nostra fede. Lo Spirito dà i doni per l’utilità comune, per cui non dà, ad esempio, il dono di guarigioni se non ci sono persone malate o inferme. Quando Dio ci fa sentire che vuole guarire qualcuno e per timore che non avvenga nulla, noi non lo diciamo, di fatto Gli impediamo di compiere il miracolo. Dio cerca persone obbedienti, sensibili alla Sua voce e pronte a collaborare con Lui. Come a casa nostra, per beneficiare delle funzioni di un frigorifero, dobbiamo inserire la spina e collegarlo all’impianto elettrico, che sappiamo di avere, così noi dobbiamo essere consapevoli del dono dello Spirito che è in noi per beneficiarne. Lo Spirito distribuisce i Suoi doni a ciascuno come vuole, ma se non siamo consapevoli di averli, non li usiamo, questo perché, non possiamo usare qualcosa che non sappiamo di avere.

La Scrittura riporta quattro parole greche, delle quali oggi ne tratteremo solo due, per indicare i miracoli:

La prima parola è “Sémeion”, che vuol dire “segno”.

Il segno si rivolge all’intelligenza per fare comprendere qualcosa. Infatti, come sul piano naturale, ad esempio nelle malattie esantematiche, il tipo di macchie che compaiono sulla pelle fa capire di che malattia si tratta, e se non ci fosse quel segno si rimarrebbe confusi, così sul piano spirituale i segni fanno comprendere una verità. Non tutti i miracoli però sono segni, perché non tutti fanno comprendere una verità. Infatti, con il Suo primo miracolo, compiuto alle nozze di Cana, Gesù ci dà grandi insegnamenti su come si entra nel soprannaturale. In quell’occasione dimostrò di essere Dio e lo Sposo Redentore, infatti si sostituì allo sposo facendo proprio il bisogno dello sposo stesso (il vino era quasi finito).

Il Vangelo di Marco afferma che i veri credenti si riconoscono dai segni che li accompagnano.

Marco 16:17-20; 17 E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; 18 prenderanno in mano dei serpenti anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno». 19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu portato in cielo e si assise alla destra di Dio. 20 Essi poi se ne andarono a predicare dappertutto, mentre il Signore operava con loro e confermava la parola con i segni che l’accompagnavano. Amen.

Affinché si manifestino i segni è necessario che qualcuno dichiari la Parola di Dio infatti, se non c’è chi dichiara la Parola non ci sono segni, perché Dio conferma solo la Sua Parola.

Matteo 12:38-40; 38 Allora alcuni scribi e farisei, lo interrogarono, dicendo: «Maestro, noi vorremmo vedere da te qualche segno». 39 Ma egli, rispondendo, disse loro: «Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. 40 Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra.

A chi Gli chiedeva un segno, Gesù rispose che l’unico segno che dava era quello di Giona, che rimase per tre giorni e tre notti nel ventre di un grosso pesce. Gesù stava parlando, della Sua morte e della Sua risurrezione che sarebbe avvenuta dopo essere rimasto per tre giorni e tre notti nella tomba. Quindi, Egli intendeva dire che per entrare nella dimensione soprannaturale, avrebbero dovuto credere alla Sua morte, al Suo seppellimento e alla Sua risurrezione. Molti pensano che Gesù sia morto nel giorno di venerdì, ma non è corretto, infatti se così fosse sarebbe rimasto nella tomba meno di due giorni. In realtà Gesù morì il mercoledì pomeriggio e dopo tre giorni, alle ore diciotto del sabato, per gli Ebrei iniziava la domenica. Dobbiamo sapere che il giorno dopo la Pasqua era la festa degli Azzimi, che per gli Ebrei era un altro sabato (shabbat). Così Gesù ha adempiuto la Pasqua, ha adempiuto gli Azzimi ed è risuscitato nel giorno delle Primizie, perché Egli è la Primizia di quelli che sono risuscitati dai morti.

La seconda parola usata nella Scrittura per indicare un miracolo è “Terata”, che vuol dire ‘meraviglie’.

Essa indica lo sbalordimento che il miracolo suscita in chi lo vede.

Luca 9:43; 43 E tutti rimasero sbalorditi della magnificenza di Dio. Ora, mentre tutti si meravigliavano per tutte le cose che Gesù faceva, egli disse ai suoi discepoli:

Gesù aveva cacciato un demone e tutti rimasero sbalorditi, perché nell’Antico Testamento mai nessuno aveva cacciato demoni, questo perché tutti avevano la natura adamica, quindi nessuno aveva autorità sul maligno. Nel Nuovo Testamento, invece, chi ha la natura divina può mettere satana sotto i propri piedi.

 

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