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Fede per entrare nella Nuova Stagione

Fede per entrare nella Nuova Stagione

 

FEDE PER ENTRARE NELLA NUOVA STAGIONE

Casavatore 11-02-2024                                                                      PREDICAZIONE: FRATELLO ANTONIO GENOVA 

Nel contesto di ogni servizio di culto, soprattutto per i credenti, la Parola condivisa promette grandi benefici, in quanto non solo opera gloriosamente nelle nostre vite, ma ci istruisce anche su come ricevere tali benedizioni. Nella Parola troviamo un grande incoraggiamento riguardo alla nostra identità in Cristo come popolo e figli di Dio, ed è proprio in questo che dobbiamo distinguerci. In queste settimane, il pastore ci ha parlato di entrare in una nuova stagione, cogliendo le opportunità e aprendoci a nuove possibilità per godere dei favori divini, sottolineando l'importanza di allinearci alla volontà di Dio partecipando a un evangelismo soprannaturale. Quando parliamo di questo, ci viene in mente la donna samaritana e come Gesù, con la Sua presenza e unzione, le abbia rivelato la verità sulla sua vita, spingendola così a convertirsi e a predicare di Lui agli altri. Poi, dobbiamo assecondare lo Spirito Santo affinché ristabilisca il sacerdozio all'interno della famiglia, dove il marito è chiamato a essere il capo spirituale e sacerdote della casa, i quali devono essere esempi per i propri figli, contribuendo così a creare famiglie sacerdotali che fortificano la Chiesa. Inoltre, ci è stato insegnato ad ascoltare attentamente e ad agire di conseguenza, perché Dio apre il nostro orecchio alla Sua voce, ma è nostra responsabilità essere ubbidienti e fare ciò che Lui ci dice. Infine, in un'epoca in cui sono diffusi inganni che potrebbero far deviare dalla fede, è fondamentale sviluppare il discernimento spirituale e mantenere un'attitudine di umiltà e mansuetudine. Quindi, desideriamo tutti questo miracolo: che ognuno diventi insegnabile e umile di fronte agli uomini e a Dio. Entrare in una nuova stagione, ci permetterà di crescere progressivamente accompagnati dal favore divino, il quale non sarà variabile o incerto, ma costante e stabile, in grado di fare la differenza nella nostra vita e in quella degli altri. Saper affrontare i cambiamenti può portare preoccupazione e incertezza su ciò che il futuro riserva, spingendoci a chiederci cosa fare e cosa aspettarci dalla nuova stagione che si profila. Tuttavia, se questa stagione è stata preparata da Dio, sarà una stagione di grande benedizione e di crescita, portandoci a un nuovo livello di vita. È importante comprendere che la mancanza di cambiamenti può derivare dall'inerzia o dalla paura, ma per affrontare ciò, dobbiamo ascoltare attentamente la voce di Dio, pronti ad attuare i cambiamenti che Egli ci rivela, permettendo così alla Sua gloria di manifestarsi nella nostra vita. Sapete, oggi è il tempo in cui, ci aspettiamo qualcosa di nuovo da parte di Dio attraverso la Sua parola condivisa, nella quale confidiamo pienamente e con fiducia. Quando ciò accade, le sensazioni sperimentate ci inducono a chiederci se ci sia qualcosa di più alto che Dio ha preparato per noi, ed Egli, non solo conferma questa aspettativa, ma ci esorta anche ad agire per ricevere le Sue benedizioni. Quindi, è importante capire che se resistiamo al cambiamento, perdiamo l'opportunità di ricevere una grande benedizione, accontentandoci di poco, mentre Dio ha promesso qualcosa di straordinario per i Suoi figli negli ultimi tempi: un risveglio potente accompagnato da una gloria estrema, riservata solo a noi. La Parola menziona l'episodio di Salomone, in cui, dopo aver portato l'Arca del Patto e offerto numerosi sacrifici, la gloria di Dio si manifestò così intensamente che i sacerdoti dovettero interrompere il loro servizio perché non erano più in grado di continuare.

1°Re 8:10-11; 10 Or avvenne che, mentre i sacerdoti uscivano dal luogo santo, la nuvola riempì la casa dell'Eterno, 11 e i sacerdoti non poterono rimanere a servire a motivo della nuvola, perché la gloria dell'Eterno riempiva la casa dell'Eterno.

Questa è l'esperienza che desideriamo: la gloria di Dio, dove Egli è sovrano e dove la nostra fede, la nostra unzione e il nostro carisma non saranno più necessari perché Dio ci invita a fidarci di Lui completamente, promettendo di operare segni, miracoli e prodigi in tutto il mondo. Sapete, quando questo accadde, Salomone offrì molti sacrifici a Dio: ventiduemila buoi, centoventimila pecore, e così via. Oggi non possiamo fare lo stesso, ma possiamo impegnarci in ciò che abbiamo ascoltato in questi mesi: digiuno, generosità e consacrazione a Dio, perché siamo stati creati per adorarlo; questi sono i sacrifici che possiamo offrire a Dio. L'apostolo Paolo ci esorta ad offrirci a Dio come sacrifici viventi sull'altare, per essere altresì benedetti; questo permetterà alla gloria di Dio di manifestarsi.

Aggeo 2:6-7; 6 Poiché così dice l'Eterno degli eserciti: "Ancora una volta, tra poco, io farò tremare i cieli e la terra, il mare e la terra asciutta; 7 farò tremare tutte le nazioni; il desiderio di tutte le nazioni verrà e io riempirò questo tempio di gloria", dice l'Eterno degli eserciti.

Quindi, il desiderio delle Nazioni è mettersi tutti contro Israele, il popolo di Dio, ma il proposito dell’Eterno è un altro:

Verso 9; 9 "La gloria di quest'ultimo tempio sarà più grande di quella del precedente", dice l'Eterno degli eserciti; "e in questo luogo io darò la pace"», dice l'Eterno degli eserciti.

Noi siamo chiamati da Dio a prepararci per qualcosa di grande, perché Egli opera in grande, e il Suo popolo, il "rimanente", non è determinato da coloro che sono semplicemente rimasti, ma da coloro che credono fermamente nelle potenti operazioni di Dio, che abbracciano la Sua visione e decidono di camminare con essa. Il rimanente non è costituito da coloro che sono passivi, ma da coloro che sono chiamati ad essere protagonisti e non spettatori di questo risveglio spirituale e che riconoscono il sacrificio di Gesù, impegnati nell'adempimento del mandato divino di fare discepoli. Così come nel passato, Dio ci istruisce e ci guida, aspettando che adempiamo al Suo volere affinché Egli possa compiere miracoli per mezzo della nostra obbedienza. Come Israele gridò a Dio per essere liberata, anche noi oggi, di fronte agli ostacoli e alle oppressioni, dobbiamo fare lo stesso, camminando con fede e obbedienza per entrare nella terra promessa che Egli ha preparato per noi. Noi, oggi, ci troviamo di fronte a una situazione simile a quella del popolo d'Israele nel deserto, infatti, abbiamo incontrato Dio attraverso Gesù Cristo e abbiamo ricevuto istruzioni per ereditare le Sue promesse e avanzare nelle nuove stagioni che Egli prepara per noi. Tuttavia, a volte ci troviamo bloccati, come il popolo d'Israele che ha vagato nel deserto per quarant'anni a causa della mancanza di fede. La differenza tra coloro che sono rimasti nel deserto e coloro che sono entrati nella terra promessa è la fede, la massima fiducia in Dio. Sapete, la parola "fede", "písti" in greco, significa ferma persuasione, quindi, dobbiamo permettere alla nostra fede di guidarci e di essere completamente persuasi dalla Parola di Dio, sapendo che Egli è con noi ovunque andiamo. Noi sappiamo che l'assenza di fede è comune e può capitare di trovarsi in situazioni in cui la fiducia vacilla, ma tuttavia, l'avere fede è qualcosa di straordinario, che trascende il nostro ragionamento umano. La bellezza di Gesù, del Vangelo e dell'opera di Dio si rivela proprio qui, perché Egli è in grado di trasformare e sconvolgere le nostre vite in modi inimmaginabili, portando a compimento miracoli che ci lasciano sbalorditi. La fede ci consente di guardare con speranza alle benedizioni che desideriamo, senza lasciarci scoraggiare dalle dimensioni delle nostre difficoltà o delle montagne che si presentano davanti a noi. Dio ci assicura che se crediamo fermamente nella Sua Parola e confessiamo la nostra fede, ogni cosa che diciamo e crediamo avverrà e ci sarà concessa. Questa fede ha caratterizzato la vita dei grandi uomini di Dio, come l'Apostolo Paolo, il quale ha vissuto e continuerà a vivere per la sua fede, questo ci rammenta che coloro che sono privi di fede subiranno una morte spirituale. Perciò Dio ci esorta a compiere passi di fede, ad avere una certezza nel nostro cuore e a proclamare la Sua Parola con convinzione, affinché possiamo sperimentare risultati gloriosi. Siamo chiamati a partecipare a un risveglio spirituale e a testimoniare dei miracoli operati da Dio nelle nostre vite e nelle vite dei nostri cari, ma per farlo dobbiamo lasciarci persuadere dalla Sua Parola e agire con fiducia, abbandonando ogni incertezza. Sapete, noi siamo spesso influenzati dalle cattive notizie, ma dobbiamo ricordare che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio; quindi, possiamo confidare nella Sua protezione divina, che ci rende inamovibili e inattaccabili. La fede è fondamentale in questo processo e si accompagna all'ubbidienza, infatti, Abramo, il padre della fede, dimostrò una fiducia straordinaria rispondendo alla chiamata di Dio di lasciare il suo paese e la sua parentela, confidando esclusivamente nella voce divina, anche in assenza di pastori o della Bibbia. Dio, lo chiamò ad andare via dal suo paese, perché esso era un luogo idolatra, e la sua fede e la sua obbedienza lo condussero a lasciare l'idolatria e ad entrare in una nuova stagione di benedizioni. Questo ci insegna che, per entrare in una nuova stagione, dobbiamo abbandonare le idolatrie che ci ostacolano e a credere nelle nostre capacità senza considerare la presenza e la guida di Dio. Giosuè non agì con presunzione al ritorno dal resoconto della terra promessa, ma dichiarò la volontà di Dio, affermando che Egli era dalla loro parte e che sarebbero stati vittoriosi. Quando Giosuè attraversò il Giordano per entrare nella terra promessa, e vide i sacerdoti che facevano fatica a portare l'arca sulle spalle, chiese l'aiuto di Dio.

Giosuè 3:13; 13 E avverrà che, non appena le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l'arca dell'Eterno, il Signore di tutta la terra, si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano saranno divise, e le acque che scendono dall'alto si fermeranno in un mucchio». 

Questi episodi dimostrano che quando camminiamo nella volontà di Dio, possiamo avere la certezza e la franchezza di dichiarare che insieme a Lui riusciremo in ogni cosa, superando ogni ostacolo e arrivando alla vittoria. Con questo, si sottolinea l'importanza di agire in sintonia con Dio, perché quando prendiamo l'iniziativa, in accordo alla Sua volontà, Egli conferma sempre la Sua parola esortandoci ad agire e promettendo di mostrare la Sua potenza, in quanto per Lui nulla è impossibile. Pertanto, quando riceviamo un comando divino, dobbiamo essere pronti ad agire, pregare, digiunare, essere generosi e dedicare il nostro tempo a Dio, permettendogli così di guidarci in una nuova stagione. Se Mosè ha visto il mare aprirsi mentre fuggiva dagli egiziani e Giosuè ha visto il fiume aprirsi mentre inseguiva la promessa di Dio, attraverso ciò, Dio ci conferma la Sua fedeltà nel mantenere le Sue promesse e la Sua guida quando mostriamo fede, aprendo strade là dove sembra non essercene. Sapete, molto spesso nei cambi pensiamo di non farcela, oppure di mettere in dubbio la fedeltà di Dio, ma Lui dice anche di mostragli la nostra fede e Lui ci mostrerà la Sua fedeltà. Ora, è fondamentale prendere un momento per riflettere sull'importanza di due verbi che guidano le nostre azioni e influenzano le nostre vite: amare e scegliere. Tuttavia, non vogliamo considerarli come assoluti, ma come un'opinione, perché noi siamo liberi agenti morali e possiamo decidere quali siano per noi le azioni più importanti, aldilà dei verbi amare o scegliere. Questa libertà di scelta ci ricorda che siamo responsabili delle nostre azioni e possiamo decidere di perdonare o non perdonare, di rendere felici i nostri cari o di lamentarci. Sapete, la vita è piena di decisioni e dobbiamo ringraziare Dio per averci fornito la Sua Parola come guida, infatti, Essa è una fonte di luce e di saggezza che ci illumina nei momenti di indecisione, mentre i nostri ragionamenti umani possono fallire di fronte alla Sua verità eterna.

Isaia 55:8-9; 8 «Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie», dice l'Eterno. 9 «Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.

Come popolo di Dio, dobbiamo interiorizzare profondamente questi versetti e farli nostri, perché ci guidano a una resa totale a Dio e alla Sua Parola, mettendo in discussione il concetto di essere liberi agenti morali e sottolineando l'importanza di decidere saggiamente. Quindi, dobbiamo imparare dagli esempi nella Bibbia, che le nostre decisioni possono portare benedizioni o sventura, e che bisogna sviluppare un orecchio spirituale, per allinearci alla Parola di Dio. Oggi, la scelta tra fede e incredulità è nostra: coloro che hanno avuto fede hanno conquistato le promesse di Dio, mentre gli increduli sono periti nel deserto. Quindi, dobbiamo fare scelte e decisioni sante per conquistare ciò che Dio ha preparato per le nostre vite, le nostre famiglie e le nostre case fin dall'inizio dei tempi.

Andiamo verso la conclusione, tornando a ciò che abbiamo discusso prima, sulla libertà delle scelte, che ce n’è una che ci rende felici, quella di riconoscere di essere stati scelti, infatti, non siamo qui per caso, ma siamo stati volutamente scelti e amati da Dio. Questo implica che rispondendo alla Sua chiamata con obbedienza, non dobbiamo più preoccuparci delle nostre scelte, perché Dio ha già deciso per noi, camminando al nostro fianco e guidandoci. Quindi, dobbiamo abbandonare il nostro orgoglio umano, in quanto, è solo attraverso l'umiltà che possiamo accedere alla gloria di Dio, dobbiamo essere disposti ad imparare dagli altri e ad essere guidati, perché l'orgoglio porta alla caduta. Pertanto, se ci affidiamo a Dio con umiltà e mansuetudine, Egli ci guiderà per pascoli di tenera erba e così potremmo dire: “l'Eterno è il mio pastore, e nulla mi mancherà”. Sapete, è importante discernere se consideriamo Gesù solo come nostro Salvatore o anche come nostro Signore, perché, tra le due cose, c'è una grande differenza, infatti, se lo accogliamo solo come Salvatore, lo teniamo alla porta della nostra vita, mentre se lo riconosciamo come Signore, siamo disposti a seguirlo e ad ubbidirgli completamente. Per questo, Dio ci sta chiamando a stabilire chiaramente la nostra posizione di fronte a Lui, riconoscendo se lo vogliamo come Salvatore o come Signore. Vivere solo con l'idea del Salvatore può portare a compromessi, mancanza di visione e ribellione, mentre scegliere di seguire Gesù come Signore ci porta a vivere una vita di obbedienza e sottomissione alla Sua autorità. Sapete, anche se l'ubbidienza e la sottomissione possono sembrare argomenti difficili da accettare, quando ci sottomettiamo al Signore, ci stiamo sottomettendo all'autorità da lui stabilita per guidare la nostra vita. Questa scelta richiede fede, ma solo coloro che sono disposti ad ubbidire, riceveranno i migliori frutti del paese, secondo la promessa di Dio.

 

 

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