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Restaura il sacerdozio nelle tua vita

RESTAURA IL SACERDOZIO NELLA TUA VITA

Casavatore, 03/07/16                                                                                                          PREDICA: PASTORE ANTONIO RUSSO

Nella concezione umana il sacrificio comporta la rinuncia di "qualcosa". Nella concezione divina, il sacrificio comporta "morte". Come figli di Dio e come sacerdoti siamo chiamati a presentare, ogni giorno, all'altare un sacrificio di morte e di rinuncia a noi stessi.
Partiamo da una dichiarazione certa: Dio vuole che tu vivi nell'abbondanza!
Ma qual è il metodo che Dio ci da per vivere nell'abbondanza?
Dio vuole che prendiamo le promesse dal cielo e le portiamo sulla terra. Questo avviene attraverso la fede. Gesù disse: "sia fatta la Sua volontà, come in cielo così in terra". Nel cielo ogni cosa è perfetta; e noi abbiamo l'autorità e il potere di portare il cielo in terra. Gesù stesso ce lo ha insegnato. Le promesse non si ottengono con le proprie forze, ma dipendendo da Dio e prendendo le Sue forze. La prima cosa da fare per ottenere le promesse di Dio è ristabilire l'altare dei sacrifici, presentando se stessi come sacrifici viventi. (1 Piet 2: 9). Noi siamo sacerdoti regali, e come tali dobbiamo costruire altari! Siamo frutti di un sacrificio vivente: Cristo si è sacrificato a Dio, affinché vivessimo. Come cristiani dobbiamo diventare discepoli. Un discepolo mette ogni giorno a morte la sua vita. I patriarchi della fede non sono ricordati perché hanno costruito case, ma perché hanno costruito altari! Cosa rappresenta l'altare?

- morte alla natura adamica ed identificazione con la natura di Cristo (Galati 2:20)"io (in Adamo) sono stato crocifisso con Cristo..."
- morire ad altre volontà e cercare un'unica volontà, quella di Dio
Non bisogna "aggiungere" Cristo alla propria vita insieme alle altre cose, Cristo deve essere il centro! Gesù è l’indispensabile; senza di Lui non si vive. La vera vita è in Cristo. 
Il problema di molti cristiani è che vogliono i benefici della croce, ma non vogliono crocifiggere la loro carne, non vogliono pagare il prezzo. Nell'Antico Testamento c'erano sacrifici di animali.  Nel Nuovo Testamento ci sono sacrifici spirituali: sacrificio di lode, di ringraziamento, di adorazione, di decime e offerte. Siamo salvati per grazia, ma oggi, in Cristo, siamo chiamati ad offrire sacrifici.  Il sacrificio perfetto è stato compiuto da Gesù, ma oggi noi dobbiamo offrire sacrifici di gratitudine e lode a Dio. "Altare" significa "luogo di macello"; infatti li gli animali venivano macellati.  L'altare è un posto di morte, sacrificio, offerta. Abramo, Isacco e Giacobbe hanno fatto altari per sacrifici (Genesi 26). Qui Giacobbe costruì un altare (sacrificio), aggiunse una tenda (famiglia) e scavò un pozzo (vita). In questo stesso pozzo, centinaia d'anni dopo, Gesù incontrò la donna samaritana, con un appuntamento divino. Ogni giorno, per mantenersi vivi, bisogna presentarsi all'altare, offrire se stessi, ed incontrarsi con Dio per bere da quel pozzo di acqua viva! Gesù è venuto nella nostra vita presentandosi come un bisognoso ma poi ha rivoluzionato la nostra vita! Alla donna samaritana disse "dammi da bere". Non puoi ricevere vita dal pozzo se prima non passi all'altare. Prima di ricevere benedizioni e miracoli Gesù ti dice: passa per l'altare dei sacrifici. Questo è l’unico luogo dove la morte produce vita! (Giov. 10.10). Altare e pozzo formano un ciclo di trasformazioni: da morte a vita, da povertà ad abbondanza, da malattia a guarigione. Non si può avere una vita abbondante se non si muore a se stessi, al proprio orgoglio e al proprio egoismo. Se vogliamo avere la vita di Cristo non possiamo più avere la nostra. Molti vogliono il "pozzo" ma non l'altare; non puoi averlo! Solo chi muore può resuscitare ed entrare nell'eternità! Esaminiamo ogni giorno noi stessi, mettiamoci in discussione e moriamo a noi stessi. Chi muore, produce molto frutto. Chi perde la sua vita su questa terra, la ritroverà nell'eternità!

 

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