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Conquista la città per Dio

Conquista la città per Dio

 

CONQUISTA LA CITTÀ PER DIO

Casavatore 09-06-2024                                                                              PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

L'ultimo argomento trattato riguardava l'essere testimoni del Vangelo, il che ha portato a un insegnamento sulla diffusione dell'Evangelo non solo nella nostra città, ma ovunque. Quindi, inizieremo col dire che la preghiera è il primo passo per conquistare le città per Dio, poiché la conquista spirituale precede quella naturale e la preghiera è essenziale per preparare il cuore delle persone a ricevere Cristo. Molti cercano un messaggio che solletichi le emozioni, ma questo tocca solo la superficie e non produce cambiamento. Sapete, la responsabilità della preghiera è individuale: non possiamo delegarla agli altri, ognuno di noi deve piegare le proprie ginocchia davanti a Dio. Abbiamo discusso dell'evangelizzazione e ora ci concentriamo su un altro aspetto fondamentale della vita della chiesa: l'intercessione e la preghiera. Gesù ci ha detto che siamo beati se ascoltiamo ciò che ci dice la Parola di Dio, ma ancora di più se la mettiamo in pratica. Il piano di Dio è che il Suo popolo, investito dell'autorità del Regno, eserciti tale autorità con serietà qui sulla terra. Parliamo quindi di maturità: noi, il popolo di Dio, dobbiamo prenderci seriamente le nostre responsabilità e agire di conseguenza.

Luca 10:19; 19 Ecco, io vi ho dato il potere di calpestare serpenti e scorpioni, e su tutta la potenza del nemico; e nulla potrà farvi del male.

Le parole sante del nostro Maestro, Gesù, ci insegnano che ci ha dato il potere di calpestare serpenti e scorpioni, e su tutta la potenza del nemico; pertanto, noi abbiamo l'autorità e il potere per farlo. Spesso, tuttavia, non esercitiamo questa autorità che ci è stata fornito, rimanendo passivi di fronte alle circostanze. Gesù ci esorta a passare al contrattacco, ad utilizzare l'armatura di Dio, che comprende la spada dello Spirito, la Parola di Dio, come nostro pezzo d'attacco. Dobbiamo dichiarare questa Parola, che ha il potere di penetrare fino alle profondità del nostro essere, giudicando le intenzioni del cuore.

Apocalisse 5:10; 10 e ci hai fatti re e sacerdoti per il nostro Dio, e regneremo sulla terra».

Le parole di Gesù, ci rivelano che siamo fatti re e sacerdoti per il nostro Dio e regneremo sulla terra. Sapete, non siamo chiamati a subire passivamente, ma a esercitare l'autorità che ci è stata conferita; infatti, Gesù ci ha dato potere e autorità sulle forze delle tenebre, sulle malattie, sulle miserie e sugli spiriti maligni. Come re, dobbiamo rilasciare decreti e come sacerdoti, dobbiamo presentare i bisogni davanti a Dio, invocando la Sua misericordia e il Suo amore. Non dobbiamo basare la nostra richiesta sulla nostra giustizia, ma sulla Sua grazia, infatti, ci meritiamo solo l'inferno, ma Dio ci vede attraverso Gesù, e per mezzo di Lui, possiamo presentarci davanti a Lui con fiducia. Quali sono le priorità nella vita di un credente? Troviamo la risposta nel Vangelo di Matteo.

Matteo 6:33; 33 Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte.

Il nostro modo di pensare entra in conflitto con l'approccio che dovremmo avere, perché spesso mettiamo altre priorità prima del Regno di Dio. Dovremmo invece cercare prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, così come Gesù ci ha insegnato, perché se risolviamo prima altri problemi, il diavolo potrebbe crearne così tanti che non avremmo mai abbastanza tempo per servire Dio. In sostanza, cercare il Regno di Dio significa dedicarsi all'attività di regnare, al Regno stesso e alle Sue implicazioni, consapevoli del fatto che siamo stati fatti re e sacerdoti; questo concetto abbraccia tre aspetti fondamentali.

1) Esercitare autorità sul nemico.

Gesù ci ha insegnato che siamo in una guerra spirituale e dobbiamo combattere con determinazione. Non basta pensare di affrontare il nemico; dobbiamo effettivamente usare la nostra autorità per scacciarlo.

2) Ministrare liberazione ai prigionieri.

Non ci riferiamo solo a chi è rinchiuso in un carcere fisico, ma a milioni di persone che oggi sono prigioniere della paura, dell'ansia, dell'alcol, della droga e della malvagità. Dio ci chiede di usare la nostra autorità per liberare questi prigionieri; non siamo noi a compiere questa opera, ma è Dio che agisce attraverso di noi.

3) Trasmettere benedizione al popolo.

Dobbiamo aiutare ogni persona a comprendere che Dio ha un proposito per la loro e la nostra vita. Dopo la salvezza, Dio ci ha lasciati sulla terra e ci ha posti in una comunità di credenti per un motivo preciso; non siamo stati salvati per caso, ma perché Dio ha un piano per ciascuno di noi. Il Suo desiderio è che operiamo per il Suo Regno e per la Sua opera, e questo include il benedire il Suo popolo. Quindi, l'attività del regnare ha a che fare con l'esercitare l'autorità che Dio ci ha dato, affrontando il nemico, liberando i prigionieri e benedicendo il popolo di Dio.

Cercare prima il Regno di Dio significa esercitare il controllo e la responsabilità su ciò che Dio ci ha affidato. La religione, spesso, cerca di farci sentire impotenti, ma Gesù ci ha resi liberi e ci ha dato il potere di agire e di vincere. Quindi, non dobbiamo aspettare il coinvolgimento altrui per risolvere le sfide spirituali o pratiche; dobbiamo invece usare l'autorità che Dio ci ha dato per affrontarle e superarle, sia che si tratti di combattere il male o di affrontare difficoltà quotidiane. Dio ci ha chiamati a essere re e sacerdoti nel Suo Regno, e non dobbiamo temere la morte, ma vivere con coraggio per realizzare il nostro scopo sulla terra. Il Regno di Dio si costruisce con la nostra partecipazione attiva e il potere di Dio, andando oltre i nostri semplici sforzi umani. Con il nostro sforzo umano, possiamo portare le persone fino a un certo punto; tuttavia, oltre quel punto, deve intervenire qualcosa che il nostro sforzo umano non può compiere, altrimenti abbiamo fallito nell'adempiere alla volontà di Dio nella nostra vita. Quando iniziamo ad approfondire la conoscenza del Regno spirituale, comprendiamo che siamo esseri spirituali e iniziamo a vivere in modo perseverante il combattimento spirituale, ciò significa che le nostre preghiere diventano perseveranti anziché sporadiche. Durante questo combattimento, attraverso l'intercessione perseverante, sperimentiamo la potenza di Dio e vediamo le fortezze delle tenebre crollare davanti a noi. A questo punto, otteniamo risultati maggiori rispetto a prima, perché smettiamo di affidarci solo allo sforzo umano e comprendiamo che c'è un livello più profondo di azione che dobbiamo intraprendere.

Giovanni 3:1-6; 1 Or c'era fra i farisei un uomo di nome Nicodemo, un capo dei Giudei. 2 Questi venne a Gesù di notte e gli disse: «Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose e disse: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?». 5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito.

Stiamo parlando della nuova nascita, quando Gesù incontra Nicodemo, un dottore della legge, e lo sorprende. Il concetto espresso su ciò che nasce dalla carne è carne, spiega che questo rappresenta gli sforzi umani, mentre ciò che nasce dallo Spirito è spirituale, indica la necessità di una profonda trasformazione interiore. Gesù ci insegna un principio eterno: la carne genera carne e lo Spirito genera Spirito, il che significa che con lo sforzo umano possiamo realizzare certe cose, come organizzare conferenze, culti o concerti, ma questi sforzi ci portano solo fino a un certo punto. Possiamo portare le persone fino alle porte del Regno di Dio, ma non possiamo farle entrare, poiché la vera trasformazione avviene solo attraverso l'azione dello Spirito. Il nostro compito non è convincere le persone come farebbe un venditore con un prodotto; dobbiamo trasmettere la vita di Dio e facilitare un'esperienza soprannaturale. Quando preghiamo e intercediamo, combatti spiritualmente e le barriere che tengono le persone legate cadono, permettendo loro di vedere chiaramente e decidere se accettare Cristo. La nostra intercessione e preghiera invitano lo Spirito Santo a convincerli di peccato, giudizio e giustizia, oltre ciò che le nostre parole possono fare. Per entrare nel Regno di Dio è necessario un combattimento spirituale, che richiede di imparare ad agire efficacemente nello spirito, poiché i nostri sforzi umani, da soli, si fermano a un certo punto e non producono un impatto duraturo. Ora, attraverso un esempio parleremo di Gesù e di una delle tante esperienze spirituale che Lui ha vissuto. Circa 2000 anni fa, Gesù visse sulla terra, ma la Sua vita si svolse in una dimensione spirituale che i Suoi contemporanei non potevano comprendere. Un episodio significativo accadde quando Gesù entrò in una sinagoga a Capernaum, nota come la città di Gesù, dove si verificò un evento straordinario.

Marco 1:21-28; 21 Poi entrarono in Capernaum, e subito, in giorno di sabato, egli entrò nella sinagoga e insegnava. 22 E la gente stupiva della sua dottrina perché egli li ammaestrava come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23 Ora nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale si mise a gridare, 24 dicendo: «Che vi è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei tu venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: Il Santo di Dio». 25 Ma Gesù lo sgridò, dicendo: «Ammutolisci ed esci da costui!». 26 E lo spirito immondo, straziandolo e mandando un gran grido, uscì da lui. 27 E tutti furono sbalorditi, tanto che si domandavano fra loro dicendo: «Che è mai questo? Quale nuova dottrina è mai questa? Egli comanda con autorità persino agli spiriti immondi, ed essi gli ubbidiscono». 28 E la sua fama si diffuse subito per tutta la regione intorno alla Galilea.

Gesù iniziò a insegnare con autorità e, vedendo un uomo posseduto da uno spirito immondo, lo liberò con poche parole. Quest'uomo era solitamente tranquillo nella sinagoga, ma non si rivelava fino a quando Gesù entrò, portando con sé un'autorità e una potenza spirituale che non era visibile nel mondo fisico ma operava nel Regno di Dio. Gesù non organizzò un digiuno e preghiera con i discepoli in quel momento; egli stesso aveva digiunato e pregato regolarmente, essendo costantemente connesso a Dio. Sapete, Gesù aveva trascorso 40 giorni nel deserto, dove aveva incontrato delle entità spirituali e queste lo conoscevano e lo temevano, infatti lo spirito immondo dell’uomo, lo riconobbe. Le entità spirituali ci conoscono? Ci temono e hanno paura di noi, oppure non ci considerano? Ci conosceranno perché la battaglia, l'intercessione e il combattimento spirituale si combattono e si vincono nel luogo segreto. Lo sforzo umano porta a risultati limitati nella vita, ma come predicatori del Vangelo desideriamo vedere le persone salvate. Ma, per avere successo, dobbiamo affrontare i principati e le potestà nel nostro luogo segreto, vincendo la battaglia attraverso la preghiera e l’intercessione nella presenza di Dio. La Bibbia, riporta l'esperienza di sette fratelli esorcisti che andarono a liberare un uomo posseduto e gli dissero: "In nome di Gesù che Paolo predica, ti scongiuriamo di lasciare quest’uomo." E il demone rispose: "Gesù lo conosco e conosco anche Paolo, ma voi chi siete?" Tutti e sette se ne andarono umiliati. Perché non vinciamo nel mondo spirituale? Dobbiamo farci conoscere e cercare intimità con Dio, guerreggiando nello Spirito e nell’intercessione. Gesù, come nostro fratello maggiore, ci ha dato l'esempio e ha detto che faremo opere ancora più grandi delle Sue, perché ci ha lasciato con autorità e potenza. Non possiamo giustificare le Sue azioni dicendo che erano possibili solo perché era Gesù; Lui era un uomo come noi e ha combattuto con la forza di un uomo. Gesù aveva qualcosa di speciale: una qualità e un'autorità spirituale unica che sconvolgeva tutti. La Sua efficacia nel liberare i prigionieri derivava dal fatto che operava in un regno spirituale e cercava sempre la presenza del Padre. La vera battaglia si vince in preghiera, non con l'apparenza o con la conoscenza, ma con l'accesso a una dimensione spirituale profonda. Un esempio moderno di questa potenza spirituale è la storia di un adoratore che, attraverso il canto e la preghiera, portava miracoli e liberazioni. Prima di ogni incontro pubblico, lui pregava intensamente, sconfiggendo le entità spirituali e legando il potere demoniaco che accecava le persone. Durante i suoi concerti, le persone venivano toccate profondamente e sentivano la necessità di avvicinarsi a Dio. Questo livello spirituale è accessibile anche a noi, e Dio ci invita a raggiungerlo attraverso la preghiera e l'intercessione.

2°Corinzi 4:4; 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio.

Satana acceca le menti di chi non crede e, quanto più persistiamo nell'incredulità, tanto più gli diamo potere di allontanarci dalla verità, perché lo scopo “dell'iddio di questo secolo" è mantenere le persone nelle tenebre, lontane dal Vangelo e con i cuori induriti. Gesù ci ha insegnato un principio fondamentale per combattere questa realtà: "Prima di rapire la masseria, devi legare l'uomo forte". Questo significa che, per liberare le persone dal potere del male nella loro vita, nelle nostre famiglie, nei nostri quartieri o città, dobbiamo prima neutralizzare “l'uomo forte", ossia l'influenza negativa che domina su di loro. Questo ci fa comprendere l’importanza dell'evangelizzazione e dell’intercessione, che sono inseparabili e devono procedere insieme, perché la vittoria spirituale non si ottiene solo con gli sforzi umani. Anche se possiamo fare grandi sforzi per imparare canzoni, balli e mimi per attrarre le persone, questi sforzi possono solo portarli fino alle porte del Regno di Dio; è la nostra intercessione e la nostra preghiera perseverante che permettono loro di entrare effettivamente nel Regno. Mosè, nel suo confronto con il faraone, non stava semplicemente parlando a un uomo, ma stava in realtà affrontando le entità spirituali nascoste dietro di lui. Quando Dio mandò Mosè dal faraone, gli diede queste parole: "Lascia andare il mio popolo", e Mosè ripeté questa richiesta sette volte, numero che rappresenta la perfezione, nei capitoli 5-10 dell'Esodo. Questo insegnamento ci ricorda che le battaglie non si vincono solo con la forza naturale, ma con l’intervento divino. Quando siamo allineati con la volontà di Dio, anche se siamo in minoranza, possiamo vincere le battaglie spirituali; quindi, non è una questione di forza umana, ma dello Spirito di Dio che agisce in noi. E per concludere, guardate quanto è potente la nostra intercessione:

Giobbe 22:21-30; 21 Riconciliati dunque con Dio e sarai al sicuro; così avrai benessere. 22 Ricevi istruzioni dalla sua bocca e riponi le sue parole nel tuo cuore. 23 Se ritorni all'Onnipotente, sarai ristabilito; se allontani dalle tue tende l'iniquità 24 e getti l'oro nella polvere e l'oro d'Ofir tra i sassi del torrente, 25 allora l'Onnipotente sarà il tuo oro, il tuo tesoro d'argento. 26 Poiché allora troverai il tuo diletto nell'Onnipotente e alzerai la faccia verso Dio. 27 Lo pregherai ed egli ti esaudirà, e tu adempirai i tuoi voti. 28 Deciderai una cosa e ti riuscirà, e sul tuo cammino splenderà la luce. 29 Quando ti umiliano, dirai: "L'innalzamento verrà". Egli soccorrerà l'umile 30 e libererà anche chi non è innocente; sì, egli sarà liberato per la purità delle tue mani».

Il concetto di “fare pace col Signore” implica l’adesione e la conformità alla Sua volontà; riconciliarsi con Dio significa vivere nella Sua Shalom, che va oltre il semplice significato di pace. Per ricevere benedizioni, dobbiamo metterci in pace con Dio, ascoltare le istruzioni dalla Sua bocca, umiliarci davanti a Lui, eliminare l’ingiustizia dalla nostra vita e considerarLo come il nostro prezioso tesoro. Quando ritorniamo all’Onnipotente, cammineremo nel Suo favore e vedremo le nostre preghiere esaudite e la potenza della preghiera e dell’intercessione diventa straordinaria perché mossa dalla Sua misericordia.

 

 

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