Far tue le Sue promesse

FAR TUE LE SUE PROMESSE

Casavatore 19-11-2017 PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

In 2 Corinzi 1:20 è scritto: “Poiché tutte le promesse di Dio hanno in lui il «sì» e l’«Amen», alla gloria di Dio per mezzo di noi”. Cosa vuol dire che “Tutte le promesse di Dio hanno in Lui il sì e l’amen … per mezzo di noi”? Vuol dire che Dio ha fatto le promesse, ma che spetta a noi crederci e manifestarle nella vita reale. La più importante delle promesse è la salvezza. Molti credono che consista semplicemente nel ricevere la nuova nascita, ma non è così. La nuova nascita ne è solo una parte, dato che la salvezza comprende l’appropriazione dei benefici prodotti dall’espiazione e dalla redenzione che Cristo ha realizzato per ridare al credente la vita eterna e la gloria, perdute a causa della caduta di Adamo. Alla croce è avvenuto un grande scambio: Gesù è divenuto peccato, malato, povero e tutto quello che eravamo noi, per farci diventare quello che è Lui. Il proponimento di Dio è quello di avere una famiglia in cui tutti i componenti abbiano l’immagine di Gesù; per questo lo Spirito Santo si adopera per conformare ciascuno di noi alla Sua immagine. Romani 8:29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine e alla somiglianza del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. 30 E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati. Dio ci ha trovati morti nei falli e nei peccati e, anche se questo deve ancora avvenire, nel Suo piano eterno ci ha già glorificati, visto che nella dimensione eterna è già avvenuto. Dio si è sempre relazionato con l’uomo per mezzo di patti, in ognuno dei quali ha fatto delle promesse indicando anche le conseguenze a cui sarebbe andato incontro chi non lo avesse rispettato. Abramo non conosceva Dio, era un idolatra che viveva in Ur dei Caldei, e quando Dio lo chiamò, stabilì con lui un patto e gli fece delle promesse. Abramo Gli credette, ma dovette attraversare un percorso di fede prima di essere pienamente convinto di quello che Egli diceva. Genesi 12:1 Or l’Eterno disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. 2Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. 3 E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra». Il versetto 1 contiene un importante principio: non tutti possono prosperare in qualunque luogo. Dio ha stabilito un territorio nel quale possiamo prosperare e se ne siamo fuori, non possiamo ricevere la benedizione che ha stabilito per noi. Abramo dovette uscire dal luogo in cui si trovava, perché lì avrebbe ricevuto influenze negative che gli avrebbero impedito di cambiare. In quel tempo non aveva figli e Dio gli promise che sarebbe diventato una grande nazione. Questo ci dice che se Dio ci ha chiamati è per fare migliorare noi e tutta la nostra discendenza, ma poiché la benedizione cresce di generazione in generazione, grazie all’eredità che ciascuna di esse lascia alla successiva, il nemico vuole distruggere le famiglie, per impedire che le benedizioni generazionali si trasmettano ai discendenti. Dio fece le promesse e Abramo Gli credette, ma poteva solo sognare di vederle avverare, dato che sul piano naturale non ce n’era segno. Dovette fare un percorso di fede per farle diventare realtà. Egli è il progenitore di quelli che hanno fede e che come lui hanno bisogno di fare un percorso per appropriarsi delle promesse divine: la salvezza, la guarigione, la prosperità, la protezione divina, l’unzione, i doni dello Spirito Santo, la manifestazione della Sua potenza. ecc... Ma quanti credenti si appropriano delle promesse di Dio? Purtroppo molti si limitano a sognarle. Tutto è stato compiuto per mezzo dell’espiazione. Ogni volta che pecchiamo, perdiamo vita divina e per riappropriarcene è necessario che un altro si sacrifichi e versi il suo sangue. Per rimediare alla perdita di vita divina, l’unico rimedio è lo spargimento di sangue. Le parole “espiazione” e “sangue” sono scritte nella Bibbia 523 volte, tale è la loro importanza. Non è difficile appropriarsi delle promesse di Dio, anzi possiamo affermare che è molto semplice. Non ci giova il fatto che Dio ce le abbia fatte, dobbiamo farle nostre. Per essere salvati e riappropriarci della natura divina basta un attimo, come ad Adamo bastò un attimo per perderla. Basta credere nel cuore e proclamare con la bocca che Gesù è risuscitato dai morti per darci la Sua giustizia e che Lo riceviamo come Signore della nostra vita. Esaminiamo anche l’esperienza fatta da Giosuè, successore di Mosé nella guida del popolo di Dio, nella conquista della terra promessa. Nei quarant’anni trascorsi nel deserto gli Israeliti avevano sognato di entrare nella terra che Dio aveva loro assegnato, ma che era abitata dai Cananei. Dio gliel’aveva data, ma per passare dalla promessa al possesso doveva esserci un processo di appropriazione. L’esperienza di Giosuè è importante perché fu lui a far passare il popolo dal sogno alla conquista. Così è per noi: ad esempio possiamo credere alla guarigione che Dio ci promette, possiamo sognarla, ma non basta, dobbiamo appropriarcene. Sono ancora tanti i territori che Dio si aspetta che ciascuno di noi conquisti personalmente. Sono tante le persone che dobbiamo portare alla salvezza o liberare, soprattutto i nostri familiari, i parenti e gli amici non convertiti. Sono tanti i territori spirituali in cui abbiamo bisogno di crescere, ma per impossessarcene dobbiamo combattere. Anche noi, come gli Israeliti, non abbiamo ancora messo i piedi in molti territori che Dio ci ha dato. Perché? Perché ci accontentiamo. Dobbiamo volere di più, mettere piede in sempre nuovi territori e passo dopo passo conquistarli, usando le armi che il Signore ci ha dato ed evitando di adagiarci in una vita comoda. Noi siamo eredi delle promesse, ma la nostra proprietà è occupata dai Cananei, nemici abusivi, demoni che dobbiamo cacciare via dal nostro territorio. Se siamo partecipi della natura divina non possiamo subire sconfitte né avere tristezza, depressione, malattia, povertà. Dio ci vuole partecipi della Sua natura e ci vede prosperi, sani, benedetti, conquistatori, e ci esorta a combattere per prendere possesso della nostra eredità. Se viviamo nella concupiscenza della carne e ci gratifichiamo in essa cessiamo di conquistare. Anche noi possiamo contare sull’aiuto di Dio e sui Suoi miracoli quando ci accingiamo a conquistare la nostra terra promessa, però dobbiamo sapere che anche per noi vale l’esortazione a essere forti, molto coraggiosi nell’azione di attacco al nemico e determinati a prendere ciò che è nostro. Non cessiamo mai di sognare quello che Dio ci ha promesso, ma non rimaniamo ancorati al sogno, adoperiamoci per passare dal sogno alla sua realizzazione. Ebrei 10:23 Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse.

Domenica, 19 Novembre 2017

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