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La Nascita del Salvatore

La Nascita del Salvatore

 

LA NASCITA DEL SALVATORE

Casavatore 26-12-2023                                                                                     ORATORE: PASTORE ANTONIO RUSSO

Il tema del culto di questa settimana non poteva che essere dedicato al nostro Signore e Re, Gesù, motivo per cui ci siamo riuniti per adorarlo e per stare nella Sua meravigliosa presenza. In certe occasioni, ci troviamo prevenuti nel discutere certi argomenti a causa delle reazioni naturali degli altri, tuttavia, sarebbe importante farlo concentrandoci sul significato del Natale, cercando di comprendere meglio ciò che è accaduto oltre 2000 anni fa con la nascita del Salvatore dell'umanità. Anche se non conosciamo la data esatta, sicuramente non è il 25 dicembre, come ricordiamo costantemente, sappiamo però che questo evento segna l'arrivo di Gesù Cristo nel mondo e il motivo per cui ci troviamo nell'anno 2000 e qualcosa. Quindi, cosa è accaduto nell'anno zero? Gesù è nato, Cristo è venuto nel mondo.

Isaia 9:5; 5 Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

Quindi, il passo si riferisce alla Sua prima venuta e noi riconosciamo che, se c'è stata la prima, ci sarà anche una seconda, come indicato da numerose profezie dell'Antico Testamento che si sono avverate nel corso dei millenni. Esaminando profezie risalenti ad almeno 3000 anni fa, come quella data da Dio alla donna dopo il peccato, capiamo che molte profezie riguardano entrambe le Sue venute. Quindi è stato Lui a promettere di venire ed è stato Lui che ha promesso che sarebbe ritornato, il che ci spinge a prepararci ed essere pronti per il Suo ritorno. Oggi parleremo della prima venuta del Figlio di Dio e dell'importanza delle testimonianze degli angeli, in particolare di uno, e di quelle di sette categorie di persone che, in modo soprannaturale, Dio ha inviato per attestare la nascita del Messia nel mondo. La Bibbia ci insegna un principio fondamentale riguardo alla testimonianza: essa è autentica quando è confermata da due o tre testimoni; in questo caso specifico, ne abbiamo addirittura sette. Sapete, purtroppo, oggi più che mai, il cristianesimo è oggetto di un forte attacco nel nostro Occidente. È stato recentemente mostrato in un programma televisivo dove gli italiani, di tutte le fasce d'età, hanno dato risposte inesatte riguardo a Gesù e al significato del 25 dicembre, nonostante l'Italia sia comunemente considerata una Nazione cristiana. Questo dovrebbe spingerci personalmente a non tacere, perché, oltre a ciò, si nota un attacco alla cristianità derivante dal cosiddetto “politicamente corretto”. Abbiamo letto notizie sconcertanti sui giornali e sui social: in Italia, a Padova, hanno cambiato il nome di Gesù in “Cucù” durante una recita scolastica di Natale, per evitare di offendere altre religioni. Ad Avellino, un prete ha realizzato un presepe che raffigurava Gesù bambino con due mamme, presentandolo come un possibile “modello familiare”. A Fiesole, il preside di una università ha deciso di cambiare il nome della festa di Natale in "festa d'inverno" per evitare di offendere coloro che non praticano la stessa religione. Questi casi, tra molti altri, sono tristi e ci impongono una responsabilità fondamentale: diffondere la conoscenza delle nostre autentiche radici. Sapete, noi conosciamo l'Europa come la culla del cristianesimo, ma ora stiamo assistendo al suo rinnegamento, che è identificato come un rifiuto di Cristo, incarnato nello spirito dell'anticristo. Si confonde Babbo Natale con Gesù, un esempio di questo rifiuto, per questo motivo è fondamentale chiarire che Gesù non è Babbo Natale, ma il vero dono di Dio all'umanità. Sentiamo la responsabilità di condividere il vero significato del Natale, non solo in certi momenti come alcuni religiosi, ma come testimoni della presenza costante di Gesù nelle nostre vite. Dobbiamo comunicare chiaramente la verità a coloro che sanno ma rimangono in silenzio e che hanno l’urgenza di annunciare che un figlio ci è stato donato, il Figlio di Dio è stato dato, e quindi è avvenuto il vero Natale. Ora, per comprendere pienamente cosa rappresenti la nascita di Gesù, possiamo riflettere su due rappresentazioni: l'albero di Natale, splendidamente addobbato, e il presepe che racconta ciò che è accaduto. Quest'ultimo può essere una testimonianza da condividere anche ai nostri figli e nipoti: spiegando loro che il bambino nato nel presepe non è più piccolo, è cresciuto, ed è venuto al mondo come Figlio di Dio. La donna accanto al bambino è Maria, la cui figura materna ha un ruolo importante, ma va ricordato che non deve essere adorata, come lei stessa afferma nel “Magnificat” riportato in Luca al capitolo 2. Poi c’è Giuseppe, colui che adottò Gesù, perché non fu il suo seme a generarLo e quindi non è stato il suo padre biologico. Infine, i saggi, rappresentati tradizionalmente come tre, in realtà potrebbero essere più numerosi secondo la Bibbia, che hanno portato dei doni particolari. Attraverso il presepe e l'albero di Natale, possiamo chiaramente discernere quale delle due rappresentazioni ritragga più fedelmente l'evento più importante dell'umanità. Quindi, noi dovremmo riflettere su questo aspetto, perché la nascita di Gesù è l'evento principale, straordinario per eccellenza. La nascita di Gesù è stata solo una parte della Sua straordinaria vita; la Sua morte, il sacrificio sulla croce e la Sua incarnazione sono stati elementi essenziali per la nostra redenzione, senza i quali non saremmo qui ora. La Sua incarnazione è stata fondamentale per la nostra salvezza, perché ha assunto un corpo umano; se non avesse, fatto ciò, non avrebbe potuto espiare i nostri peccati e perdonarci. Infatti, tutta l'umanità deriva da Adamo e nasce con una natura peccaminosa a causa del peccato, mentre Gesù, nato per opera dello Spirito Santo, non ha ereditato questa natura, come profetizzato nel Libro della Genesi circa 6000 anni fa.

Genesi 3:15; 15 E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno».

Quindi, la profezia non riguarda direttamente la donna, quanto colui che sarebbe nato attraverso di lei. Nel concepimento di Gesù, il seme era divino e senza peccato, rivelando così la Sua doppia natura umana e divina. Sebbene non sia normale parlare del seme della donna, il linguaggio usato indica il passaggio del seme maschile, perché il peccato e la morte entrarono nel mondo attraverso Adamo, trasmettendo a tutta l'umanità la natura peccaminosa. Tuttavia, con Gesù, si diventa una nuova creatura in Cristo, essendo concepito da seme divino per opera dello Spirito Santo. Quando il verso parla del ferire il calcagno, si riferisce al Suo sacrificio sulla croce, indicando la sofferenza che ha vissuto, spezzando il potere di Satana, rendendolo impotente. Quindi, nasciamo nella natura adamica ma rinasciamo in Cristo, essendo Gesù colui che ha sconfitto Satana; è stato solo Lui, nato per opera dello Spirito Santo, ad annientare il potere del diavolo, non Maria. Adesso, cerchiamo di comprendere le testimonianze, parleremo di quella degli angeli, perché il cielo ha testimoniato della nascita del Messia, infatti:

Luca 2:1; 1 Ora, in quei giorni fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto, che si compisse il censimento di tutto l'impero. 2 Questo censimento fu il primo ad essere fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3 E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Or anche Giuseppe uscì dalla città di Nazaret della Galilea, per recarsi in Giudea nella città di Davide, chiamata Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide,

Sapete, la Bibbia è precisissima e storicamente coincide con gli eventi; era il tempo del censimento, e sebbene Gesù provenisse da Nazareth, è nato a Betlemme. Nazareth si trova a nord di Israele, mentre Betlemme è a sud, richiedendo un viaggio di circa 130 km a piedi, perché Giuseppe, il padre adottivo di Gesù, doveva recarsi nella città di Davide per registrarsi, essendo della famiglia di Davide. Durante il loro soggiorno in quel luogo, Maria diede alla luce il suo primogenito e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era spazio negli alberghi, non per povertà, ma a causa della mancanza di disponibilità. Così, la stalla con la mangiatoia divenne la loro sistemazione improvvisata, e fu lì che Gesù nacque. Ora, in quella stessa regione, c'erano pastori che durante la notte vegliavano sui loro greggi all'aperto, improvvisamente, un Angelo del Signore si presentò a loro e la gloria divina li circondò, provocando in loro grande timore. Tuttavia, l'angelo li rassicurò annunciando una grande gioia: la nascita del Salvatore, il Cristo e il Signore, a Betlemme e, come segno, avrebbero trovato un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia. All'improvviso, si unì all'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio dicendo: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi e pace in terra agli uomini su cui riposa il Suo favore”. Dopo che gli angeli si allontanarono per tornare in cielo, i pastori decisero prontamente di recarsi a Betlemme per verificare personalmente quanto loro era stato annunciato. Trovarono quindi Maria, Giuseppe e il bambino nella mangiatoia, e raccontarono a tutti ciò che avevano visto e udito, suscitando meraviglia tra coloro che ascoltavano le loro parole. Abbiamo avuto un incontro con Gesù? Bene, allora dobbiamo condividerlo con gli altri, narrare la nostra esperienza con Cristo, quel momento in cui, nella nostra vita e nel nostro cuore, è nato il Messia, il Salvatore che ci ha salvati, guariti, liberati e restaurati. I pastori stupirono chi li ascoltava raccontando ciò che era stato annunciato sul bambino e Maria custodì le loro parole e otto giorni dopo, il bambino fu circonciso e chiamato Gesù, nome predetto dall'angelo prima della Sua nascita. Quindi, ecco la prima testimonianza data dagli angeli, il primo annuncio del Salvatore, Cristo, e Signore nato a Betlemme, il riassunto teologico di Gesù, il Figlio di Dio risorto dalla morte. Sapete, non tutti accettano Gesù come Figlio di Dio, ma Egli è l'unico risorto, identificato come il Salvatore (Yahweh salva), il Cristo (l'Unto dell'eterno) e il Signore (il Padrone di tutte le cose). Quindi, sottomettiamo la nostra vita alla Sua Signoria, perché Egli è il compimento delle Scritture e il Sovrano di ogni vita.

Isaia 7:14; 14 Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele.

La parola “Emmanuel” significa “Dio con noi”, questo forse nell'Antico Testamento, non avevano un concetto così vicino di questa idea, mentre oggi, spesso, potremmo essere diventati troppo familiari con essa, ma è un errore. Ma gloria a Dio, perché ha lasciato il cielo per abitare tra noi e ancor di più, è venuto a dimorare nei nostri cuori, Dio con noi, Dio dentro di noi. La Scrittura presenta Cristo come il Figlio di Dio, 100% uomo e 100% Dio, nato senza peccato e morto per i colpevoli. Gesù è noto come il Figlio di Davide, la profezia su Davide si riferisce a Salomone e soprattutto a Cristo, il cui Regno non avrà fine, perché Dio stesso dice a Davide che suo figlio avrà un trono stabile per sempre e questo si riferisce a Cristo. Quindi abbiamo visto il Figlio di Dio, il Figlio di Davide, il Salvatore, che redimerà il Suo popolo:

Matteo 1:21; 21 Ed ella partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati».

Quindi, nel capitolo due di Luca, viene enfatizzata la testimonianza degli angeli, un'esperienza che potrebbe essere considerata soggettiva come altre apparizioni angeliche. Tuttavia, Dio va oltre questo, selezionando sette categorie di persone come testimoni della nascita di colui che ha trasformato il mondo. Sapete, i Vangeli superano la prova storica perché i contemporanei che li hanno vissuti e scritti, confermano la loro esattezza. La Bibbia è per noi la Parola di Dio, e ciò che essa afferma è indiscutibile per questo ci rivolgiamo a coloro che possono avere dubbi sulla certezza storica della nascita di Gesù. Intanto, il sette è il numero che simboleggia la completezza, e non a caso che le testimonianze di persone che hanno assistito alla nascita di Gesù sono sette quindi, andiamo ad esaminarle una per una.

1) Sacerdote Zaccaria.

Zaccaria, il sacerdote e padre di Giovanni il Battista, ricevette la profezia mentre prestava servizio nel tempio: un Angelo gli annunciò la nascita di suo figlio, che avrebbe preparato la via per il Messia. Inizialmente incredulo, perché sua moglie era sterile ed era ormai anziana, Zaccaria fu ammutolito in modo soprannaturale fino alla nascita di Giovanni. Nel momento in cui vide il figlio, ritrovò la sua voce e benedisse il Signore per la redenzione del suo popolo, anticipando il ruolo profetico di suo figlio come precursore del Salvatore.

2) I pastori di Betlemme.

Abbiamo già discusso dei pastori che hanno avuto questo incontro con gli angeli e uno di essi ha comunicato loro ciò che stava accadendo. Quindi, non sono rimasti lì a guardare, ma hanno deciso di andare a vedere di persona quanto annunciato: hanno proclamato che nella città di Davide è nato il Salvatore, il Cristo e il Signore. Dopo aver udito l'annuncio, sono andati a verificare e hanno vissuto in prima persona ciò che era accaduto, rendendo gloria a Dio per tutto ciò che avevano visto e udito, proprio come era stato loro detto.

3) I saggi.

I saggi provenienti dall'Oriente, non appartenenti al popolo ebraico, ma guidati dalla ricerca di Dio, testimoniano un incontro con Gesù. Quando trovarono il bambino Gesù con Maria Sua madre, si prostrano e lo adorano offrendo tre doni: oro, incenso e mirra. L'oro rappresenta la divinità di Cristo, l'incenso l'adorazione a Dio e la mirra simboleggia il sacrificio di Cristo per la redenzione dell'umanità, ma soprattutto la sofferenza da Lui sostenuta. Questi doni hanno sostenuto la vita di Gesù durante periodi difficili segnati dalla necessità di nascondersi fin dalla nascita.  

4) Simone.

Luca 2:25-32; 25 Or ecco, vi era a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest'uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d'Israele; e lo Spirito Santo era su di lui. 26 E gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo, che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore.

Sapete, questo riguarda una persona e in quel tempo, Israele non stava bene con Dio, spiritualmente parlando era carnale e lontana da Lui. Immaginate che l'ultimo libro della Bibbia, il libro di Malachia, fu scritto 400 anni prima; durante quei 400 anni c'era stato il silenzio di Dio a causa della ribellione e della disubbidienza. Tuttavia, Dio aveva sempre un rimanente, un uomo che aveva ricevuto una rivelazione dallo Spirito Santo, promettendogli che non sarebbe morto prima di aver visto il Messia.

Verso 27; 27 Egli dunque, mosso dallo Spirito, venne nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù, per fare a suo riguardo quanto prescriveva la legge,

Sapete, non c'era un appuntamento, non si conoscevano, fu un appuntamento divino.

Versi 28-32; 28 egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29 «Ora, Signore, lascia che il tuo servo muoia in pace secondo la tua parola, 30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza 31 che tu hai preparato davanti a tutti i popoli; 32 luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».

Lo Spirito Santo glielo aveva rivelato, e lui lo stava testimoniando, affermando che ora poteva morire perché portava con sé la promessa di Dio e sentiva di poter tornare a casa per stare nella Sua presenza. Sapete, anche se carnali, c'è sempre un residuo che Dio mette da parte: persone che piegano le loro ginocchia, che non si compromettono, ma che rimangono fermi e stabili nella volontà di Dio.

5) Elisabetta.

Elisabetta, la madre di Giovanni il Battista e la moglie di Zaccaria il sacerdote, fu un esempio straordinario di testimonianza infatti, Maria, la madre di Gesù (si intende Gesù come vero uomo), era parente di Elisabetta. Un giorno, Maria va a trovare Elisabetta e, quando la incontra, la prima esperienza che Elisabetta riceve è una manifestazione soprannaturale: il bambino nel suo grembo, ovvero Giovanni il Battista, sobbalza, e lei stessa viene riempita dello Spirito Santo.

Luca 1:41-45; 41 E avvenne che, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le sobbalzò nel grembo, ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, 42 ed esclamò a gran voce, dicendo: «Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo. 43 E perché mi accade questo, che la madre del mio Signore venga a me? 44 Poiché, ecco, appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, il bambino è sobbalzato di gioia nel mio grembo. 45 Ora, beata è colei che ha creduto, perché le cose dettele da parte del Signore avranno compimento».

6) Maria, madre di Gesù.

Sapete, la Madonna assunta non è tale perché “assunta” significa portata in cielo con il proprio corpo, ma questo non è avvenuto per lei. Perché? Perché lei non è nata senza peccato, anche lei nacque con la natura adamica, e colui che aveva nel suo grembo era il Cristo, il Figlio dell'Iddio vivente quindi, il Signore diventò il suo Salvatore. La testimonianza di Maria, nota anche come il "Magnificat" esprime la sua gioia e gratitudine a Dio per ciò che sta accadendo, magnificando il Signore e lodandolo con il suo spirito.

Luca 1:46-48; 46 E Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore, 47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, 48 perché egli ha avuto riguardo alla bassezza della sua serva; poiché ecco, d'ora in poi tutte le generazioni mi proclameranno beata,

7) Anna la profetessa.

La profetessa Anna parla della nascita del Redentore senza aver visto il bambino infatti, un giorno, mentre Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù al tempio per la presentazione e la circoncisione, Anna riconobbe Gesù come il Messia, anche se non li aveva mai visti e tutti quelli che aspettavano la Sua venuta furono sconvolti.

Luca 2:36-38; 36 Vi era anche Anna, una profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser, la quale era molto avanzata in età, avendo vissuto dopo la sua verginità sette anni con il marito. 37 Ella era vedova e, sebbene avesse ormai ottantaquattro anni, non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta ella pure in quel momento, lodava il Signore e parlava di quel bambino a tutti coloro che aspettavano la redenzione in Gerusalemme.

Ecco, queste sono le sette categorie di persone, scelte da Dio per dare la testimonianza della nascita del Cristo in terra. Sapete, oggi molti celebrano un evento senza rendersi conto dell'importanza spirituale e del valore che esso porta nella loro vita, come quando Cristo, il Salvatore, è nato nei loro cuori. Questo è un tempo di opportunità non solo oggi ma sempre quindi evitiamo le dispute, predichiamo la Parola, prendiamo spunto dal presepe che possiamo trovare nelle case dei nostri familiari. Spieghiamo e diciamo loro, sapete cosa significa? Qual è il significato di questo bambino nella mangiatoia? Sapete perché i saggi d'Oriente sono venuti? Questa diventa un'opportunità visiva, è la redenzione, la salvezza per l'umanità. Voglio concludere leggendovi l'inno di vittoria dei credenti. Sapete chi sono i credenti? Sono coloro che credono in Gesù, colui che un giorno è nato, è venuto in questo mondo, ha vissuto sulla terra per circa 33 anni e poi ha sacrificato la Sua vita sulla croce donandoci la piena vittoria.

Romani 8:31; 31 Che diremo dunque circa queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32 Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà l'afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? 36 Come sta scritto: «Per amor tuo siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati reputati come pecore da macello». 37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, 39 né altezze, né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

 

 

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