Come affrontare il disaccordo 1°Parte
“COME AFFRONTARE IL DISACCORDO 1°Parte”
Casavatore 09-05-2021 PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO
Genesi 12:3; 3 … e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra».
Questa promessa che Dio fece ad Abrahamo, dà molto fastidio al nemico che, soprattutto in questi ultimi tempi, si è posto come obiettivo primario proprio quello di distruggere la famiglia. Lui non vorrebbe che le famiglie fossero benedette e quindi che i mariti, le mogli e i figli non fossero benedetti, ma noi, in risposta, dobbiamo ogni giorno dichiarare, come disse Giosuè ad Israele, che “noi e la nostra casa serviremo l’Eterno”. Dio, sulla terra ha costituito delle istituzioni: la prima è la famiglia, poi la chiesa, ha creato l’uomo e la donna. Queste realtà, famiglia, chiesa e quindi uomo e donna, sono continuamente attaccati dal nemico perché siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Il nemico non può permettersi di attaccare direttamente Dio e allora va contro a quello che è stato creato a Sua immagine e somiglianza. Quindi questo attacco è rivolto alla chiesa, che testimonia di Cristo e alla famiglia.
Efesini 5:2; 2 … e camminate nell'Amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato sé stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave.
Questo conferma che, attraverso le indicazioni che ci vengono date nella Sua Parola, Dio ci ha dato una responsabilità ed è quindi per questo che non possiamo tralasciare le cose, ma dobbiamo saperci comportare gli uni verso gli altri. Non è sempre facile comunicare con gli altri, ma la Parola di Dio, che è sempre valida per tutti gli uomini, ci viene in soccorso. Ad ogni incomprensione o disaccordo non dobbiamo permettere di ferirci, di allontanarci, ma dovremmo consolidare la nostra relazione. Il disaccordo ci sarà, ma dobbiamo saperlo vedere secondo l'ottica divina. Dio non vuole che pensiamo tutti alla stessa maniera ma che tutti possano avere un confronto per arricchirsi perché, senza confronto, non c'è crescita. Quindi è bene pregare per ricevere la grazia di come risolvere le incomprensioni e per quello che, a riguardo, Dio dice nella Sua Parola. Questo significa che, se due persone sono sottomesse a Dio e alla Sua Parola, avranno sempre il meglio, ma quando non si mette Dio al primo posto, allora succederanno disastri perché ognuno la pensa diversamente. Oggi, stiamo parlando, di una parte della Scrittura che ci indica qual è il “modo di Dio” che noi dobbiamo adottare per preservare dalla rottura, il vincolo coniugale in particolare e quelli familiari in generale.
Efesini 4:25-32; 25 Perciò, messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. 26 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; 27 e non date luogo al diavolo. 28 Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno. 29 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l'edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano. 30 E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione. 31 Sia rimossa da voi ogni amarezza, ira, cruccio, tumulto e maldicenza con ogni malizia. 32 Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo.
In questi versetti l’apostolo Paolo parla di sette principi, dei quali ne tratteremo solo due, che sono applicabili a tutte le relazioni, a partire da quelle tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra parenti e amici, per finire a quelle tra le nazioni.
1° principio: ESSERE SINCERI
Vso. 25 “Messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo”.
Un’altra traduzione dice: “Siate aperti l’uno verso l’altro, con rispetto, con dolcezza e con amore”. Questo versetto ci esorta a dire la verità al nostro prossimo e, visto che non vi è nessuno a noi più prossimo di chi abita con noi, questo insegnamento vale principalmente per la relazione tra coniugi e per quelle tra familiari. Purtroppo frequentemente i coniugi preferiscono risolvere i loro contrasti con il mutismo, incamerando in silenzio le offese, cercando di sopprimere le emozioni che li fanno stare male, per poi esplodere ad un successivo litigio con conseguenze ben più devastanti. Il Signore, però, nella Sua Parola dice tutt’altro. Se qualcuno ci ha fatto soffrire, Egli ci dice:
Matteo 18:15; 15 «Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, va' e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello;
Se invece siamo noi che abbiamo fatto soffrire qualcuno ci dice:
Matteo 5:23; 23 Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all'altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, 24 lascia lì la tua offerta davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta.
Paolo ci esorta ad essere aperti e sinceri, a dire la verità, ma sempre con rispetto reciproco e con amore, perché talvolta la sincerità espressa nell’ira e in modo rabbioso non ci fa vedere il male che le nostre parole fanno agli altri.
Efesini 4:15; 15 ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.
2° principio: CONTROLLARSI, MANTENERE LA CALMA
Vso.26-27 27 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; 28 e non date luogo al diavolo.
Se l’apostolo dice “adiratevi”, vuol dire che in noi può sorgere uno stato d’ira, che non è sempre condannabile, anzi talvolta l’ira può essere positiva se è diretta contro il male, contro il peccato, contro qualcuno che vuol nuocere alle persone a noi care. In questo caso, si tratta di un’ira santa, finalizzata al bene delle persone; si tratta della stessa ira di Dio:
Numeri 25:1-5; 1 Mentre Israele si trovava a Scittim, il popolo cominciò a darsi alla fornicazione con le figlie di Moab. 2 Esse invitarono il popolo ai sacrifici dei loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. 3 Così Israele si unì a Baal-Peor, e l'ira dell'Eterno si accese contro Israele. 4 L'Eterno quindi disse a Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e falli uccidere ed impiccare davanti all'Eterno all'aperto, in pieno sole, affinché l'ardente ira dell'Eterno si allontani da Israele». 5 Così Mosè disse ai giudici d'Israele: «Ciascuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che si sono uniti a Baal-Peor».
La stessa ira santa che manifestò Gesù quando vide il tempio invaso dai mercanti e trasformato in una spelonca di ladroni:
Marco 11:15-17; 15 Così giunsero a Gerusalemme. E Gesù, entrato nel tempio, cominciò a scacciare quelli che nel tempio vendevano e compravano e rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. 16 E non permetteva ad alcuno di portare oggetti attraverso il tempio. 17 E insegnava, dicendo loro: «Non è scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti"? Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladroni!».
Naturalmente c’è anche un’ira immotivata, gratuita, distruttiva, priva di fini positivi, quella che molti mettono in atto per banalità e col solo scopo di fare del male agli altri. La prima cosa che la Parola di Dio ci esorta a fare è che manteniamo il controllo di noi stessi quando ci troviamo in uno stato d’ira e che non pronunciamo parole taglienti, crudeli, dannose, parole di accusa e di offesa che possono ferire e far soffrire chi ne è destinatario. Per questo possiamo facilmente dare spazio al nemico: perché egli userà le nostre parole per suscitare amarezza, risentimento, rabbia, delusione e perfino odio e vendetta in chi le riceve. A riguardo, la scrittura letta in Efesi al verso 27 dove dice “e non dare luogo al diavolo”, un’altra traduzione dice, “altrimenti darete un appiglio al diavolo”.
Quando due persone o due coniugi litigano, diventano facile bersaglio dell’avversario perché parlano senza controllarsi e dicono cose di cui possibilmente in seguito si pentiranno. Quindi è bene, quando si riconosce di essere in preda all’ira, prendere un po’ di tempo per calmarsi e solo dopo discutere.