Il Rinnovamento della Mente 2°Parte
IL RINNOVAMENTO DELLA MENTE 2°Parte
Casavatore 18-05-2025 PREDICAZIONE: MENTORE MARCO VITTORIO
In questo servizio di culto continuiamo a trattare il tema del “Rinnovamento della Mente”, già iniziato la scorsa settimana. Si tratta di un argomento centrale per la nostra vita cristiana, perché il vero cambiamento comincia proprio nella nostra mente, quando permettiamo alla Parola di Dio di trasformare i nostri pensieri e di allinearli a quelli di Cristo. Non si tratta semplicemente di cambiare un pensiero o di fare un lavaggio del cervello, ma di un cambiamento profondo e radicale, che coinvolge non solo la mente, ma soprattutto il cuore, le nostre attitudini e il nostro modo di vivere. Molti hanno ricevuto Gesù, ma hanno semplicemente cambiato un pensiero: ora sanno che certe cose sono sbagliate e riescono a riconoscerle, ma la loro vita è ancora lontana da ciò in cui dicono di credere, e questo non è rinnovamento. Ora rileggeremo insieme i passi letti domenica scorsa, fondamentali per ciò di cui trattava il tema:
Romani 12:1-2; “Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.”
Questi versi ci fanno comprendere che il rinnovamento non consiste solo nel ricevere un’informazione, ma nell’esperienza vissuta: è quando viviamo ciò che conosciamo che possiamo dire di essere davvero rinnovati. Quando viviamo ciò che conosciamo, quella conoscenza diventa rivelazione, e la rivelazione prende vita dentro di noi, produce frutto, si incarna nella nostra vita. Molti conoscono la Bibbia solo a livello intellettuale; ci sono teologi che la conoscono a memoria, ma le loro vite non sono trasformate, perché il sapere da solo non garantisce che stiamo vivendo la verità. La Parola ci invita a non fermarci alla sola conoscenza, ma a fare esperienza, come dice il verso: "affinché conosciate per esperienza quale sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio". Abbiamo poi letto un altro verso molto conosciuto, che si collega in modo perfetto a ciò che stiamo dicendo:
Giosuè 1:8; “Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, cercando di agire secondo tutto ciò che vi è scritto, perché allora riuscirai nelle tue imprese, allora prospererai.”
La meditazione non è sufficiente: dobbiamo agire secondo ciò che è scritto, perché Gesù stesso ha detto che non basta ascoltare, ma bisogna mettere in pratica. Possiamo avere una testa piena, ma senza muoverci mai nella fede; come dice 1°Corinzi 8:1, «la scienza gonfia», quindi solo mettendo in pratica la Parola ci attiviamo. Ricevere la Parola non basta: dobbiamo assimilarla, viverla e smaltirla attraverso l’obbedienza, altrimenti diventiamo spiritualmente pesanti. La rivelazione è l’atto con cui Dio ci mostra ciò che era nascosto, come a teatro, dove finché il sipario è chiuso il pubblico non vede ciò che accade dietro le quinte, ma quando si apre, tutto quello che era già pronto viene finalmente rivelato. Così è la rivelazione spirituale: c’è una realtà presente, ma un velo davanti ai nostri occhi ci impedisce di vederla; solo Dio, attraverso la sua Parola, che è verità, può aprirci gli occhi per farcela vivere. La realtà spirituale è più reale di quella naturale, ma spesso ci fermiamo a ciò che percepiamo con i sensi fisici, ritenendolo l’unico modo di vedere, mentre in verità non vediamo davvero finché non lo facciamo con gli occhi dello spirito. Solo la Parola di Dio può togliere questo velo, permettendoci di riconoscere errori che prima sembravano giusti. Ad esempio, c’è stato un tempo in cui molti di noi ritenevano giusto pregare statue, ma un giorno la Parola ha tolto quel velo, e abbiamo compreso che Dio è vivente e non si trova in un oggetto. La rivelazione non è solo per queste “piccole” cose: Dio vuole rivelarci realtà sempre più profonde. Solo tramite la rivelazione possiamo conoscere veramente Dio, non per sentito dire ma per esperienza personale, e più Lo conosciamo, più comprendiamo anche chi siamo, perché creati a Sua immagine e somiglianza. In Dio troviamo la nostra vera identità, mentre senza di Lui non possiamo comprendere pienamente chi siamo, perché il peccato crea una realtà distorta, una falsa percezione che ci allontana da Lui. In Genesi 3:1-10 vediamo come il primo inganno fu proprio uno spostamento di visione. Adamo ed Eva, nel giardino, vivevano quotidianamente la rivelazione di Dio, che parlava con loro, li guidava, si faceva conoscere. Era un rapporto intimo, quotidiano e familiare, che dava accesso diretto alla Sapienza, alla Conoscenza e alla Rivelazione. Ma il diavolo ha offerto loro un’altra forma di rivelazione: un sapere che sembrava superiore, ma che in realtà li ha allontanati dalla verità. L’inganno è avvenuto proprio nel punto dove si è sostituita la rivelazione divina con l’intelligenza umana. Purtroppo, ancora oggi, molti confondono la rivelazione di Dio con una mentalità “aperta” secondo il mondo. Questo non significa avere una mentalità chiusa, ma evitare di sostituire la rivelazione con la semplice furbizia o intelligenza umana. Dio vuole darci rivelazione di Sé stesso, perché è in questa rivelazione che scopriamo chi siamo noi, e senza di essa finiremmo per costruire intorno a noi una falsa percezione della realtà. In Genesi 3:1-5 il serpente disse alla donna: “«Dio ha davvero detto: ‘Non mangiate di tutti gli alberi del giardino?»” e poi “Voi non morrete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno ...” Quella che Adamo ed Eva stanno ricevendo può sembrare una rivelazione, perché anch’essa comportava un’apertura degli occhi, ma non verso Dio: verso ciò che non veniva da Lui. Anche oggi, tanti hanno occhi aperti, ma verso ciò che il diavolo mostra o verso la propria intelligenza. Ecco la domanda chiave: “cosa stiamo vedendo? Stiamo vedendo con gli occhi di Dio o con quelli del nemico?”
Genesi 3:5; “...che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male.”
Ma noi già eravamo come Dio: la Scrittura afferma che Adamo ed Eva erano di poco inferiori a Lui, come se Dio fosse 100 e loro 99; non avevano bisogno di essere di più. Quando ascoltiamo il diavolo, si aprono i nostri occhi naturali e si chiudono quelli spirituali, iniziando a vedere ciò che il nemico vuole mostrarci: la nostra debolezza, la nostra umanità, e in quel momento non è più Dio ad essere esaltato, ma l’uomo. Adamo ed Eva hanno distolto lo sguardo da Dio per rivolgerlo verso sé stessi, desiderando indipendenza e volendosi elevare al di sopra di Dio; era lo stesso spirito che aveva spinto il diavolo a puntare tutto su sé stesso. Se vogliamo servire Dio, dobbiamo riconoscere che Lui è Dio e noi non lo siamo; una vera rivelazione di chi Dio È abbatte ogni forma di presunzione.
Verso 6; “E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente; …”
Ma non erano forse già intelligenti? Qui non si parla di intelligenza spirituale, ma carnale, umana.
Versi 6-7; “… ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò. 7 Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; così cucirono delle foglie di fico e fecero delle cinture per coprirsi.”
In quel momento persero la loro natura divina e iniziarono a vedere solo la loro condizione naturale, mentre prima erano immersi nella gloria a tal punto da non percepire nemmeno la loro nudità. Quando siamo nella gloria di Dio, viviamo in una dimensione diversa; Adamo ed Eva erano già in quella realtà, ma desiderando il peccato e perdendo la rivelazione di Dio, hanno perso tutto.
Versi 8-10; “Poi udirono la voce dell'Eterno DIO che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno DIO fra gli alberi del giardino. 9 Allora l'Eterno DIO chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché ero nudo, e mi sono nascosto».”
Ma come? Dio li aveva creati e benedetti, eppure la paura entrò quando iniziarono a confidare in sé stessi e si allontanarono da Lui. Alcuni pensano che peccare liberamente sia libertà, come quel ragazzo che disse: “Tu sei schiavo della religione, io sono libero,” ma è lo stesso inganno del diavolo: “Allontanati da Dio e sarai libero,” tuttavia provarono paura, perché il peccato non porta libertà, ma schiavitù.
Giovanni 8:34; “… Chi fa il peccato è schiavo del peccato”
Prima Adamo ed Eva dominavano sulla creazione, ma sottomettendosi a Satana persero tutto, perché il peccato offre gioie momentanee, ma poi schiavizza. Dio vuole riportarci alla rivelazione che avevamo all’inizio. Il nostro spirito è rigenerato, ma la nostra anima e il nostro corpo devono ancora essere trasformati a immagine di Cristo. Gli ostacoli alla rivelazione sono la cultura, la tradizione e i pensieri umani; “ma mia madre mi ha insegnato così” non basta, perché la rivelazione non viene dall’esperienza o dalla logica, ma solo da ciò che Dio ci vuole dire. Infatti, in 1°Pietro 1:18 è scritto: "sapendo che non con cose corruttibili, come argento od oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai padri," Ci viene detto che ciò che viviamo ci è stato tramandato dai nostri padri; forse c’è un modo sbagliato di vivere che seguiamo proprio perché è stato così trasmesso, ma Dio vuole portare una nuova rivelazione nella nostra vita. Non è detto che, solo perché i nostri genitori ci hanno insegnato certe cose, queste siano necessariamente giuste, c’è sempre tempo per cambiare e possibilità di rimediare. Oggi siamo stati liberati: eravamo schiavi del peccato e sotto la condanna del diavolo, ma la Bibbia dice che “noi siamo stati riscattati dal sangue di Gesù Cristo.” Non possiamo più ragionare con una mentalità da schiavi, ma dobbiamo pensare da redenti, da riscattati; chi vive così ha la “mente di Cristo”, e nella mente di Cristo c’è la rivelazione di chi Lui è. La nostra mente e la nostra cultura sono piene di credenze e di cose che ci sono state tramandate dai nostri padri. Le nostre culture hanno imposto limiti alla nostra mente, ma sappiamo bene che il nostro Padre celeste è illimitato, un Dio senza confini. Quando viviamo una vita limitata perché la nostra mente si ferma a ragionare solo secondo la conoscenza umana, tradizionale, stiamo limitando Dio che è illimitato. Ma quello che dobbiamo ricevere è che, se Dio è illimitato e noi siamo Suoi figli, non ci sono limiti nemmeno per noi. Se siamo figli di Dio, la Bibbia dice che “siamo seduti nei luoghi celesti con Cristo Gesù”, e quindi ciò che appartiene a Gesù appartiene anche a noi. La Bibbia dice che siamo eredi di Dio e coeredi di Cristo: per questo non dobbiamo limitarci con le nostre conoscenze umane, né sognare in base a ciò che abbiamo, ma secondo ciò che Dio ha. Le sue ricchezze sono illimitate e ciò che Dio può fare nella nostra vita non ha confini, perciò apriamo il nostro cuore a tutto quello che Lui desidera compiere in noi.
Giacomo 2:19; "Tu credi che c'è un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e tremano."
Non dobbiamo dimostrare la nostra fede alle persone, ma al diavolo, perché quando la vede trema, infatti il suo obiettivo è seminare paura, che è l’opposto della fede. Il più grande è dalla nostra parte, quindi iniziamo a dichiarare e praticare la Parola, così il diavolo comincia a tremare. Una donna in Marco 5:24-35 non si limitò a sapere, ma ricevette, perché la rivelazione ti porta a praticare. Quella donna si giocò tutto in un solo giorno, ma ciò che l’aveva spinta fu la rivelazione del suo miracolo. Nessuno le aveva detto di toccare le vesti di Gesù, tanti lo facevano senza ottenere nulla, ma lei afferrò qualcosa di profondo, un “Rhema”, forse ispirato al Salmo 133, dove è scritto che l’olio scende dal capo fino all’orlo delle vesti. Pensò: “Se tocco le sue vesti unte, riceverò la mia benedizione” e non si fermò davanti a nessun ostacolo. Spesso, quando riceviamo una parola da Dio, il diavolo cerca subito di metterci davanti dei limiti, come fece con Adamo ed Eva, ma quella donna era disperata e determinata. Stava già visualizzando la guarigione prima ancora che accadesse, e infatti, appena lo toccò, “il flusso del suo sangue si stagnò ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita”. Allora Gesù si voltò e chiese: “Chi mi ha toccato i vestiti?”, perché pur essendo in molti a sfiorarlo, Lui percepì un tocco speciale, un tocco di rivelazione. Quella donna non vedeva un semplice uomo, ma riconosceva in Gesù la sua guarigione: è questo che fa la rivelazione, ci apre gli occhi su chi è veramente Dio. I discepoli dissero: “Non vedi che la folla ti stringe da ogni parte?”, ma Gesù sapeva che qualcuno lo aveva toccato in modo diverso. La donna, tremante, temeva di essere giudicata, ma Gesù le disse: “Figliola, la tua fede ti ha guarita; va’ in pace e sii guarita dal tuo male”, perché, anche se la legge diceva che non poteva toccarlo, la fede superò ogni limite. Una fede perseverante, una fede che non si arrende, ci porta a ricevere ciò di cui abbiamo bisogno.
Matteo 16:17; “E Gesù, rispondendo, gli disse: «Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.”
È il Padre che dà la rivelazione, eppure poco dopo Pietro dubitò, così Gesù gli disse: “Vattene via da me, Satana!”. Questo ci insegna che non basta aver ricevuto una rivelazione una volta: dobbiamo continuare a vivere nella rivelazione.
Salmo 25:14; “Il segreto dell'Eterno è rivelato a quelli che lo temono, ed egli fa loro conoscere il suo patto.”
La rivelazione è per chi teme Dio, perciò quando ci avviciniamo a Lui dobbiamo farlo con timore e tremore, rispettando la Sua Parola. Entrare nella Sua presenza con rispetto apre la via alla rivelazione dei Suoi segreti, perché ci sono verità che Dio vuole rivelare solo a quelli che lo temono. Dio è il Dio dei patti, e quando riceviamo rivelazione di questo, le sue promesse diventano chiare e certe. La rivelazione non si limita a informarci, ma ci dà certezza: la conoscenza può dirci che non dovremmo essere malati o poveri, ma è la rivelazione che ci dà la certezza che non lo siamo.
2°Corinzi 4:3-4; “Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio.”
Per noi non deve esserci più alcun velo, perché abbiamo bisogno di una piena rivelazione della nostra posizione in Cristo: siamo cittadini del cielo, seduti nei luoghi celesti. Sapete, l’uomo segue una logica, ma Dio è fuori da ogni schema, al di là di ogni logica umana. Anche “la donna dal flusso di sangue” era fuori da ogni schema: era certa che, toccando il lembo delle vesti di Gesù, sarebbe stata guarita, dimostrando così che, quando lasciamo da parte la razionalità eccessiva, accediamo alla rivelazione.
Efesini 1:17-19; “affinché il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza e di rivelazione, nella conoscenza di lui, 18 e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, 19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l'efficacia della forza della sua potenza,”
Questa è la rivelazione che dobbiamo ottenere: sapere che Cristo è seduto nei luoghi celesti e che noi siamo con Lui, perché se il nostro corpo è qui, il nostro spirito è lì. Per questo, dobbiamo allinearci al luogo a cui apparteniamo, perché non siamo di questo mondo ma del Regno di Dio, dove è Lui a regnare, non il diavolo. Chiudiamo dicendo che, quando Gesù sulla croce esclamò: “Padre, tutto è compiuto”, il velo del tempio, così spesso da essere impossibile da strappare con mani umane, si squarciò miracolosamente, segnando la fine della separazione tra l’uomo e Dio. Quindi, grazie a Gesù, non c’è più separazione e possiamo accedere alla rivelazione di chi è Dio attraverso di Lui; in altre parole, chi crede nel Suo sacrificio riceve rivelazione, perché Gesù è la rivelazione stessa.