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Lo spargimento dello Spirito Santo nella Pentecoste

Lo spargimento dello Spirito Santo nella Pentecoste

 

LO SPARGIMENTO DELLO SPIRITO SANTO NELLA PENTECOSTE

Casavatore 15-06-2025                                                                              PREDICAZIONE: PASTORE ANTONIO RUSSO

Domenica scorsa, nel giorno di Pentecoste, abbiamo avuto la visita della Pastora Caterina, che ci ha condiviso una parola sul fuoco della Pentecoste. Per questo motivo, anche in questa occasione, continueremo a parlare dello Spirito Santo, perché sentiamo sempre più il bisogno di conoscerlo. Dio è infinito, lo Spirito Santo è meravigliosamente infinito, non è una forza attiva, ma la terza persona della Trinità, una persona vera che desidera avere comunione con ciascuno di noi. Egli ha promesso: “Io non vi lascerò e non vi abbandonerò mai”, perciò dobbiamo crescere ogni giorno nella consapevolezza della Sua presenza che, quando Lo onoriamo, rende viva e vera la nostra relazione.

Ebrei 10:29; “Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia?”

Questo ci richiama alla serietà dell’onorare lo Spirito Santo, evitando ogni forma di disonore, anche quella che si manifesta semplicemente ignorandolo, dimenticando che è sempre con noi. Come una moglie soffre se viene ignorata dal marito, così lo Spirito Santo si rattrista quando, pur essendo vicino a noi, diciamo di sentirci soli. Entriamo così nella lamentela e nel dubbio proprio perché ignoriamo la Sua presenza, ma se fossimo davvero consapevoli che Lui è con noi, saremmo grati e riconoscenti. Dobbiamo imparare a onorare la Sua presenza anche mostrando rispetto verso coloro che Dio ha unto, perché mancare loro di riguardo significa disonorare l’unzione e, quindi, lo Spirito Santo. Gesù ha detto che ogni peccato sarà perdonato, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. I farisei, vedendo Gesù operare miracoli nello Spirito, disprezzarono l’opera dello Spirito Santo, e ciò danneggiò ulteriormente la loro relazione con Dio. Un grande esempio di onore verso lo Spirito Santo lo troviamo in Davide. Davide fu unto re da Samuele mentre ancora regnava Saul, e, nonostante fosse perseguitato da lui per essere ucciso, non lo toccò mai, perché onorava l’unzione di Dio su di lui. Pur avendo la possibilità di ucciderlo, incitato dai suoi uomini, Davide si limitò a tagliare un lembo del mantello e poi se ne pentì amaramente, dicendo: “Io non toccherò l’unto dell’Eterno.” Nonostante Saul fosse fuori dal proposito di Dio, Davide non osò mai voltarsi contro di lui, e questo rispetto per l’unzione dimostra quanto profondamente onorasse lo Spirito Santo. L’onore porta vita nelle relazioni, e Davide visse una relazione viva con lo Spirito proprio perché seppe onorarlo in ogni circostanza. Davide non ha mai combattuto le persone unte da Dio, mostrando rispetto, timore e riverenza per l’unzione presente nella vita degli uomini che Dio aveva scelto. Nella Bibbia troviamo che per ben sette volte Davide rifiutò di attaccare o uccidere l’uomo unto da Dio. Uno dei versi più espliciti che spiegano il pensiero di Davide è il Salmo 105:15: “e disse: «Non toccate i miei unti e non fate alcun male ai miei profeti»”, perché egli riconosceva e rispettava lo Spirito Santo che dimorava nelle persone.

1°Samuele 24:6; “Così disse ai suoi uomini: «Mi guardi l'Eterno dal fare questa cosa al mio signore, all'unto dell'Eterno, dallo stendere la mia mano contro di lui, perché è l'unto dell'Eterno».”

Questo ci insegna a rispettare l’unzione su ogni figlio e figlia di Dio, riconoscendo che, pur essendoci livelli diversi di unzione, tutta la Chiesa è unta perciò dobbiamo onorare non solo la persona, ma ciò che Dio ha posto in lei.

1°Samuele 26:23; “L'Eterno renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà; oggi infatti l'Eterno ti aveva dato nelle mie mani, ma io non ho voluto stendere la mia mano contro l'unto dell'Eterno.”

Quando il re Davide stava per morire, fu ricordato non per i suoi peccati o l’adulterio, né solo come governatore, ma come il “dolce cantore”, il salmista unto di Israele, colui che Dio aveva unto.

2°Samuele 23:1; ”Queste sono le ultime parole di Davide. Così dice Davide, figlio di Isai, così dice l'uomo che fu elevato in alto, l'unto del DIO di Giacobbe, il dolce cantore d'Israele”.

Questa scrittura attesta che, se onoriamo lo Spirito Santo, anche Lui ci onorerà; perciò dobbiamo chiedergli perdono per averlo spesso ignorato, non solo nella vita degli altri, ma anche nella nostra. A volte diciamo parole brutte su noi stessi, maledicendo e offendendo così la natura di Dio e l’opera che ha compiuto in noi, perciò dobbiamo imparare ad onorare la Sua presenza nella nostra vita. Nel libro di Gioele, al capitolo 2, si parla dello spargimento dello Spirito Santo negli ultimi tempi, e ora siamo proprio in questi tempi, con Gesù alle porte; quindi dobbiamo essere pronti al suo ritorno, aiutando anche altri a prepararsi. Gesù disse: ”Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo, ma perde l’anima sua?” Dobbiamo comprendere che esiste qualcosa di molto più grande dei beni materiali, qualcosa che riguarda l’eternità, e dobbiamo comunicarlo agli altri.

Gioele 2:28; “Dopo questo avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni.”

In questo verso, che troviamo anche negli Atti degli Apostoli, c’è una potente rivelazione da afferrare: lo Spirito Santo verrà sparso sopra ogni carne, a dimostrazione che è per tutti, non per una sola persona o popolo, e questo è solo uno degli aspetti del suo spargimento. Una delle manifestazioni dello Spirito è la capacità di ascoltare e vedere nello Spirito, perché Dio comunica con noi attraverso l’udito e la vista, servendosi di profezie, sogni e visioni. Ora ci sono quattro dimensioni nel vedere nello spirito. Questo è ciò che sta accadendo oggi nella vita di molte persone e ciò che deve accadere anche nella nostra: dobbiamo iniziare a vedere le cose da una prospettiva spirituale. Non possiamo più permetterci di guardare solo con gli occhi naturali, ma dobbiamo imparare a discernere nello spirito, ad allenare i nostri occhi spirituali.

La prima dimensione è “il vedere perfetto”, che riguarda il vedere per fede.

Questo significa afferrare con lo sguardo interiore ciò che Dio ha promesso nella Sua Parola e appropriarcene per la nostra vita. Non possiamo ascoltare le menzogne e le bugie che il diavolo cerca di farci credere, ma dobbiamo avere gli occhi fissi sulle promesse di Dio, sulla Sua volontà, su ciò che Lui ha stabilito per noi. Noi vediamo per fede, camminiamo per fede e viviamo per fede.

La seconda dimensione è quella “delle visioni aperte”.

In questa dimensione vediamo attraverso lo spirito, con occhi spirituali aperti iniziamo a percepire e riconoscere ciò che Dio desidera mostrarci. Incominciamo a vedere cose specifiche che lo Spirito Santo ci rivela, immagini, direzioni, situazioni che prima non riuscivamo a comprendere. Le visioni aperte sono reali, ed è lo Spirito Santo a darcele, affinché possiamo camminare guidati da Lui.

La terza dimensione è quella “dei sogni”.

La Bibbia definisce i sogni come visioni notturne, momenti in cui, mentre dormiamo, lo Spirito Santo ci visita e ci parla. Quando dormiamo, non abbiamo coscienza, non possiamo ragionare né controllare le cose come facciamo durante il giorno. A volte, durante il giorno, siamo così razionali da bloccare la guida dello Spirito Santo, ma se ci arrendiamo a Lui e lo invochiamo sinceramente, Egli potrà parlarci anche di notte, quando la mente tace e lo spirito è pronto a ricevere. Quindi, preghiamo lo Spirito Santo di ministrare nella nostra vita anche nei sogni, perché in quei momenti non possiamo interferire, non possiamo resistere: siamo completamente aperti a Lui.

La quarta dimensione è quella “dell’estasi”.

L’estasi si manifesta in uno stato di dormiveglia, in cui facciamo esperienze soprannaturali con la presenza di Dio. È un momento sacro in cui lo Spirito Santo ci avvolge e ci conduce in una dimensione dove non siamo più coscienti del tempo e dello spazio, ma immersi completamente nella Sua gloria, dove Egli può rivelare, guarire, liberare e trasformare.

Dobbiamo solo desiderarle, accoglierle, e lasciare che lo Spirito Santo ci conduca in esse, affinché possiamo vedere ciò che Lui vuole mostrarci e vivere pienamente nella Sua volontà. Incominciamo a vedere nella direzione in cui Dio guarda, ad ascoltare e poi a parlare secondo ciò che Egli desidera, perché dopo aver udito la Sua voce, arriva sempre il momento di dichiarare ciò che abbiamo ricevuto. In tutta la Bibbia si parla di un continuo spargimento dello Spirito Santo, con riferimenti alla prima e all’ultima pioggia, alla prima e all’ultima gloria. Nei libri di Aggeo e Gioele è evidente che si tratta dello spargimento continuo dello Spirito Santo, rappresentato dalla pioggia. La Chiesa è nata nel risveglio: in Atti 2 vediamo che la sua origine è avvenuta durante un risveglio, e prima del ritorno di Gesù ne vivrà un altro, concludendo il suo cammino nella gloria. Paolo, nella lettera agli Efesini, parla di una Chiesa gloriosa, senza macchia né ruga, santa e irreprensibile, che proclama un messaggio capace di trasformare la vita. Lo spargimento dello Spirito Santo è uno dei segni profetici degli ultimi tempi, che annuncia la seconda venuta di Gesù.

Giacomo 5:7; “Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l'agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione.”

Questo risveglio non è razionale, ma soprannaturale, e segnerà l’inizio di cose mai viste prima, perché tutto ciò che Dio comincia, lo fa attraverso un risveglio. Se proviamo altri metodi, non funzionerà, perché Dio risveglia prima la Chiesa e poi opera attraverso la testimonianza della Sua potenza. Lo spargimento è una manifestazione evidente e tangibile dello Spirito Santo nella Chiesa, testimonianza viva della resurrezione di Cristo: Gesù è risorto ed è vivo, Dio non è morto. Conosciamo la storia di Billy Graham, uomo grandemente usato da Dio nell’evangelismo, che raccontò di quando un membro del movimento che proclamava la morte di Dio gli disse: “Noi crediamo che Dio è morto.” Billy Graham lo guardò e rispose: “Non è possibile, perché prima di parlare con te, ho parlato con Lui, e mi ha detto che è vivo.” Quando siamo ripieni di Spirito Santo manifestiamo che Gesù è vivo, perciò dobbiamo annunciare e preservare la verità di Cristo, perché rifiutandolo equivale a rinnegare la Sua resurrezione. Nello spargimento dello Spirito c’è un ordine progressivo: la prima cosa è nascere dallo Spirito, ma questo non equivale a essere battezzati nello Spirito Santo. Nascere dallo Spirito significa nascere di nuovo, significa pentirsi dei propri peccati e ricevere Gesù come Signore della nostra vita. In Giovanni 20:22 leggiamo che Gesù, risorto, incontrò i suoi discepoli e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo.” In quel momento non ricevettero il battesimo nello Spirito Santo, ma furono rigenerati: nacquero di nuovo, nacquero dallo Spirito; solo successivamente Gesù disse loro di attendere a Gerusalemme per essere rivestiti di potenza. Nascere dallo Spirito ed essere battezzati nello Spirito Santo sono esperienze diverse; dopo il battesimo, ci sono riempimenti successivi e, se ci allontaniamo, Dio vuole riempirci di nuovo.

Atti 4:31; “E, dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano radunati tremò; e furono tutti ripieni di Spirito Santo, e annunziavano la parola di Dio con franchezza.”

Anche chi era presente alla Pentecoste fu ripetutamente riempito di Spirito Santo e annunciava la Parola con potenza; così anche noi non possiamo vivere di un’esperienza passata. Dobbiamo cercare un riempimento continuo: Dio è sempre pronto a farlo, ma aspetta la nostra disponibilità, perché il meglio di Dio per noi è mantenerci nella pienezza dello Spirito Santo.

Efesini 5:18; “E non vi inebriate di vino, nel quale vi è dissolutezza; ma siate ripieni dello Spirito.”

Una persona ripiena dello Spirito Santo vive un’esperienza di pienezza continua e si muove nel soprannaturale. Questa pienezza attiva un livello superiore nella fede, rendendo possibile l’operare di miracoli. Se diciamo di essere ripieni di Spirito Santo e non vediamo guarigioni o segni, dovremmo interrogarci. Quando i discepoli di Giovanni Battista chiesero a Gesù se fosse lui il Messia, egli non rispose immediatamente, ma iniziò a compiere guarigioni e miracoli. Poi disse: “Andate a dire a Giovanni quello che vedete e quello che avete udito, perché i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono e l’Evangelo del Regno è annunziato ai poveri”. Questo è ciò che accade quando qualcuno è veramente ripieno dello Spirito Santo. Fare del bene, come dare da mangiare ai bisognosi, è importante, ma non dimostra di per sé la pienezza spirituale, poiché anche le organizzazioni umanitarie lo fanno; la vera pienezza dello Spirito si manifesta in un’attività soprannaturale continua. Gesù ha detto: “E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; … imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno” (Marco 16:17-18), e la Chiesa è chiamata a viverli e testimoniarli. Lo spargimento dello Spirito iniziò nel giorno della Pentecoste, descritto in Atti 2:1-4: “Come giunse il giorno della Pentecoste… furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi.” La Pentecoste segna l’inizio dell’era dello Spirito Santo, un tempo di unzione e potenza in cui è nata la Chiesa. Quel giorno a Gerusalemme erano radunate persone da varie nazioni, che parlavano lingue diverse, e ascoltarono gli apostoli parlare nelle loro lingue natie: un chiaro segno soprannaturale. Secondo Osea 6:2, “Dopo due giorni ci ridarà la vita, il terzo giorno ci farà risorgere e noi vivremo alla sua presenza.” L’Apostolo Pietro, in 2°Pietro 3:8, spiega che “… per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno.” Questo ci fa riflettere sulla durata dello spargimento dello Spirito Santo e quindi sul tempo della Pentecoste, che corrispondono a due giorni, cioè duemila anni. Sapete, siamo agli sgoccioli: non conosciamo le date e non vogliamo darle, ma possiamo discernere i tempi, e tutto ciò che viviamo è frutto della comunione con lo Spirito Santo, che ci permette di vedere. Oggi siamo nel 2025, ma poiché il calendario gregoriano parte dalla nascita di Gesù, bisogna sottrarre circa 33 anni (che rappresentano la durata della vita terrena di Cristo), portandoci all’anno 1992. Inoltre, alcuni studiosi sostengono che si siano persi tra i 10 e i 15 anni a causa delle modifiche apportate nel tempo al calendario gregoriano e ad altri calendari, durante determinati periodi storici. Tutto questo ci porta a discernere che siamo alla fine del secondo giorno di Pentecoste, e che Gesù è vicino: il tempo è limitato. Gesù disse: “Quanto poi a quel giorno e a quell’ora nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, ma soltanto il Padre” (Matteo 24:36), tuttavia possiamo discernere i tempi. In Matteo 24 si cita Noè, che costruì l’arca per 120 anni, deriso da tutti, ma fedele a una parola ricevuta da Dio. Così anche noi, oggi, dobbiamo essere pronti, sapendo che Gesù ritornerà, e dobbiamo preparare anche altri a incontrarlo. Questo è il ciclo finale, nel quale Dio sta spargendo l’ultima ondata dello Spirito sulla terra, affinché la Chiesa possa raccogliere gli ultimi frutti e portare a salvezza i perduti. È il tempo dell’ultima grande raccolta, per proclamare il Vangelo, l’unico messaggio che può cambiare la vita di ogni essere umano. 

 

 

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