Rottura delle Reti e affondamento delle Barche del Risveglio
ROTTURA DELLE RETI E AFFONDAMENTO DELLE BARCHE DEL RISVEGLIO
Casavatore 05-10-2025 PREDICAZIONE: APOSTOLO BRUNO IERULLO
In questa serata che conclude una gloriosa conferenza iniziata due giorni fa, dal titolo "Wind of Change", abbiamo ricevuto come ultimo oratore l’Apostolo Bruno Ierullo, italo-canadese molto attivo nel mondo pentecostale e impegnato nella cura di molte realtà sparse in diverse parti del mondo. L’apostolo ci ha raccontato che è cresciuto in un contesto di risveglio e ha vissuto tutta la vita nel ministero, diventando pastore fin da giovane, mentre sua moglie proviene da generazioni di missionari e pastori. Hanno dedicato quasi ogni giorno alla chiesa, vivendo un culto che durò quattordici anni, durante il quale la loro congregazione crebbe enormemente e ministrarono a milioni di leader e pastori nel mondo, crescendo anche i loro figli. Dopo aver udito la voce di Dio, andarono alla scuola biblica, divennero missionari sotto il ministero di Derek Prince e furono inviati nelle Filippine, poi in Cina e Hong Kong, affrontando pericoli reali mentre portavano Bibbie nel paese. La loro vita familiare fu segnata da miracoli: dopo perdite e malattie, Dio guarì sua moglie e diedero alla luce cinque figli, dimostrando che la parola di Dio è più grande di ogni difficoltà. La loro chiesa esplose accogliendo pastori e leader da tutto il mondo e la coppia ha vissuto il sacrificio e il servizio per il corpo di Cristo. Oggi, viaggiano ogni anno in circa venti nazioni, parlando da una prospettiva globale, e hanno testimoniato movimenti straordinari come quello in Ucraina durante la guerra. L’apostolo sottolinea che la mietitura è pronta e un grande movimento di Dio sta arrivando, con l’Italia come paese sul Suo radar, invitando tutti a essere pronti a ricevere il fuoco dello Spirito. Ora andiamo alla Parola, perché ogni volta che apriamo le Scritture, vogliamo essere sorpresi e sopraffatti, permettendo allo Spirito Santo di prendere vita attraverso di esse. Questa Parola serve per la nostra edificazione, per entrare nel nostro spirito e portarci nella Sua presenza, il “Logos”. Ogni volta che apriamo le Scritture, siamo chiamati a sperimentare la Sua presenza, perché questa è vita eterna: questa è la Parola di Dio.
Isaia 55:8; “Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie», dice l'Eterno.”
Non possiamo misurare quanto grande sia il nostro Dio, perché Egli compie cose meravigliose e non si ferma mai, e oggi farà cose meravigliose per noi, perché questo è ciò che Egli è. Ad un certo punto, l’apostolo racconta della sua nipotina di un anno, Ellie, che vive con loro: ogni mattina, quando lo vede con la Bibbia, dice “Nonno, Bibbia”, sale in grembo e leggono insieme, e lui vede il suo piccolo spirito assorbire la Parola, parlando vita su di lei e dicendo che è una campionessa e che il nonno la ama. Questo vuole essere un incoraggiamento per tutti i genitori a non perdere questi momenti con i figli, a parlare loro di vita, a pregare per loro e a raccontare loro di Gesù, anche quando sono ancora nel grembo materno.
Efesini 3:20; “Or a colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo.”
Il nostro Dio è capace, infinitamente e immisurabilmente più grande di quanto possiamo immaginare, per questo ci avviciniamo alle Scritture con grande aspettativa, perché venti di cambiamento stanno soffiando e lo Spirito Santo cambia ogni cosa. Siamo davvero negli ultimi tempi e in tutta la terra Dio si sta muovendo più rapidamente a causa delle preghiere dei santi. Luca 5 è un messaggio per oggi, ed è per questo che il titolo della predicazione è “Rottura delle Reti e Affondamento delle Barche del Risveglio”, perché il ministero di Gesù è vivo e attivo sulla terra e dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, Egli è presente in mezzo a noi (Matteo 18:20). Quel luogo è pieno di angeli e miracoli, perché Gesù è lì per distribuire doni, guarire, liberare e fare discepoli, operando ancora oggi attraverso le nostre mani. Il ministero di Gesù iniziò camminando di città in città, insegnando, predicando e operando miracoli, attirando folle immense, e lo stesso accadrà ora: il vento del risveglio riempirà le chiese di anime, rendendo le mura troppo strette e rendendo necessari nuovi spazi. Tornando a Luca 5, Gesù salì sulla barca di Simone, dove i pescatori stavano lavando le reti usate per la pesca notturna, una posizione sbagliata con strumenti sbagliati, perché la pesca richiede reti pulite e la luce per attirare i pesci. Gesù insegnava dalla barca, che rappresenta la chiesa da cui scaturisce la Parola, e la pesca in acque profonde che simboleggia l’intimità con Dio, da cui nasce la vera autorità spirituale e la grande raccolta. Così siamo chiamati a seguire Gesù, lasciando le nostre barche, affidandoci al Suo Spirito e diventando strumenti attivi del Suo Regno, portando luce, guarigione e speranza nel mondo. La Parola e la vita si incontrano nel nostro cammino, e solo vivendo questa chiamata con fede e aspettativa possiamo testimoniare la potenza del Signore, contribuendo alla grande raccolta e al risveglio globale. Simone, pescatore esperto, reagì con scetticismo all’invito di Gesù perché si trovava nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, ma quando il Signore gli disse di calare le reti in acque profonde, egli ne calò solo una, compiendo un piccolo gesto di fede. Spesso anche noi preghiamo con dubbi o usando strumenti inadeguati, ma il risveglio che Dio prepara sarà così grande da far rompere le reti, perché moltissime anime entreranno nella barca della chiesa. Il risveglio richiederà la collaborazione di molte chiese, poiché la chiesa è un solo corpo e le molte barche rappresentano le comunità che si aiuteranno reciprocamente, non in competizione, ma in unità nello Spirito, come avvenne tra Simone, Giacomo e Giovanni. Quando Simone vide il miracolo, riconobbe la propria peccaminosità davanti a Gesù, e questo ci insegna che più ci si addentra nella profondità della Sua presenza, più comprendiamo chi siamo veramente e qual è il nostro stato spirituale. Più incontriamo Gesù, più scopriamo la nostra identità e la nostra chiamata, perché Egli rivelò a Simone che il suo vero nome era Pietro, la roccia, e così anche noi, conoscendo Gesù, troviamo la nostra vera identità e comprendiamo che Egli costruisce su questa rivelazione, dicendoci di non temere, perché ha grandi piani per la nostra vita. Dobbiamo avvicinarci alla Bibbia con grande aspettativa, fede e apertura allo Spirito Santo, proprio come in Luca 5:1-3, dove Gesù apparve al lago e la folla si accalcava attorno a Lui perché il Suo ministero attrae, e che questo stesso ministero si manifesterà nella chiesa, attirando i perduti e chiamando le persone dentro. Le mura della chiesa saranno troppo piccole per ciò che Dio vuole fare, e potremo avere più servizi di culto fino a quando non sarà necessario trovare spazi più grandi, perché i venti di cambiamento stanno arrivando; il risveglio è imminente e Dio prepara grandi trasformazioni nella comunità.
Isaia 43:19; “«Ecco, io faccio una cosa nuova; essa germoglierà; non la riconoscerete voi? Sì, aprirò una strada nel deserto, farò scorrere fiumi nella solitudine.»”
Poi, l’Apostolo raccontò che in molte parti del mondo aveva visto chiese passare da pochi membri a migliaia grazie al movimento dello Spirito Santo. In Santa Cruz visitò una piccola chiesa che non era considerata da nessuno, decise di ascoltare la voce del Signore e di predicare sull’unzione di Dio. La chiesa rispose con cuore aperto, desiderando ricevere quella unzione, e lo Spirito Santo si manifestò con potenza, riempiendo le persone di gioia e libertà, come accadde nel giorno di Pentecoste (Atti 2:1-4). In seguito, disse che dopo alcuni anni, tornò e trovò la stessa chiesa completamente trasformata: pur restando piccola nelle dimensioni, era piena di vita, fede e amore. La presenza di Dio riempiva il luogo in modo potente, dimostrando che ciò che conta non è la grandezza esteriore, ma un cuore disposto ad accogliere l’opera dello Spirito (1°Samuele 16:7), e che la comunità si stava preparando alle grandi opere che Dio voleva compiere, mantenendo viva la speranza e l’attesa della manifestazione del Suo potere. Inoltre, parlò del fatto che il ministero che portano avanti è frutto della Sua grazia e che erano chiamati a custodirlo con fedeltà e passione (1°Corinzi 15:10). Ogni giorno cresceva in loro la consapevolezza che il regno di Dio si stava espandendo, che nuovi fratelli e sorelle si univano nella comunione della fede e che il Signore li guidava a gettare le reti in acque profonde di preghiera e comunione, dove lo Spirito dona rinnovamento e misericordia.
Luca 5:4-6; “«E, quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: Prendi il largo, e calate le vostre reti per pescare. E Simone, rispondendo, gli disse: “Maestro, ci siamo affaticati tutta la notte e non abbiamo preso nulla; però, alla tua parola, calerò la rete. E, fatto ciò, presero una tale quantità di pesci che la rete si rompeva.»”
Noi siamo chiamati all’unità, perché la Chiesa è un solo corpo e nessuna barca è destinata a navigare da sola; quando il raccolto sarà abbondante, ci sosterremo a vicenda in armonia e comunione (Galati 6:2), mantenendo viva la fede, la speranza e l’amore, i doni che Dio ci ha affidato per essere luce nelle tenebre e sale per la terra (Matteo 5:13-14). Quindi dobbiamo rinnovare l’impegno a camminare insieme, uniti nello Spirito, perché nell’unità c’è forza e la benedizione del cielo dimora su di noi, pregando che il vento dello Spirito continui a soffiare e porti una nuova stagione di risveglio e trasformazione (Gioele 2:28). In altri termini, siamo chiamati a vivere un’unità profonda, perché Gesù, in Giovanni, pregò affinché fossimo uno, come Lui con il Padre.
Giovanni 17:21; “affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch'essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.”
Paolo ci esorta a essere unanimi nello spirito e nell’intento, a vivere in armonia, senza divisioni, con amore, misericordia, umiltà e pazienza (1°Corinzi 1:10; Efesini 4:2-3), considerando gli altri più importanti di noi stessi (Filippesi 2:2-3). Cresciamo nella consapevolezza che siamo un solo corpo nel nome di Cristo, perché davanti a Dio non esistono differenze: siamo tutti uno in Cristo Gesù (Galati 3:28). I venti dello Spirito stanno soffiando, dando inizio a una pesca miracolosa (Atti 2:17), e noi siamo chiamati a rispondere annunciando il Vangelo, proclamando il Regno e portando i perduti a Cristo (Matteo 28:19-20). Come Simone, anche noi dobbiamo collaborare, unendo le nostre forze per sostenere il grande raccolto che Dio sta mandando, come riportato in Luca 5:7: “Allora fecero cenno ai loro compagni, che erano nell'altra barca, perché venissero ad aiutarli. Ed essi vennero e riempirono tutt'e due le barche, tanto che stavano affondando.” La gloria di Dio riempie la Sua chiesa con una presenza reale e tangibile, la “kabod”, il peso della Sua maestà, e questa è la vera adorazione: vivere nella consapevolezza della Sua presenza, lasciandosi trasformare dalla potenza del Suo Spirito.
2°Corinzi 3:17-18; “Or il Signore è lo Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà. E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.”
Spesso le divisioni nascono da piccole cose, da differenze di idee o convinzioni, ma è nell’unità che si manifesta la forza del Vangelo e la potenza della Chiesa. Dio ci chiama a mettere da parte le divergenze, a ricercare la pace e a conservare “… l’unità dello Spirito nel vincolo della pace” (Efesini 4:3), indispensabile affinché la chiesa potesse adempiere alla Sua missione nel mondo e testimoniare l’amore e la grazia di Dio in modo autentico. Dobbiamo impegnarci ogni giorno a mantenere questa comunione, lasciando che ogni parola e azione diventino strumenti di riconciliazione e pace, confidando che lo Spirito Santo continui a guidarci e a farci crescere in questo cammino di unità e amore, per la gloria di Dio e il bene del Suo popolo. Siamo stati chiamati ad amare Dio con tutto il cuore e ad amare il prossimo come noi stessi, come insegna Luca 10:27, fondamento dell’amore fraterno che nasce da Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. La fraternità universale, sogno profetico affidato da Dio, si realizza attraverso l’impegno personale e comunitario, riconoscendo in ogni uomo e donna un fratello o una sorella, perché Dio è Padre di tutti. Già nell’Antico Testamento troviamo l’invito all’unità, come nella pace tra Abramo e Lot (Genesi 13:8), mentre nel Nuovo Testamento Gesù eleva questa unità a dimensione spirituale, modellandola sulla Sua comunione con il Padre, e nella Sua preghiera (Giovanni 17:21) chiedeva che tutti fossero “uno”, affinché il mondo credesse alla testimonianza della verità. San Paolo ci ricorda che “Vi è un unico corpo e un unico Spirito, come pure siete stati chiamati nell'unica speranza della vostra vocazione.” (Efesini 4:4), affermando che la Chiesa, Corpo di Cristo, è unica pur nella diversità delle sue membra, tutte guidate da Cristo, il capo (Colossesi 1:18). Far parte di questo unico corpo significa riconoscere i doni ricevuti e metterli a servizio degli altri, collaborando con armonia e amore. Lo Spirito Santo ci unisce interiormente e ci dona forza per testimoniare efficacemente, portando riconciliazione e comunione tra i credenti, e questa unità non è solo un ideale, ma una realtà viva, segno della fede e della missione della Chiesa, manifestata nella vita quotidiana come in Atti 2:42-47.
Filippesi 2:1-2; “Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d'amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente.”
Questa unità nasce dalla comunione con Dio e con i fratelli e le sorelle, non come semplice uniformità, ma come unione profonda, fondata sull’amore perfetto di Cristo, capace di trascendere ogni differenza.
Giovanni 17:23; “Io sono in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati, come hai amato me.”
Vivendo con fede e speranza, diventiamo strumenti dell’amore di Dio, portando luce, pace e trasformazione, riflettendo nelle nostre azioni l’amore di Cristo (Giovanni 13:34-35). Quindi, uniamoci nel cuore e nella mente, consapevoli che la nostra forza risiede nell’unione con Gesù Cristo, nostro capo e Salvatore, e che ogni parte del Corpo di Cristo è fondamentale (Efesini 4:15-16). Questa comunione si manifesta vivendo con gioia, partecipando ai dolori e alle gioie degli altri con affetto fraterno, misericordia e umiltà (1°Pietro 3:8), combattendo insieme per la fede con un comportamento degno del Vangelo. Inoltre, accogliendo autentica fraternità e riconoscendo la grandezza di Dio che ci unisce, come Egli ci chiama a rendere visibile la Sua presenza nel mondo, manifestando la Sua gloria e potere, dichiarando: “Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo.” (Matteo 6:10). Infine, seguendo l’esempio di Pietro: “Non temere; da ora in avanti tu sarai pescatore di uomini vivi.” (Luca 5:10), lasciando le nostre sicurezze, abitudini e paure per diventare strumenti attivi della Sua missione di salvezza e testimoniare con coraggio il Regno di Dio.
Chi vuole seguirLo? Chi desidera ricevere un’impartizione dal cielo per il raccolto?
